In cerca della biblioteca

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    Gelem Emeth

    Il duo di fanciulle aveva abbandonato l'infermeria per dirigersi verso la biblioteca, alla ricerca di un amico di Arashi. Gelem si osservava intorno, cercando qualcosa che attirasse la sua attenzione nel lungo corridoio, ma a parte quello che aveva già visto per arrivare all'infermeria non notò niente di interessante. Portava Arashi sulla schiena e si muoveva con calma, cercando di evitare gesti che avrebbero potuto infastidirla o creato problemi alle sue ferite. Una ciocca di capelli rossicci le cadde sugli occhi disturbandola dal suo osservare i dintorni e si limitò e spostarla sbuffando spazientita, come spesso le accadeva le balenò in mente l'idea di farseli tagliare del tutto, ma sapeva già che la sua pigrizia le avrebbe fatto abbandonare in fretta questo proposito. Sentendo un poco il peso del silenzio si limitò a chiedere:
    "Sono tanto difficili queste missioni?"
    Portò lo sguardo come meglio poteva alla ragazza dai capelli bianchi, sentendo le ruvide bende che aveva sforarle il collo, per un solo istante le rivenne in mente che forse non era stata un'idea grandiosa portarla fuori di lì, e sperò che questa gita per i corridoio non peggiorasse le sue condizioni.


     
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  2. Tsukamoto Arashi
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    ~Arashi Tsukamoto

    "Sai, non te lo so dire" le rispose sincera Arashi, che ancora si abituava all'idea di esser trasportata da qualcuno "Quella era la prima a cui partecipavo... Ma qualcosa è andato storto. Devi sapere che avevamo una missione di sopravvivenza nella Foresta, che sarebbe dovuta durare una settimana intera. Ci erano stati dati viveri per tre giorni al massimo, il resto ce lo saremmo dovuti procurare da soli strada facendo. Il nostro unico compito era salvarci la pelle, combattendo contro ogni Creatura avesse cercato di attaccarci..." la sua voce faceva intendere che i suoi ricordi erano lontani e sfocati, molti dettagli le mancavano perché faceva ancora un po' di fatica a richiamarli alla memoria "Eravamo stati divisi in due gruppi", proseguì "E il mio compito da capogruppo era salvaguardare l'incolumità di tutti i membri dello stesso. Fatto sta che un ragazzo a cui mi ero legata tramite una particolare tecnica che gli impediva di allontanarsi troppo da me, è fuggito. Il motivo per cui l'ho incatenato è lungo e noioso da spiegare quindi te lo risparmio, fatto sta che costui è evidentemente molto più forte di me, dunque anziché essere trattenuto dalla mia Cucitura... mi ha trascinata dietro con sé. A distanza di ore e ore, lasciandomi tirare dal filo, sono arrivata a lui... Stavo per ricondurlo al gruppo quando si è scatenato l'inferno. Non ricordo più nulla, se non un'orda di demoni impazzita che correva da tutte le parti rischiando di schiacciarci tutti, e la peggiore tempesta che abbia mai avuto modo di vedere in vita mia. Devo aver battuto la testa da qualche parte mentre cercavo di volar via con il compagno... perché ho perso i sensi e quando mi son svegliata...ero qui. Ringrazio di essere ancora viva, visto che a quanto ho avuto modo di vedere nemmeno gli insegnanti se la son passata bene, e Burst....ehm cioè, il Preside stesso è dovuto intervenire di persona. Vorrei tanto sapere che cos'ha scatenato quel putiferio..."
    Poggiò la testolina bianca sulla spalla di Gelem, abbandonandosi completamente a lei. Non aveva mai parlato così tanto con una persona conosciuta da poche ore... eppure le risultava quasi naturale, con lei. Forse era perché la giovane si era mostrata fin da subito gentile e disponibile, forse per la sua aria assorta, timida e taciturna, a guardarla pareva tutto meno che una persona pericolosa, anzi, pareva piuttosto una persona da proteggere. In quel momento Arashi decise che lei entrava a far parte della lista, praticamente vuota, delle persone a lei amiche.
    Passarono due minuti al massimo, ma mancava ancora un po' di strada, dunque Arashi approfittò per porle a sua volta una domanda: "Hai detto di essere un golem, vero? Io... non ne ho mai sentito parlare. Che ...uhm...volevo dire...chi sono i golem?", cercò di essere il più delicata possibile nel porle quella domanda: ferirla era l'ultima delle sue intenzioni.
     
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    Gelem Emeth

    Gelem ascoltò il riassunto della missione da Arashi, colpita di come le cose si fossero sviluppate durante la missione e sorpresa di come fosse bastato un minimo dettaglio per distruggere l'equilibrio necessario a portarla a termine. Dentro di sé si fece il promemoria di fare attenzione ad ogni minimo dettaglio più del solito e continuò a camminare annuendo e mormorando un
    "Capisco"
    detto più a sé stessa che alla ragazza che aveva in spalla.
    Finalmente arrivarono alle scale. Gelem le salì lentamente, cercando di evitare scossoni di qualunque tipo e poi ricominciò a camminare per il corridoio. Avevano da poco terminato al scalinata quando la voce di Arashi le chiese dei golem. Per un attimo rimase in silenzio, pensando a come spiegare cosa fosse un golem, poi iniziò.
    "I Golem sono esseri creati dagli umani, fondendo in loro le anime di innumerevoli spiriti e il cui scopo è principalmente proteggere gli umani e le loro città." Si prese una pausa, pensando a come sistemare meglio il discorso "Io sono nata da madre umana e padre golem, ma oramai i veri golem sono quasi tutti morti... L'aspetto di un golem è terrificante, sono generalmente ammassi di roccia e la gente iniziò ad averne paura, ad averne così tanta paura da decidere di abbandonarli o distruggerli. Un golem non può attaccare la persona che l'ha creato, è qualcosa che va contro il suo stesso essere, quindi ne è indifeso."
    Dovette fare un'ulteriore pausa, non era brava a parlare a lungo e soprattutto di un argomento che la riguardava tanto da vicino.
    "Io l'ho conosciuto un golem vero, di quelli antichi, era nel villaggio dove si erano radunati quelli della mia razza, lui me l'ha detto, se voglio posso diventare anch'io un golem, ma posso farlo solo per una persona, in ogni caso, anche il vecchio sta andando via via spegnendosi... un giorno, di lui non rimarrà altro che una statua, ma non siamo mai stati tipo che se ne preoccupano... È il destino e chissà se un giorno non sarà così per tutti..."
    Scosse lentamente la testa, senza dare troppo peso alle sue stesse parole. Dopodiché alzò gli occhi verso la doppia porta a cui erano arrivati.
    "Suppongo che tu sia arrivata a destinazione..." disse ad Arashi.


     
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2 replies since 15/7/2012, 16:23   31 views
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