Hanako, tu danzi mai con lo zombie nel pallido plenilunio?

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    « Clive Addams »
    Un lancinante dolore alla testa é la prima cosa che il giovane Clive torna a sentire dopo un periodo imprecisatamente lungo di sonno forzato. Le idee confuse ed il corpo intorpidito gli impedirono di compiere un qualsiasi movimento per delle ore, fino a quando il dolore per il corpo immobile non lo costrinsero ad ignorare tutto ed a provare a stiracchiarsi.
    Il tentativo fallì miseramente quando le sue mani, a meno di dieci centimetri dal suo petto, incontrarono un imprevedibile ostacolo che al tatto sembrava di legno. Aprì gli occhi infastidito, per guardare che cosa gli impedissi di completare degnamente il suo risveglio.
    Volete sapere quale fu la più grande sorpresa del ragazzo? Il fatto che ad occhi aperti o chiusi la sua percezione del mondo non cambiasse.
    Si scosse lentamente nel letto, pensando che d'essersi semplicemente svegliato nel cuore della notte su un letto a castello particolarmente basso, si fece strada quindi con le due mani verso i lati, cercando il bordo del materasso per capire in che direzione provare a slittare per alzarsi.
    Colpo di scena #2 : il materasso non aveva bordi, ma ripiegava verso l'alto andare congiungersi al soffitto dopo una breve corsa. La cosa non lo spaventava molto invero, aveva passato un sacco di tempo in condizioni di movimento ancora più ristrette, quello che però lo infastidiva era non sapere perché si trovasse in quella situazione.
    Poggiò le mani sul soffitto, cercando di spingere via quella cosa legnosa che tentava di lasciarlo lì intrappolato ma... niente da fare, non c'era verso che si staccasse.
    «Maledizione!»
    Esclamò, sorprendendosi d'esser tornato ad avere una nota metallica nella voce e, dimentico completamente della situazione in cui era, si portò le mani al viso, passandosele lungo le guance, sotto il mento, ritrovando la piacevole sensazione del metallo: per quanto ne sapeva era stato sepolto a chissà quanti metri sotto terra ma la cosa non gli importava, finalmente dopo secoli era tornato in possesso della sua amata museruola ed il resto perse completamente importanza.
    Dopo svariati minuti, passati dal giovane a gongolare scuotendo la testa allegramente mentre continuava a carezzarsi la maschera ( che fine aveva fatto comunque? ) il mondo però era tornato a farsi presente nei suoi pensieri. Era felice, certo, d'aver ritrovato la sua maschera, però ora che cosa doveva fare in quella stupida gabbia di legno ma, dopo solo alcuni minuti di pensiero il malditesta che già aveva si acuì così tanto da rendergli impossibili anche quei pochi ragionamenti logici che trovavano spazio nella sua mente, conclusione della storia? Il ragazzo si mise semplicemente a prendere a pugni il soffitto, urlando come una ragazzina spaventata chiedendo aiuto.
    Ora, una piccola precisazione per chi vuole anche sapere che cosa succede al di fuori della scatola che, in realtà, non é nient'altro che una tomba.
    Il sole era tramontato da parecchio, lasciando il posto a numerosissime stelle ed ad una luna grande e piena che rischiarava quasi a giorno il cimitero in cui si trovava, inconsapevolmente, il ragazzo. La bara non era ancora stata sotterrata, era però già posta nella tomba, con un grosso mucchio di terra a fianco di quest'ultima che aspettava solamente che la pala venisse mossa da qualcuno per sigillare eternamente il presunto defunto nell'abbraccio di madre Terra. Il cimitero era deserto, almeno fino a quel momento, non che di solito ci fosse più gente, in fondo chi andrebbe mai in un cimitero?

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  2. Tsukamoto Arashi
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    « Hanako Kuromichi »


    Un fruscio leggero, qualche piuma nera cadde a terra.
    Hanako atterrò dolcemente su una collinetta del Cimitero, vicino a una monumentale scultura a forma di demone, custode di chissà quale tomba di chissà che persona ricca e importante.
    Non sapeva nemmeno lei cosa fosse venuta a fare in quel luogo così tetro, a quell'ora della notte: certo, aveva bisogno di pensare, e di sicuro al Cimitero nessuno avrebbe potuto disturbarla, ma c'erano posti decisamente meno inquietanti del camposanto dove cercare un po' di quiete.
    Si sedette ai piedi della statua, osservando con sguardo perso la miriade di lapidi bianche che punteggiavano l'immensa pianura sottostante.
    Ne erano successe di cose, da quando aveva deciso di prendersi una seconda pausa dalla Heiwa.
    Il nuovo lavoro, la scomparsa di sua sorella, la sparizione di entrambi i Capisezione, l'attacco all'Accademia. ..tutte vicende di cui era venuta a conoscenza dalle chiacchiere da bar alla Locanda di Mrs Smith, ma che, fatta eccezione per la prima, non l'avevano toccata particolarmente.
    Di recente le era anche giunta voce che qualche studente era morto, cosa di cui stava avendo conferma in quel momento: molte tombe erano ancora aperte, in attesa del becchino, e diversi cumuli di terra umidiccia formavano delle piccole collinette qua e la.
    Chissà se anche sua sorella era tra quelle persone...
    Scese la collina a piedi per non farsi notare troppo da eventuali guardiani, anche se sapeva che non ce n'erano, non a quell'ora in quel cimitero, pensando che era meglio avere una dolorosa certezza che un altrettanto doloroso dubbio.
    Le tombe aperte erano più di quanto non sembrasse dall'alto, ma la cosa la lasciò pressoché indifferente.
    Notò con sollievo che il nome di sua sorella sembrava non comparire tra quelli nelle lapidi che stava osservando, ma una in particolare la scosse, tanto che si fermò.
    "Clive Addams"
    Il nome le suonava familiare... era come un dejà vu. Dove lo aveva già sentito?
    "... IL PAZZO!?" esclamò sorpresa appena i suoi occhi si posarono sulla foto del defunto.
    Si mise in ginocchio sul bordo della fossa: com'era possibile che quel folle si fosse gettato in battaglia fino a morire? Certo non brillava per intelligenza -o sanità mentale, che dir si voglia- ma che fosse così sprovveduto da lanciarsi contro un'orda di demoni e rimanerci secco....
    Hanako non riusciva a capire come mai la notizia che quel tizio fosse morto la smuovesse più di tanto: aveva letto altri nomi di persone che conosceva, ma non le avevano suscitato alcunché.
    Forse le dispiaceva davvero per quella persona, o forse semplicemente il fatto di non saper ricollegare nome e volto l'aveva spinta a pensare, che cosa fastidiosa.
    Ma se alla vista della foto aveva sussultato, immaginatevi che reazione ebbe quando sentì un rumore provenire dalla fossa. Un tonfo, come se qualcuno, o qualcosa stesse cercando, da dentro, di uscire.
    Scattò in piedi, spalancò gli occhi, che ormai per il buio erano diventati rossi, e si mise nel tipico atteggiamento da animale in pericolo: "fuggi o combatti".
    "Chi è la?" fece avvicinandosi alla fossa, non senza essersi prima guardata intorno. "C'è qualcuno?"


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    « Clive Addams »
    Aveva urlato, il pazzo aveva strillato come una ragazzina fino a quando non gli era parso d'avere i polmoni pieni d'aghi, s'era fermato a riposare e a lasciar calmare il mal di testa che s'era peggiorato da solo, poi aveva ripreso e smesso per lo stesso motivo, ripetendo lo scenario fino a quando non si ritrovò completamente senza forte ed ansimante in quella prigione oscura.
    Rimase completamente immobile, per una lista pressoché infinita di fattori, per un tempo che in quella sorta di stanza di deprivazione sensoriale parve infinito, sentendo riaffiorare un'emozione che da troppo tempo, anche togliendo il tempo passato in quella bara, non gli veniva a fare visita.
    Clive Addams, il pazzo senza senno, lo spaventapasseri, il corvo e l'incarnazione della paura ora provava la sua stessa medicina: era terrorizzato e nemmeno la presenza rassicurante della sua museruola poteva consolarlo.
    Vinta l'immobilità portò una mano sul soffitto, bussando poi nella speranza, consapevolmente vana, che qualcuno rispondesse dall'altro lato.
    La sorpresa nel sentire una voce proveniente da fuori fu così grande che il terrore provato fino ad un attimo prima semplicemente esplose, lasciando posto ad un eccesso di ilarità che venne manifestata con una risata sguaiata e da altri colpi dati al soffitto, che diventavano progressivamente più forti accompagnati dal tono della risata. Al diavolo gli aghi nei polmoni, c'era qualcuno la fuori, lo avrebbero aiutato!
    "C'e qualcuno? Serve aiuto! Liberatemi!"
    Questo gli sarebbe piaciuto urlare e questo é quello che lui sarà per sempre convinto d'aver detto ma, invece, le risate interruppero le sue parole, lasciando trapelare solamente alcune sillabe sparse ed inframezzate da una risata metallica e resa lugubre dal paesaggio del deserto.
    «Ce... rve...li...!»

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  4. Tsukamoto Arashi
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    « Hanako Kuromichi »

    Una risata a dir poco mostruosa esplose, stavolta ne era certa, dalla bara, facendo letteralmente saltare via Hanako, che istintivamente aprì le ali e rimase sospesa in aria, con queste che battevano freneticamente emettendo un tenue bagliore rossastro e seminando qualche piuma di tanto in tanto.
    Non c'era tempo per i pensieri razionali, quello era senz'ombra di dubbio una di quelle creature senz'anima, magari simile a quelle che avevano attaccato la Heiwa, e di sicuro anche se forse il suo corpo era quello del pazzo, non aveva intenzioni amichevoli. Insomma, quanto può essere amichevole un essere che ride nonostante sia sepolto?! Ok che si trattava di un pazzo, ma a tutto c'era un limite...
    La conferma dei suoi sospetti le arrivò quando sentì distintamente, e potrebbe metterci non una ma entrambe le ali sul fuoco, la voce del pazzo, con un che di stranamente metallico, dire 'Cervelli'. A quanto pare era affamato, e lei sarebbe stata la sua cena se non avesse fatto qualcosa.
    Certo, finché era sigillato nella bara non doveva essere troppo pericoloso, ma Hana aveva dalla sua il fatto che al buio vedeva come di giorno, dunque se avesse scoperchiato lei stessa la bara, sarebbe riuscita ad avere una sorta di vantaggio su quella specie di zombie dalle dubbie facoltà mentali. Non aveva considerato la possbilità che la versione 'morto vivente' di Clive potava anche avere i suoi poteri, ad Hana del tutto sconosciuti, ma come ben sappiamo Hana non è persona da piani perfetti.
    Cercò dunque di recuperare la calma, nonostante fosse blu dalla paura, e lentamente, fece per aprire con la telecinesi il coperchio della cassa di legno.
    Non dovette fare nemmeno troppa forza, il che la rese felice di aver agito per prima: ancora qualche pugno ben assestato e lo zombie sarebbe riuscito a liberarsi da solo.
    Presa dall'euforia lanciò via il coperchio, che volò fuori dalla fossa qualche metro più in là, e afferrò per una caviglia il corpo del non-morto, portandolo fuori dalla fossa a testa in giù fino alla sua altezza.
    "Wow, per essere un morto vivente sei conservato veramente bene!"
    E in effetti, il corpo di Clive era ancora tutto intero, non puzzava e, terriccio a parte, non era nemmeno troppo sporco...cioè, non più del solito. Aveva anche un bel colorito, non pareva esattamente morto, dunque Hanako se lo avvicinò, con molta cautela, senza nemmeno aver la premura di rimetterlo a testa in su.

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    « Clive Addams »
    Sentire il coperchio, sul quale aveva poggiato le mani, essere sradicato con forza dalla sua posizione e sentire quindi l'aria fresca della notte sfiorargli il viso fu una delle più grandi soddisfazioni della vita, così grande che smise addirittura di ridere. Non fece tuttavia in tempo a dire nulla, nemmeno a ringraziare il suo salvatore misterioso ( che tuttavia doveva ammettere avere una voce almeno familiare ) che si sentì tirare su di peso ad una velocità che definire incredibile sarebbe poco, per quel corpo oramai abituato all'immobilità da troppo tempo. L'essere a testa in giù non aiuto sicuramente.
    Rimase alcuni minuti a penzoloni, con gli occhi che vedevano molte più stelle di quante non ci fossero in cielo, e l'essersi trattenuto dallo svenire fu non più che una fortunata coincidenza.
    Gli parve di sentire nuovamente la voce del suo salvatore, sempre più familiare, parlargli ma nel suo stato attuale non fu in grado di comprendere il senso di quello che gli veniva detto.
    Trascorsi quei pochi minuti le stelle extra, fornite probabilmente come premio bonus dall'azienda "Profanatori di tombe s.r.l." dopo aver riportato qualcuno alla luce, la sua vista si abituò anche alla poca luce, che era comunque di più rispetto al buio pesto che aveva nella tomba, e riuscì finalmente a vedere chi l'aveva salvato.
    Era lei, quella ragazza maledetta che incontrava sempre dopo aver passato qualche disavventura.
    Gli albini ladri di zuppe, le capre dai denti a sciabola che ancora una volta gli fecero scorrere sulla schiena un brivido di terrore, ed ora... tutto questo.
    La puntò con l'indice, aprendo la bocca come per gettare un urlo di sorpresa ma, l'unica cosa che ne uscì, fu la bile accumulatasi nello stomaco. Stare troppo tempo senza mangiare, urlare come dei pazzi ed essere poi messi a testa in giù non fa bene al corpo, assolutamente.
    L'esperienza non fu piacevole per nulla. La sensazione della bile che riempiva dapprima la museruola per poi uscire dai bordi d'essa, percorrendo prima qualche centimetro attacata alla pelle ed arrivandogli quasi agli occhi prima di cadere preda della gravità... don't try this at home.

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  6. Tsukamoto Arashi
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    « Hanako Kuromichi »


    Stava per scaraventare quel coso il più lontano possibile per poi raggiungerlo e linciarlo, quando questi parve emettere un rantolo.
    La povera Hanako fece appena in tempo a realizzare che 1: zombie-Clive non era uno zombie, e lei lo stava anche torturando non poco, 2: probabilmente quel povero diavolo la stava insultando in ogni modo, almeno nei suoi pensieri, 3: Aveva assunto un colorito non del tutto sano, e forse era il caso di rimetterlo a posto, che quello, probabilmente sopraffatto dalla nausea e dalle vertigini, rovesciò il contenuto dello stomaco, che con la museruola potete immaginare che spettacolo raccapricciante fosse.
    Tuttavia, cercando di trattenersi dal vomitare a sua volta e di mantenere la calma, Hanako, bianca come un cencio candegginato, lo rimise a posto evitando così che soffocasse nel suo stesso vomito, e con molta calma volò vicino a lui liberandolo dalla museruola, tenendola con due dita e un'aria per niente felice.
    "Ehm...tutto ok? Cosa ci facevi qui?", chiese, come se quel poveretto fosse in grado anche solo di respirare.
    "Facciamo che ti metto giù e ti riaccompagno in Accademia, va bene? Ce la fai? Ti do una mano..." e, ignorando il fatto che quella persona fosse ancora tutta sbrodolante, andò a sostenerlo caricandosi il di lui braccio destro su una spalla, e avvolgendo il suo attorno alla vita del malcapitato. Con la mano libera, reggeva ancora la museruola, fortunatamente svuotata del suo disgustoso contenuto.
    "Dovremo camminare, volare con te in quelle condizioni è fuori discussione"

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    « Clive Addams »
    Si appoggiò volentieri alle spalle della ragazzina che, nonostante ofrfissero un buon appoggio per il suo fisico debilitato dalla lunga immobilità ( a quanto pare il mondo trovava un qualche perverso divertimento nel restringere i movimenti del ragazzo ) erano a causa della differenza di altezza qualcosa di abbastanza scomodo su cui appoggiarsi.
    La testa tra l'altro continuava a girargli e l'essere privato nuovamente della sua preziosa mascherina non giovava assolutamente al suo stato mentale mai come ora così fragile.
    Provò a rispondere alla moltitudine di domande che gli erano state fatte ma in quelle condizioni non gli uscì nient'altro che un rantolo sordo e, seguendo le indicazioni della ragazza che gli portava sfortuna, iniziando a camminare barcollando evidentemente, appoggiando sempre più del suo peso sulle spalle della povera malcapitata. Non s'era mai reso conto di quanto qualcuno potesse stare male per la fame, in fondo anche durante la prigionia precedente non l'avevano mai lasciato troppo a stecchetto, sì non gli facevano fare pasti da re però un tozzo di pane ed un bicchiere d'acqua glielo davano quasi sempre.
    Acqua.
    Quel pensiero gli fece smuovere tutti gli organi interni e fu solo allora che capì, solo allora.
    Non era la fame a dargli fastidio, non erano i muscoli addolorati per l'immobilità, non era la testa che tuttavia continuava a pulsare a causa dei conati precedenti. No, era l'acqua : aveva dannatamente bisogno di bere qualcosa e, magari, anche di lavarsi un po' il viso prima di bere, non era il caso di rimanere tutto sporco ancora molto a lungo.
    «Acqua!»
    Diede vita ai suoi pensieri, dando fondo a tutta la sua forza di volontà ed, evidentemente, anche a quella fisica : in quello stesso momento le gambe gli cedettero, facendogli perdere l'equilibrio e facendogli riversare d'improvviso tutto il peso sulla brunetta.
    ★ 4★Clive Addams★Ibrido: Mezzodemone
     
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  8. Tsukamoto Arashi
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    « Hanako Kuromichi »


    Hanako era stata fin troppo ottimista pensando di poter arrivare a piedi con un ragazzo malconcio di almeno 10 cm più alto di lei sulle spalle.
    Portarlo addosso era come prendere su di se un sacco, un enorme sacco di carne, ossa e follia... pesava pure parecchio, per la corporatura esile della ragazza.
    Infatti, come questo cedette, lei, che nemmeno se lo aspettava, non riuscì a sostenerlo, e i due caddero rovinosamente a terra.
    No no no, decisamente non andava bene. Hanako cadde di peso sbucciandosi un ginocchio e il braccio che istintivamente aveva usato per pararsi dalla caduta, mentre Clive le era finito addosso, mozzandole il fiato.
    "Sei pesante...." bofonchiò respirando a fatica.
    Riuscì come poteva a spostarlo via da sopra di lei: era praticamente un corpo morto.
    A quel punto Hanako capì che si era decisamente sopravvalutata, o aveva sottovalutato la situazione, che dir si voglia.
    Non poteva assolutamente farcela a trasportarlo senza avvalersi dei suoi poteri.
    In verità aveva molti dubbi : la telecinesi agiva sulle persone, ma aveva regole particolari e a lei non del tutto conosciute, perché nulla di quello che Hanako sapeva fare era frutto di un qualche studio, aveva imparato tutto con l'esperienza. Il che non sempre era un vantaggio, lividi e botte 'da esperimento' era il minore dei danni che si era arrecata con questo metodo di apprendimento.
    "Ora farò una cosa che non ti piacerà affatto...dovrai scusarmi ma non abbiamo altra soluzione, morirai se stiamo qui a perder tempo.".
    Il tono con cui lo disse era serio ed estremamente preoccupato: Hanako non voleva vedere un'altra persona morire sotto ai suoi occhi.
    Non quella persona, almeno.
    Evidentemente, per quanto non sembrasse all'apparenza, Hana si era in qualche modo presa a cuore la sorte di quel ragazzo, che sembrava essere tanto sfortunato solo in sua presenza. In parte si sentiva in colpa: non era raro che alle persone intorno a lei succedessero cose non esattamente felici.
    Evocò nuovamente le ali, che si aprirono col consueto fruscio, grandi come mai le aveva evocate prima. Contemporaneamente si concentrò su Clive, riuscendo a sollevarlo da terra quel tanto che bastava a non fargli urtare lapidi, statue e alberi nella via. Era sfiancante, ma doveva farcela.
    "Dovrei avere circa un'ora, da adesso."
    "Reggiti forte, si vola."

    E partì, più veloce che poté, ignorando per quanto possibile la fatica e il dolore dei muscoli che cominciavano a bruciarle.
    Clive era poco sopra di lei, sostenuto e mantenuto al sicuro dalle mille braccia invisibili di Hanako.
    Quando iniziarono a scorgere le guglie affilate della Heiwa, il cielo cominciava già a tingersi dei colori delle prime luci dell'alba.

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    « Clive Addams »
    Caduto a terra, ancora più dolorante di quanto già non fosse prima e se possibile anche più intontito Clive, che tanto per cambiare non aveva capito assolutamente nulla del discorso della ragazza, si ritrovava in primo luogo ignorato dall'unica che potrebbe fare qualcosa per aiutarlo, che fosse schiacciata sotto di lui non aveva la benché minima importanza, e... che cosa gli era parso di sentire? "Una cosa che non ti piacerà affatto"? Per qualche strano motivo tutto questo non lo sorprendeva affatto : evidentemente il destino aveva ancora intenzione di divertirsi alle sue spalle.
    Yuppie!
    Senza che nemmeno gli fosse data l'opportunità di reagire, anche se bisogna ammettere che nelle condizioni di disagio e fastidio in cui era reagire era l'ultima delle sue preoccupazioni, venne sollevato di terra da presenze non meglio identificate e fatto volare a discreti metri da terra, ad una velocità che l'avrebbe impressionato anche se fosse stato in condizioni meno infelici. Non aveva nulla da fare, il suo stomaco continuava a contorcersi causandogli continui conati che, per fortuna del suo personale jet privato, non rigettavano assolutamente nulla : il suo stomaco in quel momento era la definizione di vuoto. In balia del vento e della velocità Clive assunse posizione fetale, abbracciandosi lo stomaco in un gesto automatico e stringendo forte i denti. Un solo pensiero non riusciva ad abbandonargli la mente.
    "Tutto quello che volevo era un bicchiere d'acqua."

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    Edited by » A n a t h e a - 2/9/2013, 22:39
     
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  10. Tsukamoto Arashi
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