Esplorando l'Accademia...

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  1. Tsukamoto Arashi
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    •† Hanako Kuromichi

    Il rumore dei tacchetti sul pavimento lucido del corridoio era l'unico rumore a interrompere quel silenzio imbarazzante e inesorabile che era calato tra i due. Una volta usciti dalla Biblioteca, avevano visitato gran parte delle zone fondamentali dell'edificio.
    Hanako aveva cominciato mostrandogli i luoghi di vitale importanza (mensa, dormitori, bagni...) quelli utili (aule per le lezioni, Arena, Giardino, infermeria...) e infine si era soffermata nell'Atrio, dove gli stava illustrando i sistemi di difesa della scuola.
    "Sai, non puoi uscire di qua dopo certi orari, e pensa ho persino sentito che i Capisezione hanno un coprifuoco persino più severo del nostro! A meno che tu non studi qua dentro da esterno, beh, non ti è consentito fare avanti e indietro dall'edificio e anche se sei certificato come tale sei soggetto al Regolamento finché sei nei confini della Heiwa e sul Nekobus.... quindi, beh, se vuoi fare a botte con qualcuno ti consiglio di non farlo nel bus.
    Di notte ci si assicura che tutti siano dove devono essere tramite delle sentinelle... ooh io le ho incontrate ben due volte, e non ti consiglio di lottare contro di loro. Oltre alle sentinelle, la Caposezione dell Luminous, Arashi, non so se l'hai vista... massì, parlo di quel mostriciattolo coi capelli bianchi e gli occhi rossi, quella specie di topo albino che ogni tanto passa di qui svolazzando come un fantasma, percepisce le anime anche a distanze notevoli, e sembra che non dorma mai, almeno, così dicono, e Zenko, il Caposezione della Radiant, quell'ibrido mezzo-volpe dall'aria tanto dolce e simpatica che avrai sicuramente modo di conoscere, ha un fiuto e un udito incredibili, quindi se esci dai Dormitori e non vuoi farti beccare devi farlo volando e lasciare la porta aperta altrimenti stai sicuro che ti sente.
    Ma... perché ti sto dicendo tutte queste cose?
    chiese più a se stessa che a Lucien, impacciandosi da sola. Aveva proprio un fare da esperta in evasioni, e non voleva dare quell'impressione a una persona appena conosciuta, senza contare che con quell'aria da santarellino probabilmente avrebbe spifferato tutto al Sommo Capo se avesse saputo di lei e della sua evasione...
    Ma era stata una sola, l'evasione? Eppure ricordava qualcosa riguardo a una seconda..
    Ricordi vaghi e sfocati si facevano largo nella sua testa, lasciandola con un'espressione improvvisamente vitrea. Un leggero mal di testa cominciò a infastidirla, anche se non lo dava molto a vedere.
    C-comunque...come puoi vedere, in questa scuola c'è tutto quello che cerchi, tra l'altro, se hai tempo, posso disegnare per te una mappa aggiornata sui luoghi principali che abbiamo visto oggi e le loro descrizioni principali. gli disse con un debole sorriso. Stava perdendo colore, ma non si era accorta di nulla e sembrava che il mal di testa accennasse a passare
    Allora, ti va?
     
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    ⊙ Clive Addams ≈
    Sogni, incubi, terribili ricordi di quello che era successo dopo quella notte passata nella foresta maledetta. Le urla della caposezione della Luminous Star e poi la sua scomparsa, il risveglio di tutti quanti e poi... Il vuoto. Come Clive fosse riuscito a perdersi in quella situazione nemmeno lui riusciva a saperlo ma, quello che aveva dell'incredibile, era quel che era successo dopo.
    "Capre dai denti a sciabola", aveva detto scherzosamente, anche se uno scherzo non sembrava.
    Purtroppo, dopo aver vagato un numero imprecisato di ore al buio e completamente isolato da tutti gli altri aveva trovato qualcosa che poteva definirsi un luogo sicuro. Una piccola radura con al centro un laghetto, poco più che una pozzanghera, di raggio poco inferiore ai 5 metri. Purtroppo non poteva fare assolutamente nulla per ritrovare i suoi compagni e loro, con tutta probabilità, non avrebbero nemmeno notato la sua mancanza. Almeno questo era quello che il pazzo con la museruola, la camicia di forza ed i capelli arruffati credeva. Una previsione un po' ottimistica forse.
    Il problema però era un altro, lui era da solo nel luogo più pericoloso in cui si fosse mai trovato.
    Vicino all'acqua.
    Non passò più di mezz'ora quando dei cespugli poco distanti dal bordo del lago sul quale Clive s'era sdraiato per bagnare i piedi, iniziasse a provenire un rumore preoccupante che, poco a poco, si propagò lungo tutti i margini della radura. Come un tremolio di foglie.
    Da li, che ci crediate o no, erano spuntate delle strane creature alte poco più di due metri, corpi muscolosi e grandi corna in testa. Un mantello bianco più folto a coprire il pube e degli occhi del colore del sangue. Un lungo ed inquietante pizzetto sempre di peluria bianca scendeva dal mento intrecciandosi su se stesso, fermato da anelli d'oro.
    La cosa più inquietante di tutte però erano le due lunghe protuberanze ossee che fuoriuscivano dalla loro bocca, conferendo alle creature un aspetto ferino.
    Denti a sciabola.
    Ciò che Clive si trovava di fronte, o meglio ciò da cui era circondato, erano le famose capre dai denti a sciabola di cui si era lamentato poco prima.
    Dannate. Capre. Dai. Denti. A. Sciabola.
    Ma stiamo scherzando!?
    Il gruppetto, assortito da non meno di dieci elementi e non più di 15, balzò come un unico essere su Clive. Lo scontro ebbe inizio.
    Mi piacerebbe dilungarmi per spiegare come Clive combattè a lungo e valorosamente contro quegli esseri demoniaci ma, in verità vi dico, non c'é nulla di onorevole in quello che successe, il ragazzo con la museruola non ebbe una sola possibilità di vincere, sovverchiato dal numero dei nemici, dall'inuilità della sua barriera e delle sue illusioni : spaventare una capra? E chi ci ha mai provato! Immaginate se questa é alta due metri, muscolosissima e con due enormi denti a sciabola!
    Dopo quello che fu nemmeno un minuto il ragazzo venne messo K.O. e portato al villaggio dei demoni caprini, nei più profondi recessi della foresta nera.
    Quello che successe dopo, a questo punto, non ci é dato saperlo.
    Nemmeno Clive se lo ricorda, o forse non vuole ricordarlo. Una sola cosa é sicura però : non vuole più sentir parlare di capre.
    Ciò che realmente ci importa é che é esattamente a questo punto che, dopo un sonno travagliato e colmo di sudori freddi, il giovane in museruola, ancora per poco, si svegliò di soprassalto.
    In poco più che in un camice da ospedale si ritrovò da solo, seduto su d'un letto di quella che poteva sembrare un'infermeria.
    Gli ci volle qualche minuto, che passò ad ansimare guardandosi le mani, prima di riuscire a capire dove si trovasse e, soprattutto, come mai riuscisse a vedere le sue mani.
    Non c'era più la sua camicia di forza.
    «Ma che...»
    Non terminò nemmeno la frase che qualcosa, all'interno della sua voce, non lo convinse minimamente. Solo una cosa poteva essere successa ma, l'idea di quell'evenienza lo terrorizzava veramente troppo.
    Lentamente portò le mani al mento, alla ricerca della sua museruola metallica. Non posso descrivervi l'orrore che provò quando al posto del freddo metallo sentì la sua calda e morbida carne. La museruola non c'era più.
    In realtà però, ora che ci penso bene, posso descrivervi il suo orrere : nonostante si fosse appena svegliato, svenne.
    Svariate ore dopo, quando si riprese nuovamente, volle controllare nuovamente la presenza della sua museruola, sapete : ci era parecchio affezionato. Al secondo, nuovo, contatto con la verità dura come la sua carne svenne per la seconda volta.
    Ripresosi per la terza volta era oramai ben cosciente dell'orrore nel quale stava vivendo : era sopravvissuto, chissà come, a quelle maledette capre e a quella foresta della malora ma a caro prezzo, i suoi vestiti non ce l'avevano fatta.
    Strinse la mascella per impedirsi di piangere, troppo tardi però. Un'unica lacrima fu versata per quella perdita ingiusta.
    Con il morale distrutto Clive si alzò ed iniziò a vagare per i corridoi dell'Heiwa, senza una meta precisa.
    Sconsolato camminò per i corridoi, con il solito camice da ospedale addosso, fino a quando una presenza nera si fece largo tra i suoi ricordi. No, non un brutto flashback dal passato quanto più una ragazza che aveva incontrato prima della "visita di piacere" alla foresta, alla mensa mentre cercava di scappare da un'organizzazione di albini pronti a rubargli la zuppa. Era una ragazza simpatica, presumeva, anche se aveva provato a lanciargli contro i coltelli.
    Tutti quei pensieri però erano uno più inutile dell'altro, alla fine, aveva già agito. Indicandola con l'indice della mano destra ed il corrispondente braccio teso verso di lei aveva gridato a gran voce.
    «Ehi! Ma tu sei quella dei coltelli!»

     
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  3. Tsukamoto Arashi
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    •† Hanako Kuromichi

    Senza neanche aspettare una risposta da parte del suo compagno, aveva già cominciato a guardarsi intorno in cerca di carta e penna. E in effetti era stata una richiesta stupida la sua: come poteva disegnargli una mappa senza il materiale, che di sicuro non avrebbe trovato in mezzo a un corridoio?
    Rimproverandosi per la sua stoltezza e cominciando a sentire di nuovo il disagio di poco prima, come si poteva essere così stupidi?
    Ritirare un'offerta era secondo lei segno di grave maleducazione, dunque non aveva la minima idea di come tirarsi fuori da quell'impiccio. Ragion per cui, continuava a rovistarsi nelle tasche nervosamente, fingendo di cercare carta e penna: frugava con tanta foga che sembrava che in quel modo il materiale si sarebbe materializzato nelle sue tasche.
    Certo, avesse avuto un minimo di intelligenza avrebbe forse contemplato tra le varie possibilità anche quella di chiedere al suo compagno se avesse qualcosa per scrivere, ma quando si agitava la sua intelligenza calava a picco.
    Fortunatamente, o forse no, venne interrotta da un grido che pareva rivolto a lei. Era talmente alto che se anche non avesse in qualche modo percepito che era per lei si sarebbe voltata, e in effetti così fecero i pochi studenti che si aggiravano da quelle parti: smisero di fare quel che stavano facendo prendendo a fissare la fonte di quel rumore.
    Era una voce a lei già nota, o qualcosa del genere, e proveniva da un tizio che a pochi metri da lei la stava indicando.
    Voleva sprofondare dalla vergogna.
    "E tu chi diamine...? ODDIO." s'interruppe, le era venuto come un flash.
    Quel portamento così sgraziato e quelle occhiaie da 'non dormo da due settimane' potevano essere solo di una persona.
    Il pazzo in museruola e camicia di forza! Senza museruola e camicia di forza, però, sembrava tutt'altra persona
    Indossava unicamente un camice ospedaliero (e Hanako rimase a dir poco shockata immaginando cosa stessero guardando le persone dietro di lui) e aveva un'aria abbattuta, più del solito.
    Visto il camice si poteva ipotizzare che venisse dall'infermeria, dato che aveva anche qualche cerotto sparso qua e la e degli evidenti lividi, dunque facendo due più due Hanako arrivò alla conclusione che erano state le infermiere a 'tirarlo a lucido', lavandolo e privandolo di quei vestiti tanto 'scenici'.
    La ragazza fece qualche passo indietro, come per un riflesso condizionato, mentre con un sorriso perplesso lo salutava alzando la manina.
    "C-ciao...Clive, giusto? Che ci fai qui...tutto solo?" avrebbe voluto aggiungere 'mezzo nudo', ma probabilmente sia lui che Lucien che ancora stava dietro di lei, probabilmente altrettanto perplesso da quello strano individuo.
    Per quel che sapeva Hanako, Clive era stato uno dei poveretti finiti in Foresta, tra l'altro era pure stato l'ultimo ad aver fatto ritorno alla Heiwa, piuttosto malconcio a quel che sentiva dire.
    Certo che le voci di corridoio erano meglio di una spia! Comunque era... 'umanamente' felice che Clive fosse meno rotto di quel che sembrava. Anche se aveva un'aria più afflitta del solito.
    "Qualcosa non va?"
     
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    ⊙ Clive Addams ≈
    I pensieri che gli attraversarono la mente negli istanti immediatamente successivi furono a dir poco sgradevoli, per quale motivo aveva chiamato quella ragazza? Non sentiva di doverle dire qualcosa, era stato un gesto puramente istintivo.
    Poco male, parlare con qualcuno probabilmente lo avrebbe risollevato un minimo dai suoi grandissimi problemi di abbilgiamento.
    « Oh bhe, quello che fanno più o meno tutti penso, faccio una passeggiata per schiarirmi le idee »
    Il tono della voce era parecchio esuberante, nonostate fosse ancora ben chiara la nota di rammarico per la sua camicia di forza e la museruola andate perdute nella missione di sopravvivenza nella foresta.
    Fece qualche passo verso la sua interlocutrice che, bhe, evidentemente conosceva il suo nome. Si era presentato ai tempi? Proprio non se lo ricordava... evidentemente sì. Nel frattempo alcune persone avevano preso a fissarlo, di certo non poteva aspettarsi altro dato il suo abbigliamento ancora più strano e meno canonico del solito.
    Gliene importava qualcosa? Probabilmente no, l'unico problema era che si sentiva prettamente a disagio nell'essere osservato senza quella cosa a proteggergli il volto, la sua adorata museruola... da quando aveva preso ad amarla così tanto? Probabilmente da sempre ma, si sa, si capisce quanto si apprezzano le cose solamente quando si perdono.
    «Oh... va tutto bene, più o meno.
    Ho solo perso qualcosa...»

    Il tono della voce, per una volta, riflesse quelli che erano veramente i suoi sentimenti. Per un attimo si poteva addirittura scabiarlo per una persona normale o quasi almeno, se ci si dimenticava di com'era vestito.
    Quell'attimo però finì e, di contro a tutto quello che ci si poteva aspettare da lui, Clive si mise a ridere.
    «Ma non ha nessuna importanza, me la riprenderò. Tu invece cosa ci fai per i corridoi? Chi pensi di accoltellare questa volta?»
    Inutile dire che il figuro che stava accompagnando la ragazza dai capelli corvini era passato completamente inosservato agli occhi di Clive, come una seconda questione che, fino a quel momento, era stata totalmente sottovalutata ma che, per una specie di lampo di genio del mezzo-demone, divenne chiara come la luce del sole in un solo istante.
    «Anzi, cosa molto più importante : come ti chiami?»

     
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  5. Tsukamoto Arashi
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    •† Hanako Kuromichi

    Stava ... passeggiando? Con il didietro in bella vista? Che cosa insolita... Ma d'altronde chi poteva essere lei per definire qualcuno 'normale', anche se in effetti una ragazza che girava in uniforme per una scuola sarebbe stata... 'la norma', se non fosse che quella in cui stava non era una comune scuola ma un'accademia frequentata da persone a dir poco variopinte: ogni giorno si potevano osservare alunni che giravano per i corridoi, ognuno vestito come meglio credeva, o come il suo corpo gli consentiva di vestirsi. C'era per esempio un tizio il cui livello si aggirava intorno al 4 che era abbastanza fuori controllo e al minimo sbalzo d'umore... s'infiammava. Letteralmente. Beh, lui era costretto a girare in tuta ignifuga, per evitare di mandare a fuoco chiunque o qualunque cosa gli capitasse vicino.
    Poveretto, doveva morire di caldo rinchiuso là dentro...
    Divagando, Hanako si era immersa come al solito nei suoi pensieri, assumendo quell'espressione assorta e contemplativa abbastanza equivoca: fissava Clive come se fosse la cosa più interessante che avesse mai visto ma in realtà i suoi occhi non vedevano, era completamente nel suo mondo. Aveva un che di tenero e allo stesso tempo inquietante, e neanche a dirlo si era persa completamente l'unico pezzo del discorso che avrebbe potuto togliere a Clive almeno il nomignolo di 'pazzo in museruola'. Che peccato, aveva solo afferrato qualcosa riguardo al fatto che costui aveva perso un oggetto da qualche parte...mah. Distratto com'era non c'era molto da stupirsi.
    Si riscosse sobbalzando, e i suoi occhi neri si fecero meno vitrei, al sentire la sua risata.
    Oh mio dio, quel pazzo stava ridendo sul serio? Ma allora non era del tutto pazzo! Forse era semplicemente stata lei a giudicarlo troppo in fretta... Certo, non è facile non badare alle apparenze quanto ti si presenta davanti un tizio con una camicia di forza logora e una museruola alla bocca. Specie se questo ti impedisce di mangiarti in santa pace la tua colazione e ti comincia a parlare di un'associazione di bevitori di sangue, allarmandoti inutilmente.
    Tutto sommato non era neanche tanto male, quel ragazzo, se si tralasciava l'aria da svitato e l'abbigliamento da far pietà era un bel ragazzo. E quel suo modo di fare lo rendeva grottesco e a tratti comico, tanto che Hanako dovette trattenersi dal ridacchiare sotto ai baffi.
    Le chiese come si chiamava... ma come, credeva di essersi già presentata in mensa! Forse costui aveva anche qualche problema di memoria... Tanto valeva far finta di niente.
    "Sono Hanako Kuromichi... Molto piacere, hehe" disse, porgendogli una mano con un sopracciglio inarcato e un largo sorriso nervoso e a dir poco perplesso.
    Beh, a questo punto poteva dirsi fortunata a poter stringere la sua mano 'nuda' e non infagottata in un lurido cencio.
    Eppure in tutto ciò c'era qualcosa che le stava sfuggendo, ma non riusciva a capire cosa... o chi.
     
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  6. †Crazy-Biri†
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    Łυ¢ζξη §ΦłΛяζs
    Hanako lo aveva portato a destra e a manca nei meandri dell'accademia. Era... colossale, non c'era che dire. Gli mostrò le varie sezioni della scuola e, camminando, il lontananza Lucien riuscì anche a vedere il vecchio complesso della Radiant Sun, circondato da una leggera nebbiolina. La seguì, guardandosi intorno, annuendo alle sue spiegazioni e facendo qualche occasionale domanda.
    Nell'atrio gli parlò dei vari sistemi di sicurezza, parlandogli dei dei due capisezione e soffermandosi su come "aggirarli". Il ragazzo si sorprese leggermente a questi discorsi della ragazza, la quale sembrava una maestra dell'evasione. Beh, non che la cosa lo preoccupasse. Al monastero, solo la Dea poteva sapere quante ne aveva buscate dalla Madre Superiora quando, per andare a giocare o a scorrazzare nella foresta, sgattaiolava fuori furtivamente. Era molto più scalmanato rispetto ad adesso... e il pensiero lo fece sorridere.
    Hanako sembrava però preoccupata per qualcosa, che però sembrò poi passargli. Gli sorrise stranamente... era pallida. Lucien non era sicuro stesse bene, poi lei gli chiese se volesse anche lui una mappa e prima che potesse risponderle si era già messa a frugarsi nelle tasche freneticamente. Sembrava ancora più preoccupata fino a quando un tizio in camice classico da ospedale fece la sua comparsa.
    Il didietro in bella mostra era compreso nel prezzo.
    Urlando come un forsennato verso una fantomatica "tizia dei coltelli", che si rivelò essere una shockatissima Hanako, attirò l'attenzione di tutti gli studenti intorno.
    Immaginatevi le facce di quelli posizionati nei 90° posteriori del ragazzo.
    Anche Lucien, pur essendo nel lato "salvo" era rimasto scandalizzato, tanto che rimase in silenzio tutto il tempo osservando Hanako e "chiappe al vento" parlare amabilmente (non troppo dato che Hanako era probabilmente scandalizzata tanto quanto Lucien). A quanto pareva il ragazzo si chiamava Clive.
    Nella mente di Lucien si stava facendo spazio il pensierino di trovare una scusa per andarsene, tipo "ho dimenticato il gatto sulla pentola a pressione", ma sarebbe stato ingiusto verso Hanako, lasciata ad affrontare da sola una sfida del genere, e anche verso Clive, in qualche maniera (anche se il principale problema era proprio il suo vestiario, o meglio, il quello mancante). Comunque dopo che ebbe farfugliato qualcosa in proposito ad avere perso qualcosa (la sanità mentale, forse?), detto poi che non importava al momento, avere riso a crepapelle e non essersi ricordato (o forse non lo sapeva proprio, ma data la situazione...) il nome della ragazza, che pazientemente glielo disse porgendogli la mano, l'atmosfera si acquietò, permettendo anche a Lucien, appena ripresosi dalla "sorpresina" di entrare a suo malgrado nella conversazione, sorridendo pacatamente.
    -Ah, sono Lucien Solaris, una nuova matricola! Piacere anche da parte mia! Hanako-san mi stava mostrando la scuola.-
    Si rese di nuovo conto della situazione vestiaria di Clive, sorridendo imbarazzato.
    -Comunque... non vorrei essere invasivo ma... avresti qualche parte del corpo... scoperta, ecco tutto.-
    Che il moro avrebbe interpretato male quella frase?



















    Scusate per il super ritardo -__-"


    Edited by †Crazy-Biri† - 15/7/2012, 00:11
     
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    « Clive Addams »

    L'espressione della ragazza nel porgere la mano a Clive lo incuriosì abbastanza. Perché tutta quell'insicurezza e quel nervosismo? Per una volta che non aveva approcciato qualcuno con qualche assurda storia cospirazionistica s'aspettava d'essere accolto non dico a braccia aperte però almeno con la cortesia che si riserva ad un estraneo ma... Il pensiero lo colpì al volo, era la museruola : senza quella era un essere orrendo che non valeva nemmeno la pena d'essere visto e, proprio perché gli stava riservando la cortesia degli estranei, Hanako non aveva il coraggio di dirgli che era orribile e si sforzava di fare buon viso a cattivo gioco.
    Controllò l'impulso di portarsi rapidamente il braccio col quale non stava stringendo la mano di Hanako sul volto a coprirlo, non voleva farsi vedere "debole" ai loro occhi.
    « Lo so che senza museruola non sono questo granché... »
    Constatò in risposta alla sua espressione guardandola con aria svilita, distogliendo gli occhi e con un tono di voce degno di chi si é arreso ad una verità più grande di lui.
    La situazione poteva migliorare, e di molto.
    Sfortunatamente non fu così.
    Il commento di Lucien, il ragazzo che aveva accompagnato Hanako fino a quel momento, su una sua parte del corpo scoperta semplicemente distrusse gli ultimi frammenti di autocontrollo di Clive che, sentendosi obbligato ad agire allora, smise di trattenersi e si coprì il volto con un braccio, appoggiando il naso sopra il gomito, lasciando visibile solamente dalla punta del naso in su. Non era proprio la sua museruola, ma ci si sarebbe dovuti accontentare. Non bastava tuttavia, non si sentiva abbastanza al sicuro. Con una rapida rotazione del corpo voltò le spalle ai due e si abbassò sulle ginocchia, come a volersi fare il più piccolo possibile.
    « Va bene, va bene, ho capito l'antifona. Andrò a nascondermi su qualche albero finché non avrò ritrovato i miei vestiti.
    Certo però che siete crudeli con le persone voi due! »

    Nella sua voce, nonostante fosse parzialmente mascherata e distorta dal braccion, si coglieva distintamente la disperazione; tutto il suo autocontrollo e la sua scorza da duro era stata persa assieme ai suoi vestiti... non s'era mai reso conto che fossero così importanti per la sua personalità.
    Continuò con un tono di voce colmo più di rabbia che altro, a volume più basso.
    « Stupide capre dai denti a sciabola, me la pagherete anche per questo... »

    ★ Livello 2★Link Scheda★ Ibrido
     
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  8. Tsukamoto Arashi
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    « Hanako Kuromichi »


    Quel ragazzo tremava leggermente, vederlo così da vicino lo faceva sembrare inquietante anche se ora, con meno occhiaie del solito e senza vestiti strani addosso, era apparentemente un ragazzo normale.
    Lo squadrò per bene, tra i tre scese un imbarazzante silenzio: durò poco, per fortuna oserei dire, ma quel lasso di tempo bastò alla ragazza per osservarlo nei dettagli.
    Notò diversi particolari che le erano sfuggite in precedenza, forse perché offuscate dall'abbigliamento molto..'appariscente': innanzitutto, i capelli, erano veramente lunghi, più di quanto si aspettasse... non sapeva esattamente dove gli arrivavano, ma superavano le spalle, e visto che momentaneamente Hanako non poteva e non voleva vederlo di spalle, per ovvi motivi, rimaneva per lei un mistero dove finissero. Poi, gli occhi. Avrebbe potuto giurare fossero grigi, eppure da sotto un folto ciuffo di capelli che gli nascondeva metà della faccia (anche questo un altro dettaglio che le era sfuggito, forse perché la lunghezza effettiva del ciuffo veniva mimetizzata dalla museruola), poteva scorgere parte dell'altro e, udite udite, era GIALLO. Una cosa mai vista prima in vita sua, tanto che dovette far leva sul proprio autocontrollo per non avvicinarsi pericolosamente a lui, scostargli il ciuffo, e vedere se effettivamente quell'occhio era di quell'insolito colore.
    Il silenzio fu fortunatamente interrotto dalle parole di Lucien, che accennava vagamente a ... una parte del corpo scoperta. E in effetti, anche Hanako ricordò che Clive stava andando in giro per la scuola mostrando il suo deretano a tutti, anche se, forse proprio per questo motivo, il corridoio si era improvvisamente svuotato lasciandoli soli. Uhm, da sola con un monaco e un matto da legare, meraviglioso.
    Stava per aggiungere precisazioni all'informazione, forse troppo generica, data da Lucien ma, troppo tardi, Clive aveva già fatto in tempo a fraintendere.
    L'aveva presa così male che aveva dato loro delle 'persone crudeli', accucciandosi a terra con aria sconsolata e mugugnando qualcosa fra sé e sé.
    "Ma guarda te cosa mi tocca fare..." disse, anche lei parlando quasi da sola. In una sorta di momento di carità si sfilò una molletta nera tra i capelli, si avvicinò al 'piccolo' Clive e cercò di agganciare insieme come meglio poté le due estremità del camice, in modo che lo coprissero un pochino più di prima. Se non altro, non aveva più parti intime scoperte.
    "Ecco fatto" disse poi, dandogli una pacca sulla spalla con l'intenzione di rassicurarlo...almeno non poteva dire di non averci provato.

    ★ Lv: //Link Scheda★ Angelo Nero (N)
     
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  9. †Crazy-Biri†
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    «Łυ¢ζξη §ΦłΛяζs»

    Clive sembrò non prendere troppo bene il commento di Lucien, e infatti, nascondendo il volto dietro al braccio, accennò a una certa museruola, per poi girarsi di schiena, accucciato. Probabilmente aveva totalmente frainteso le parole del ragazzo, poichè riferì loro che sarebbe stato prossimo a nascondersi da qualche parte fino a quando non avesse riavuto indietro i suoi vestiti, tra i quali probabilmente c'era quella... museruola? Diede anche dei "crudeli" ai due.
    -Veramente io... non...
    Sbuffò sconsolato. Lucien non sapeva come scusarsi (e anche per cosa, dato che non ci aveva capito molto di quella faccenda). Ma la cosa più preoccupante era la posizione di Clive in quel momento, estremamente pericolosa. Al momento non c'era nessuno tranne loro, lì intorno, ma comunque mostrare le natiche a destra e a manca non era certamente una cosa... raffinata... Il camice da ospedale per ora copriva le sovra citate e temute "parti", ma se Clive si fosse mosso ancora un po' non sarebbe stato propriamente uno spettacolo da prima fila.
    Fortunatamente, quella santa di Hanako si sfilò una molletta dai capelli e andò a fissarla sul vestito del poveretto, che stava ancora mugugnando qualcosa, così da coprire l'apertura posteriore. Lucien alzò il pollice, sorridendo flebilmente verso la compagna e cercando di trasferirle la sua approvazione.
    °N-nice job, Hanako-san!°
    Dopo che la ragazza diede una pacchetta sulla spalla di Clive, anche Lucien gli si avvicinò, sorridendo rassicurante.
    -Scusami per quello che ho detto prima (anche se hai evidentemente capito male)... Ma lascia che ti chieda una cosa: come mai sei in camice da ospedale? E anche i tuoi vestiti, hai qualche idea di dove possano essere?-


    ★ Lv. 1★Link Scheda★ I - Spirito di fuoco
     
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  10. Tsukamoto Arashi
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    Role chiusa perché inattiva da troppo tempo, i personaggi sono liberi
     
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