Che fame!

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    « NOBUHIKO »

    Stava morendo di fame. Eppure aveva già consumato un’abbondante colazione solo un paio di ore prima! Ma, d’altronde, era un bambino in piena crescita, aveva bisogno di nutrirsi adeguatamente se avesse voluto diventare grande e forte come il Preside Burst. L'ibrido mezzo-tigre si poteva considerare l’idolo del bambino, una figura che il piccolo Nobu guardava con ammirazione e rispetto, ma anche con timore: il Preside aveva sempre quell’aria seria e pensierosa…
    Era stato molto dispiaciuto nell’apprendere che, al momento, non aveva ancora un compagno di stanza e che perciò non poteva contare su un compagno di giochi sempre disponibile, quindi si era dedicato ad uno dei suoi soliti giretti per l’Accademia. Dal momento che faceva caldo, sarebbe andato in esplorazione dell’enorme Giardino (era così grande che non aveva ancora fatto in tempo ad esplorarlo nella sua interezza, nonostante fosse lì già da qualche giorno!), ma fu quando passò davanti alla Mensa che il suo stomaco protestò sonoramente. Il silenzio del corridoio fece riecheggiare il rumore che provocò la risatina di un paio di studenti nelle vicinanze. Il piccolo non se ne vergognò minimamente e scoppiò a ridere anch’egli, fermandosi però per far transitare tutti i presenti nel corridoio.
    Il rimedio alla sua fame vorace era lì, a pochissima distanza, ma le porte chiuse della Mensa indicavano che non era ancora ora di pranzo e l’accesso non era consentito.
    Il mezzo-Angelo si lanciò occhiate furtive attorno a sé e, quando fu sicuro (o, almeno, così gli sembrò) che nessuno lo stesse guardando, si avvicinò di soppiatto alle porte ed appoggiò la mano destra ad una delle maniglie. L’ingresso non era chiuso a chiave e la porta si aprì senza fare rumore quel tanto che bastava per far entrare il piccolo nella Mensa. Per Nobu fu come aver compiuto chissà quale impresa eroica e, intonando a bassa voce un motivetto allegro, si avviò svolazzando verso il bancone del cibo.
    Erano là che lo aspettavano: delle ciambelle glassate appena sfornate sarebbero state il dolce del giorno ed erano già state adagiate sul bancone. Un telo bianco le copriva per fare in modo che non ci si posasse su alcuna sporcizia e ne manteneva inoltre il piacevole tepore.
    Il profumo dolce inebriò le narici del bambino che non perse tempo e si avvicinò, pronto a compiere il piccolo furto. Non se ne sarebbe accorto nessuno. E, anche se qualcuno l’avesse beccato, chi mai avrebbe potuto arrabbiarsi con quel bel bambino angelico vestito di tutto punto con l’uniforme della Heiwa?

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  2. il folle35
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    « Genji Yuuto »


    Quella giornata non stava andando per niente male. Il ragazzo si stava godendo una tranquilla passeggiata per l'accademia senza una meta ben precisa. A dire la verità era la prima volta che si sentiva così leggero e senza troppi problemi, oltretutto si era abituato all'ambiente dopo tutto quel tempo passato alla Heiwa: non sapeva di preciso da quanto tempo era in quell'accademia ma sicuramente abbastanza da poter sentire quel posto un po come... una casa. A dire la verità non si era ancora dato un obbiettivo "per il dopo" e non sapeva neanche cosa avrebbe fatto "poi".
    Forse per ora è meglio godersela questa vita; per quanto alcune volte le lezioni siano noiose, si trova sempre il modo per non annoiarsi... Chissà se un giorno ritornerò la...
    nel mentre che Genji aveva la testa tra le nuvole passando davanti alla porta della mensa, sentì questa aprirsi leggermente per il riscontro: nulla di fuori dal comune, infatti il ragazzo stava andando avanti per la sua via fino a quando non si ricordò che a quell'ora la mensa era chiusa.
    Può essere che... Questo sia il mio giorno fortunato? Ho propio un languorino!
    Senza troppi indugi, controllando che nessuno lo guardasse o che lo sentisse, entrò furtivamente all'interno della "camera proibita" socchiudendo la porta per non far sentire ad altri lo scatto della serratura: aveva in mente di mangiare qualcosina, giusto per soddisfare quel languorino che gli stava venendo.
    Seguendo il delizioso odore di dolci con un espressione sognatrice il ragazzo trovò, davanti al balcone con sopra dei dolci coperti da un lenzuolino bianco, un piccolo bambino biondo con l'uniforme della Heiwa che stava per compiere il misfatto che avrebbe attuato Genji; senza troppi indugi, ma con un leggero senso di delusione, si avvicinò al ragazzino
    Mani dove si possano vedere piccoletto; se volevi qualche dolcetto ti bastava aspettare l'orario di apertura, sono sicuro che qualche ragazza te ne avrebbe sicuramente offerto qualcuno. E adesso girati e dimmi il tuo nome, per favore.
    Yuu aspettò con le braccia conserte la risposta e le scuse del biondino davanti a lui.

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    « NOBUHIKO »

    Ancora pochi centimetri e la mano di Nobu avrebbe afferrato una soffice ciambella tiepida ricoperta di glassa al cioccolato. I grandi occhi tondi del bambino luccicavano già al pensiero di poter assaggiare quella delizia, così il mezzo-Angelo non si era nemmeno accorto della presenza che si era palesata alle sue spalle.
    Gli prese un colpo quando udì il tono di rimprovero di una voce maschile così vicina a lui. Il bambino perse l’equilibrio e la sua posizione a mezz’aria si abbassò pericolosamente, avvicinandosi al pavimento, ma l’esperienza di volo di Nobu salvò la situazione e un colpo ben assestato dell’ala sbilanciata bastò a far ritornare il piccolo in equilibrio. Il momento di disattenzione gli aveva inoltre lasciato sfuggire di bocca un acuto verso di sorpresa, ma il bambino si era subito coperto con entrambe le mani, per evitare di farsi udire ulteriormente dai cuochi della Mensa.
    Si voltò quindi verso il ragazzo che l’aveva appena accusato. A mezz’aria raggiungeva la sua altezza e quindi gli occhioni azzurri incontravano quelli scuri dell’altro ma, con la consapevolezza di essere in errore, il piccolo si trovò a disagio. Provò a distogliere lo sguardo, mentre balbettava la prima scusa che gli saltò in mente: « I-io non volevo rubare! S-stavo… Stavo solamente controllando che tutti i dolci avessero la forma giusta! ».
    Quasi a volerlo rimproverare per la bugia appena detta, il suo stomaco brontolò ancora rumorosamente e al bambino tornarono in mente gli insegnamenti della madre. “Gli Angeli sono esseri buoni, dicono sempre la verità”. Lui però era Angelo solamente per metà…
    Arrossendo, sbuffò infastidito ed imbronciò lo sguardo, ma alla fine cedette.
    « M-mi dispiace… Mi chiamo Nobu e la verità è che sto morendo di fame… » mostrò al ragazzo un faccino triste in segno di scusa.
    Nel frattempo però, c’era qualcosa che non tornava. Con un battito d’ali fu più vicino al viso dell’altro studente e lo squadrò con fare indagatorio, poi imitò la sua posizione a braccia conserte e chiese: « Ehi, aspetta un attimo! E tu invece che cosa ci fai qui, eh? ». L’espressione del bimbo era quella sospettosa di chi non si sarebbe lasciato fregare da uno studente più grande.

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  4. il folle35
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    « Genji Yuuto »


    il ragazzino che Genji aveva sorpreso cadde quasi per terra dallo spavento, ma con un battito di ali si risollevò come nulla fosse successo lanciando però un piccolo gridolino un angelo? Qui? Pensavo che esistessero solo nelle fiabe. Per tutto questo tempo non ne ho visto nemmeno uno, ed il primo che vedo è un piccolo ladro? Bhè, forse è propio vero che l'abito non fa il monaco.. dopo essersi ripreso il ragazzino cercò all'inizio di sviare colui che lo aveva colto con le mani nel sacco con una scusa veramente scadente

    se vuoi fregarmi, sappi che...

    Ma non fece nemmeno in tempo a terminare la frase che l'angioletto, a quanto pare di nome Nobu, ammise ciò che voleva fare con aria di chi ha capito di essere in torto
    a quanto pare è veramente un ragazzino... Mi hai colpito piccolo Nobu, forse dopotutto sei un bravo bambino..
    Quando stava per aprire bocca per perdonare il pentito, quest'ultimo si alzo di pochi centimetri in volo per guardare dritto negli occhi Genji e rivolgergli una domanda a sua volta: che ci faceva li?
    Quella situazione si stava completamente ribaltando e lui non era bravo con le scuse o almeno non sempre, decise comunque di provare a sviare Nobu per non dargli un cattivo esempio, altrimenti cosa sarebbe diventato? Un angelo che perseguita gli uomini e che rapisce cuochi per farsi preparare dei dolci? Yuuto non l'avrebbe mai permesso e così, dopo essersi schiarito la gola guardando verso il basso, fissò tra gli occhi colui che aveva di fronte

    Ascolta, Nobu. Stavo girando per il corridoio pensando a varie cose che mi frullavano per la testa, quando ho visto la porta della mensa socchiusa: immediatamente ho pensato che un ladro fosse entrato per rubare le leccornie di questo posto e con fare deciso sono entrato, facendo attenzione a non spalancare la porta per non allarmare l'eventuale malvivente, ed infatti non ti sei accorto di nulla, che sarebbe altrimenti scappato forse dalla finestra e...

    Per quanto stesse andando bene, non tenne conto di un nemico che lo aveva sempre messo in situazioni in cui nessuno vorrebbe mai essere e che riesce a colpire sempre nel momento giusto: il propio stomaco. Nel mentre che parlava quest'ultimo decise di intervenire, provocando un leggero gorgoglio che rieccheggiò per pochissimo tempo all'interno della stanza.
    Leggermente imbarazzato, cerco, di sanare l'insanabile

    Q-questa è una coincidenza! Non provare a rovesciare la situazione su di me caro Nobu! Pensa se ti avesse scoperto il... ehm... professor Byakuya. In quel caso si che saresti nei guai.

    capendo che comunque aveva di fronte un piccolo e "innocente" angioletto, decise, in un certo modo, di dargliela vinta

    Comunque non mi sono presentato a dovere: il mio nome è Genji. Genji Yuuto. Senti.. se hai propio fame puoi prendere UNA ciambella, e ripeto, UNA sola, giusto perchè sei stato sincero, ma la prossima volta vedi di non combinare qualcosa del genere, altrimenti sarò costretto a passare a maniere meno gentili per farti capire che cosa è giusto e cosa è sbagliato.

    Il poveretto si sentì veramente caduto in basso ora che persino un piccoletto era riuscita ad averla vinta su di lui, anche se non lo diede a vedere, oltre ad essere deluso dal fatto che non era riuscito a mettere le mani nemmeno su di una leccornia..

    comunque fai in fretta, non vorrei che qualcuno entrando si facesse delle strane idee...

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    « NOBUHIKO »

    Il bambino ascoltò la spiegazione dell’altro studente con attenzione. Era un racconto avvincente che ritraeva il ragazzo come un eroe senza paura, pronto a difendere anche a costo della vita le regole della Heiwa. L’espressione di Nobu passò da diffidente ad ammirata nel giro di pochi secondi: se ne stava a bocca aperta a guardare con occhioni sognanti il suo nuovo modello di comportamento da seguire. Agli occhi del mezzo-Angelo, quel ragazzo era un Burst in miniatura!
    Continuando a stare sospeso in aria, abbandonò la “minacciosa” posizione che aveva adottato in precedenza e si riportò più in basso rispetto al viso di Genji.
    L’espressione sognante del bambino non mutò neppure quando si udì distintamente lo stomaco del ragazzo brontolare allo stesso modo di quello di Nobu poco prima.
    “Gli sarà venuta fame a guardare queste delizie, è sicuro!” pensò tra sé il mezzo-Angelo, ma fu subito distratto nel sentir nominare lui, più cattivo del peggiore dei demoni e con l’aspetto più minaccioso di un drago infuriato: il Professor Byakuya.
    Di nuovo, il volo del piccolo perse di convinzione e si abbassò ancora di qualche centimetro, mentre l’espressione di Nobu mutava. « B-Byakuya? » mormorò, quasi tra sé, temendo che se avesse alzato troppo la voce, il terribile mezzo-lupo lo avrebbe udito. Si definiva un bambino coraggioso, ma quell’insegnante lo spaventava da morire.
    Per la paura gli era quasi passata la fame e si era limitato solamente ad annuire alla presentazione di Genji, ma in seguito il ragazzo gli permise di prendere una ciambella come premio per la sua sincerità, quindi non ci pensò due volte. Se il buon Genji gli dava il suo permesso, voleva dire che era giusto così.
    Rapido come in precedenza, con una mano sollevò il panno che ricopriva i dolci e con l’altra afferrò finalmente una bella ciambella calda e profumata, ricoperta di glassa al cioccolato. La osservò, poi la divise a metà e ne offrì un pezzo all’altro con un gran sorriso. « Ecco tieni, fratellone! »

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  6. il folle35
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    « Genji Yuuto »


    Nobu sembrò iniziare a nutrire una forma di rispetto nei confronti del ragazzo appena conosciuto, persino dopo che quest'ultimo rischiò di rivelare i propi veri intenti a causa del suo stomaco, perdendo grinta a mano a mano che perdeva quota, soprattutto quando venne nominato il famigerato "Byakuya", rimanendone spaventato per un momento.
    Effettivamente potrebbe fare un po paura ai ragazzi, a causa dei suoi modi rudi... Ma almeno allena bene i suoi studenti, anche se lo fa facendogli rischiare la vita e trattando chi secondo lui è migliore a modo suo... Wow, forse non è un tipo di cui ci si può fidare come pensavo inizialmente.
    Genji si strofinò la mano dietro la testa, quasi come se quella botta che aveva preso durante la lezione fosse sempre li: non propio un bel ricordo, ma almeno aveva cercato di mettercela tutta, in un modo o nell'altro...
    Continuando con la storia, L'angelo prese in fretta una ciambella da sotto il lenzuolo e ne offrì metà al propio.. "Fratellone".
    Nessun ragazzo più piccolo di lui aveva mai dato come soprannome "fratellone" e sicuramente era qualcosa di cui rimase basito: naturalmente in modo positivo, ma non sapeva di preciso come mai; forse il fatto di essere una figura di riferimento per un futuro uomo gli dava una specie di orgoglio, quasi come se fosse veramente lui il suo vero fratello, per quanto anche lui stesso non fosse un vero e propio esempio da seguire.
    G-grazie... penso che accetterò la tua offerta, per quanto non mi piacciano molto le cose rubate, un qualcosa di così dolce è difficile da rifiutare..
    Prendendo il dolce dalle piccole mani del ragazzino, facendo attenzione a non farlo con troppa foga, iniziò a mangiarlo e finito un boccone chiese un altra cosa a Nobu
    Scusa se te lo chiedo ma, quanti anni hai? Non sei troppo piccolo per...
    E tu chi sei? Che ci fai qui e da quanto tempo? non è questo l'orario di apertura!
    La porta della stanza venne spalancata e nel mentre che la luce, per quanta poca essendo pomeriggio tardo, riempì quasi completamente la stanza rivelando con un quarto di ciambella sempre in mano Genji.
    è già l'ora di apertura???
    preoccupato più per il ragazzino che per se stesso, decise velocemente che era meglio distrarre il cuoco per lasciarlo fuggire e in seguito darsi alla fuga piuttosto che dire la verità sull'angioletto: aveva preso in simpatia quel Nobu e poi a parer suo aveva già imparato la lezione.
    Presto nasconditi sotto un tavolo e sta in silenzio, credo che se abbiamo fortuna non ti scoverà e sarai libero di andartene. Io sarò il capro es...
    Quelle ciambelle non sono per te, ladro! Non provare a scappare, non ci sono altre uscite!
    Genji si sentì veramente uno straccio ad essere stato chiamato in quel modo per un simile malinteso... anche se alla fin fine non lo era, forse era giusto il fatto che dovesse venir colto di sorpresa. Ma non poteva arrendersi! Doveva dare tempo al vero ladro, per quanto strano possa suonare, di scappare per poter essere un "eroe".
    In giardino! disse sottovoce al "fratellino" prima di provocare il cuoco
    Scusami, ma volevo solo stare da solo per meditare, e casualmente questa ciambella mi è saltata in mano, non ci ho potuto fare nulla! Ma adesso è tardi, è stato un piacere
    Saltando il balcone scattò verso l'entrata della cucina: non aveva un piano preciso, ma con la sua abilità un cuoco non sarebbe stato un problema.

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    « NOBUHIKO »

    Il sorriso del bambino si allargò ancora di più quando il fratellone accettò metà del “bottino”. Era un’azione sbagliata, certo, ma esistevano sicuramente crimini ben peggiori di rubare un dolcetto! Più tardi il mezzo-Angelo si promise che avrebbe detto una preghiera agli Dei per scusarsi, ma ora aveva ben altro a cui pensare: aveva un nuovo amico ed eroe a cui dedicare l’attenzione ed era del tutto intenzionato a farsi raccontare ogni segreto per essere così impavido e coraggioso.
    Trangugiò in pochi bocconi la sua metà della ciambella glassata sporcandosi tutta la bocca di cioccolato. Non si sarebbe mai permesso di sporcarsi la bellissima divisa dell’Accademia pulendosi con la manica, perciò si passò più volte la lingua sulle labbra finché, tirando ad indovinare, non decise che doveva essersi pulito abbastanza. Tutto sommato, il risultato fu più che accettabile.
    Nobu decise poi di non perdere tempo e di partire alla carica con tutte le domande che gli frullavano in testa, ma fu anticipato dall’altro ragazzo. L’espressione del piccolo si accigliò: avrebbe risposto a ciò che Genji voleva sapere, poi però l’avrebbe tempestato di quesiti.
    Sembrava tuttavia che quel giorno il destino avesse riservato una nuova avventura per il piccolo mezzo-Angelo che, quasi mosso dalle parole del fratellone, arrestò bruscamente la sua levitazione in aria e si gettò a terra spaventato, nascondendosi sotto ad uno dei tavoli come ordinato. Il bambino sbirciò dalla sua posizione e spalancò la bocca: non sarebbe potuta andargli peggio, il Capocuoco era un omaccione piuttosto irascibile e si infastidiva parecchio quando beccava gli studenti a rubare il cibo cucinato da lui.
    Velocemente, Nobu individuò le possibili uscite: impiegare la stessa porta utilizzata in precedenza era fuori discussione in quanto, una volta nei corridoi, il Capocuoco avrebbe potuto attirare l’attenzione degli insegnanti urlando a squarciagola. Le grandi finestre vetrate della sala erano invece aperte e da lì al Giardino sarebbe stato solamente ad un piccolo volo di un piano, nulla di più facile.
    Nobu fece un sorrisino soddisfatto tra sé, sarebbe riuscito a scappare con gran classe e il corpulento cuoco non l’avrebbe mai raggiunto. Il fratellone, tuttavia, aveva optato per una via che al piccolo mezzo-Angelo sembrava pericolosa ed impossibile: il ragazzo si stava infatti dirigendo di gran carriera direttamente incontro al corpulento uomo arrabbiato.
    « Ma cosa fai?! » urlò Nobu, abbandonando la propria posizione e riprendendo il volo a mezz’aria. Non gli importava che ora il Capocuoco avesse visto anche lui, doveva salvare il suo fratellone a tutti i costi. Con un deciso battito d’ali raggiunse il ragazzo in un attimo e lo sollevò bruscamente afferrandolo con entrambe le braccia. Il piccolo non possedeva una super-forza, ma era comunque molto più resistente di un comune essere umano, quindi per un breve tragitto sarebbe riuscito a portarsi dietro anche il ragazzo.
    Nobu deviò quindi la direzione che Genji aveva preso e si diresse a tutta velocità (per quanto il peso dell’altro ragazzo glie lo consentisse) verso una delle grandi finestre spalancate.
    « Tieniti forte fratellone, ti salvo io! » e con un gridolino di adrenalina da parte del piccolo, i due compagni furono fuori all’aria aperta, svolazzando a parecchi metri dal terreno. Un grido di rabbia fu l’ultima cosa che Nobu udì provenire dalla Mensa, ma era sicuro che il Capocuoco avrebbe rinunciato a seguirli, in quanto, nel tempo che ci avrebbe impiegato per scendere di corsa le scale ed uscire dall’Accademia, il mezzo-Angelo e il suo amico sarebbero già stati in salvo al riparo di qualche albero dello sconfinato Giardino.
    Il bambino si preparò per l’atterraggio, ma fece male i conti e a un paio di metri da terra il peso di Genji gli fece perdere l’equilibrio. Con un gridolino, Nobu fece cadere sul terreno entrambi e ruzzolò addosso all’altro ragazzo, prima, e poi ancora per qualche metro lungo la discesa del Giardino.

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    A te l’apertura in Giardino. :3
     
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  8. il folle35
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    -TO BE CONTINUED...
     
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7 replies since 5/7/2013, 14:24   156 views
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