Quest #1: "Salvati la pelle!" [Gruppo 1]

Guidato da Zenko Ronsukai

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  1. Tsukamoto Arashi
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    Prof. Byakuya
    Quel fatidico giorno finalmente arrivò e proprio come un bambino Byakuya non stava più nella pelliccia pelle. Già pensava alle reazioni degli studenti una volta infiltrati in quel terribile posto... Rise sotto i baffi. Era troppo eccitato alla sola idea. Non vedeva l'ora di vedere come se la cavavano i suoi studenti, di vederne le mosse, le difese, i piani programmati, l'improvvisazione, il sudore, le ferite... Tutto quanto. Rise di nuovo, mentre avanzava facendosi spazio tra quella mandria. Raggiunse gli altri, salutando a sua volta con un cenno la sua dotata dolce collega, riservandole un sorriso malizioso. Incrociò ben presto anche lo sguardo di Arashi e di Zenko, e schiarendosi poi la voce, di pronta risposta iniziò il suo discorso.

    Noto con piacere che per ora ci siete tutti. Sarò breve, quanto diretto. Come ben sapete questa sarà una prova di sopravvivenza in cui sarete voi i veri protagonisti. Noi Professori rimarremo del tutto estranei, dovrete cavarvela da soli con quello che avete o con quello che vi procurerete lungo il cammino. Avrete inoltre a disposizione degli zainetti contenti l'essenziale per poco più di 3 giorni indetti contro il mio volere dalla Professoressa Ayame. Fatene buon uso.

    Indietreggiò poi di qualche passo, lasciando la lista che aveva tenuto in mano tutto il tempo al CapoSezione della Radiant Sun.

    Buona fortuna.

    Gli disse, poi.











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    zenkσ
    Si guardò attorno con aria stanca e speranzosa, come se stesse cercando tra quella marea di gente qualcuno in particolare. Sospirò. Zenko era lì da mezz'ora ormai e sinceramente la stanchezza stava prendendo il sopravvento; dopotutto era stato uno dei primi ad arrivare. Il gruppo di studenti attorno a lui si fece finalmente più corposo, segno che era stato raggiunto il numero degli studenti partecipanti. Diede un'occhiata di intesa al serio Byakuya e un'altra alla povera Ayame che sembrava in preda al panico. Poveretta... E' sempre così comprensiva. Gli dispiaceva un po' che in questo genere di cose le sue proposte non avevano molta approvazione. Fatto sta che d'un tratto la vide, la sua musa ispiratrice, o semplicemente la sua collega. Un sorriso raggiante gli illuminò per un istante il volto nel vederla. Già, solo per un istante. Difatti si incupì ben presto, nel vedere che lei non era sola. Era accompagnata da uno strano ragazzo che non aveva mai visto, alto quanto lui ma fisicamente più robusto. Quello fu uno dei momenti più particolari della sua vita, non sapeva proprio come comportarsi... Arashi non gli aveva mai parlato di un.. ragazzo. Fece per avvicinarsi, ma non appena notò che le loro mani erano stretta in un abbraccio non potè non assumere un'espressione raccapricciante. Gli occhi erano diventati due palloni, le pupille si erano ridotte a piccole fessure, la coda immobile e le orecchie a metà altezza. Il respiro si fece affannoso. Pensieri su pensieri si formarono nella sua mente, costruendo via via un tristissimo filmino mentale... Socchiuse poi gli occhi come per assorbire dentro di sè la pugnalata ricevuta e tornò ad una normalità apparente. Erano anni ormai che la sua mano non incontrava quella di Arashi... Indietreggiò per tornare alla sua postazione, e per sua fortuna Byakuya iniziò il suo maledetto discorso. L'idea di morire in quella foresta non gli pareva più un'idea così spaventosa.

    [. . .]



    Quando Byakuya ebbe finito di parlare, Zenko lesse la lista che gli fu data da quest'ultimo, completamente senza emozione.

    Nevaeh Flaherty, Chacedy Okiwata, Jace Light, Vesper Darklight e Sapphire Emiko Ojima, da questa parte.










    Giorno 1°

    (Non l'ho scritta io ma la posto io perché la rete di Volpe ha deciso di morire adesso XD)


    Edited by » A n a t h e a - 1/9/2013, 10:58
     
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  2. Chacedy
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    dragonicaumutedisland16

    Chacedy Okiwata


    Una notte insonne al lavoro per cercare di rimettere in sesto lo Shikaromi. Buoni risultati. Arma in sesto. L'elfa si alzò trascinandosi verso il letto dove si accasciò e si lasciò andare tra le braccia di Morfeo; esausta.
    Quella mattina c'era il caos nella scuola. Tutti si radunavano nel posto che aveva indicato Byakuya nell'ultima lezione.
    E così è arrivato il giorno, non è così?
    Pensò l'elfa svegliandosi. Il baccano che proveniva al di fuori della porta della camera era insopportabile per le sue orecchie. Rimase per qualche momento rannicchiata nel letto premendo i palmi delle mani sulle orecchie per non sentire il rumoreggiare delle studentesse. Strizzò gli occhi dal dolore. Non era stato uno dei suoi risvegli migliori, ammettiamolo.
    Una volta che il corridoio fu apparentemente più tranquillo con uno scatto verificatore allontanò le mani dalle orecchie e constatò che, salvo qualche ragazza, il corridoio si era calmato.
    Sbuffò sollevata e finalmente si alzò dal letto. Scosse la testa liberandosi la mente dal pensiero, ormai costante, di ciò che avrebbe dovuto affrontare quest'oggi ed andò a prepararsi. Prima di tutto, si era messa in programma che avrebbe dovuto dare una "sfoltita" ai suoi capelli. Stavano divenendo sin troppo lunghi per i suoi gusti. Ma soprattutto, con dei capelli così lunghi avrebbe rischiato di impedirsi alcuni movimenti. Entrò nel bagno e si bagnò la chioma. Poi prese le forbici e con un unico taglio frettoloso tagliò di netto la lunghezza dei capelli. Ora le arrivavano a malapena sulle spalle.
    Quella mattina decise di abbondare con i porta fortuna, preferì dunque indossare il suo vestito preferito. Tirò fuori dallo zaino uno dei pochi indumenti che conservava del suo popolo. Una toga azzurra e ocra. Il suo cappello da "elfa cadetta" poggiato delicatamente ed accuratamente posato sulla testa. Quella era la sua armatura da combattimento. Anzi, in genere quella era la corazza che gli elfi indossavano da ormai centinaia di anni per i combattimenti. Leggera, mimetica e protettiva. Tre in uno.
    Bene. Cappello, armatura, copri spalle, capelli e..
    Si voltò verso il suo lavoro notturno. E con un richiamo lo attivò. Lo Shikaromi pareva essere nuovamente al pieno delle energie e della "forma".
    L'elfa sorrise. Dopotutto non poteva accaderle nulla di tanto spaventoso o pericoloso. C'erano degli insegnanti con loro.
    Uscì dalla stanza e si precipitò verso la sala nella quale era radunata tutta la scuola.

    [..]

    Il discorso di Byakuya, inquietante come al solito, non impaurì l'elfa. Non appena fu terminato vennero a formarsi due gruppi. Il primo formato da Zenko, Nevaeh, Jace, Vesper, Sapphire e la stessa Chacedy. L'altro formato da Arashi, Akane, Kurogane, Yuuto e Terinae. Tra la massa di studenti l'elfa cercò la sua sorellina, Hana; ma quest'ultima sembrava non essere presente. Sul suo volto si fece un'aria preoccupata e seria.
    Accidenti, dov'è?
    Si chiese venendo poi attirata dall'attenzione di Zenko. Questi era intento a distribuire al gruppo degli zaini contenenti qualche provvista e alcuni oggetti necessari alla sopravvivenza per neppure la metà dei giorni che avrebbero dovuto passare nella foresta. Rabbrividì un momento facendosi poi coraggio.
    Non accadrà nulla di male.
    Sulla sua testa nevicava. Bufera in vista. Aveva un brutto presentimento. E pareva non essere l'unica. Gli occhi dello Shikaromi lampeggiavano di un rosso vermiglio. Non era un buon segnale.
    Procedeva in fondo al gruppo. Aveva deciso quella posizione per il suo udito e la sua vista fini. Avrebbe coperto le spalle alla squadra. Passo dopo passo, si avvicinavano al campo di sopravvivenza.
    Da li a qualche istante sarebbe iniziata la lotta.


     
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  3. .Jace
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    Jace Light


    Era appena arrivato nel punto di ritrovo, come richiesto e da lui eseguito.
    Si sentiva decisamente a disagio, inutile nasconderlo: era andato in bagno già tre volte nell'ultima mezzora e aveva di continuo rabboccato la sua fida borraccia, sino all'orlo, come ad essere sicuro di non rimanere senza liquidi. Una piccola aggiunta ai viveri forniti dalla scuola. Alla fine aveva optato per del semplice succo di frutta, purtroppo annacquato dai continui travasi del ragazzo. Si era preparato con calma, seppure non avesse poi molto da prelevare: quei pochi averi che possedeva erano stati cacciati nello zainetto, opportunamente caricato sulle spalle.
    Era lì da una quindicina di minuti, mescolato alla folla di studenti in partenza per la prova avrei dovuto fingermi malato pensò tra sè e sè, guardandosi ancora attorno e sentendosi semrpe di più un pesce fuor d'acqua. d'altronde non era entrato da molto all'accademia..e già si ritrovava a dover affrontare una prova simile. Aveva sperato sino all'ultimo di venirne esonerato, ma no...la prova andava comunque affrontata e serviva per testare le sue capacità, quindi.. Non che vi sia molto da testare, per quanto mi riguarda si era detto, mentre preparava il suo zaino; aveva ripensato spesso, in quei giorni, alla prova e si era rammaricato più volte di non sapere davvero da che parte cominciar a cavarsela. Per di più, non conosceva quasi nessuno, cosa che lo gettava in un pessimismo ancor più fondato.
    Gli altri ragazzi gli sembravano sicuramente più preparati e alcuni gruppetti di persone si stavano già muovendo..e lui era lì, per nulla impaziente di partire, anzi..decisamente poco convinto di affrontare quanto li attendeva non essere fifone si rimproverò, cercando di farsi coraggio, mentre faceva per avvicinarsi di più al professor Bayakuya, giusto per sentire cosa stava per dire.
    Mosse qualche passo in avanti, quando si accorse che il professore stava per cominciare a parlare, accostandosi per ascoltare: probabilmente sperava in un discorso di incoraggiamento vero e proprio, ma vide le sue tenui speranze cadere. prova di sopravvivenza.. cavarcela...e come? contro il suo volere...pff, e già come cibo è poco! sette giorni a mangiare zollette di terra no! pensò, leggermente ironico e polemico, comunque ascoltando il proseguire del professore.
    si sistemò lo zainetto sulle spalle, alla fine del discorso: lo aveva riempito con qualche cambio di abito, con la sua borraccia ricolma di succo di frutta annacquato il diario e le matite.. e sul fondo vi aveva nascosto la sua sferetta luminosa, attualmente spenta; sempre nello zaino, lateralmente tra la stoffa e la borraccia, vi aveva infilato lo stiletto. Al momento, si era accontentato di indossare una camicia e un paio di pantaloni comodi, con delle pratiche tasche laterali, oltre agli scarponcini e al giubbetto blu, dal taglio sportivo.
    Rimase fermo dove era, guardandosi ancor attorno, astenendosi dal commentare ulteriormente l'abbigliamento e la preparazione degli altri ragazzi, almeno sino a che non sentì qualcuno chiamarlo. Mosse qualche passo in avanti, avvicinandosi ad un ragazzo biondo, con un paio di orecchie da volpe che gli spuntavano sul capo.
    Sono io... disse, presentandosi all'altro, prima di accorgersi di essere solo il terzo di un lungo elenco Jace Light terminò, snocciolando rapidamente il proprio nome, fissando distrattamente l'altro. Bene, aveva risposto all'appello...e ora? si mise a spiare attorno a sè, come sperando di veder apparire qualche altro studente. C’era già una ragazza, Chacedy, che comunque non conosceva, che si era appressata al gruppo: le rivolse giusto un timido cenno del capo, silenzioso, spiandola infilarsi già verso la retroguardia. Beh lui si sarebbe accontentato di una sistemazione qualunque: non aveva preferenze ed era di poche pretese.
    Recuperò il sacchetto dei viveri, gentimente fornito dalla scuola, e si riaccostò al gruppetto pronto a partire. Si sarebbe mosso assieme a tutti gli altri, senza far di testa propria, correndo avanti o indietro, almeno per il momento..e sarebbe partito assieme alla sua squadra verso la prova di sopravvivenza.




     
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  4. » A n a t h e a
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    VESPER DARKLIGHT


    "Sbrigati, sbrigati!", i pensieri di Nero le rimbombavano nelle orecchie così forte da darle quasi fastidio. Raramente il lupo era tanto eccitato: l'idea di una prova di sopravvivenza nella foresta gli infondeva energia ed entusiasmo visti poche altre volte prima di allora. Non altrettanto entusiasta di effettuare quella prova lo era lei, Vesper, appena svegliata e già costretta a sorbirsi la gioia dell'animale. Alzatasi, la ragazza lanciò uno sguardo intimidatorio al grosso lupo che la guardava con vivaci occhi blu ai piedi del letto e, subito dopo, questi si acquattò al pavimento, abbassando orecchie e coda: non c'era stato bisogno di uno scambio di pensieri perchè Nero capisse che il suo esagerato entusiasmo era un poco fuori luogo, perlomeno a quell'ora del mattino.
    Vesper, come suo solito, scelse accuratamente il proprio abbigliamento, ma, date le circostanze che richiedevano praticità, optò per un paio di pantaloni in morbido tessuto chiaro e per una larga maglia a maniche lunghe di colore bianco. Ai piedi non mancavano un paio di stivali di pelle nera in cui, all'interno del lato esterno di quello sinistro, era nascosto il suo pugnale. Quando ebbe finito di vestirsi, la ragazza si dedicò all'acconciatura, dopo essersi velocemente pettinata i lunghi capelli biondi. La scelta ricadde su una semplice e morbida treccia; i capelli così legati lasciavano ben visibile il collo e la pelle chiara su cui spiccava il pendente d'argento che Vesper indossava sempre. Un mugolio sommesso le fece capire che il lupo approvava il risultato finale, ma anche che ora toccava a lui essere preparato a dovere. "Stai cominciando a diventare vanitoso, quasi più di me... Vieni qui, tu", Vesper si accovacciò sulle ginocchia e lasciò che il lupo si avvicinasse e che fosse così più vicino allo specchio, per poterlo vedere meglio: era già più che sufficientemente pulito, avendolo lavato la sera prima, ma gli lucidò comunque il manto nero con un panno umido e, successivamente, gli infilò una catena argentea simile a quella che portava lei, a mo' di collare. Rimasero per un breve istante a guardarsi negli occhi, poi la Domatrice prese il muso del lupo tra le mani e sussurrò piano « Insieme », quasi immediatamente il pensiero che ricevette in risposta fu un chiaro e rassicurante "Sempre", lei sorrise e gli diede un bacio affettuoso sulla fronte, poi si rialzò, stiracchiandosi e si incamminò fuori dalla stanza, lasciando la porta aperta per consentire all'animale di passare.
    « Vai ora, so che muori dalla voglia di farti una bella corsa », con un cenno Vesper diede il via libera a Nero, che sfrecciò dal suo fianco e partì a tutta velocità verso il punto in cui si stava radunando un buon numero di studenti.

    [...]

    "Sei in ritardo, dove sei stata?" il tono del lupo era quasi preoccupato, benchè avesse perso di vista la padrona per qualche minuto. La ragazza finalmente lo raggiunse, posandogli la mano sinistra bendata sulla testa, accarezzandolo piano. Nero stava seduto sulle zampe posteriori, ma, anche da quella posizione, le sue imponenti dimensioni gli facevano raggiungere un'altezza piuttosto considerevole. "Avevo fame, ho fatto un salto nelle cucine a prendere la colazione" e, mentre comunicava i suoi pensieri all'animale, scoprì nella mano detra il torsolo di una mela, ormai quasi completamente divorata.
    Il professor Byakuya, nel frattempo, aveva cominciato a illustrare le condizioni della prova... Piccoli gruppetti... Provviste sufficienti per poco più di tre giorni... Una bella sfida, insomma. Vesper era ancora distratta dai pensieri di Nero riguardanti tutta la succulenta selvaggina di cui avrebbe potuto nutrirsi una volta entrati nella foresta, quando sentì chiamare il suo nome da un ragazzo biondo che teneva in mano una lista. L'avevano già raggiunto altri due, di cui uno, il ragazzo, Jace, sembrava un poco agitato. Lentamente, Vesper e Nero si fecero strada tra gli studenti e raggiunsero il loro gruppetto. "Loro sono amici?" chiese l'animale alla ragazza, che nel frattempo aveva afferrato lo zaino delle provviste e se lo era caricato in spalla, "Credo di sì, dovremo collaborare" spiegò lei e, infine, si andò a posizionare tra Jace e Chacedy, dopo aver rivolto loro un mezzo cenno di saluto. Tenne le gambe leggermente divaricate e Nero vi si sistemò in mezzo, accoccolandosi in terra, in attesa delle istruzioni della padrona. Vesper tirò un breve sospiro, guardandosi attorno e tentando di immaginare che cosa li avrebbe aspettati di lì a poco.


     
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    Nevaeh Flaherty ♠
    Si avegliò di soprassalto, in preda all'affatto. Era sudata, e il cuore pareva volersi definitivamene staccare, risalire per l'esofago e fuggire via. Ah, che nottataccia! Come al solito, quei maledetti incubi non l'avevano fatta dormire affatto bene. Non ne poteva più: questa carenza di sonno l'avrebbe portata ben presto ad un esaurimento nervoso -anche se ci era già molto vicino-. Alzatasi dal letto, la prima cosa che fece fu specchiarsi. Notò con sommo piacere che le sue adorate occhiaie parevano più marcate del solito; di questo passo, il suo viso sarebbe stato inglobato da esse! Non perse, comunque, altro tempo, e andò immediatamente a prepararsi o, altrimenti, avrebbe fatto tardi. Già, perché quello era un giorno...speciale. Quel giorno avrebbe potuto rischiare la vita. Ma non era molto preoccupata, sì insomma, non pareva importarle granché. Forse l'idea di morire non le sembrava poi così terribile? Ma, fulminea, la tornò in mente l'immagine della chiave; non avrebbe avuto senso morire prima di trovarla!
    Indossò il suo solito completo "da lavoro", nero ad eccezion fatta dalla camicia, bianca. Gonna, giacca, cravatta...tutto completamente scuro! Il tempo, fuori, era irrilevante; e comunque, vi si trovava a suo agio in quei vestiti, quindi perché cambiarli? Si diede una piccola sistemata ai capelli, anche se avrebbe potuto benissimo lasciarli com'erano. Ma avendo un minimo di educazione e pudore, convenne che almeno una spazzolata ci stava.
    Ottimo! Sembrava tutto pronto. Spostò lo sguardo sulla falce, alta, scura anch'ella, poggiata contro un angolo della stanza. La prese in mano e, finalmente, uscì dalla stanza. Non ricordava troppo bene il luogo dell'incontro, di conseguenza decise di andare a logica: si sarebbe diretta dove vi era più brusio e confusione.


    Dopo alcuni minuti, finalmente, arrivò, appena in tempo per sentire il discorso del Prof. Byakuya. Riprese fiato e lo ascoltò molto attentamente; fose era una sua sensazione, ma quel discorso aveva un che di minaccioso. O forse aveva recepito male il messaggio lei. Comunque, poco dopo si sentì chiamare dal ragazzo dalle orecchie e a volpe; avanzò, in fondo era stata la prima ad essere chiamata. Trovò qualche difficoltà ad andare avanti, troppa gente, ma alla fine arrivò sana e salva! Prese lo zainetto, mettendoselo in seguito sulle spalle. Stava già pianificando di non mangiare per almeno metà settimana, ma probabilmente non ce l'avrebbe fatta. Si guardò attorno, e, individuato il suo gruppetto, vi ci si aggregò. "Non conosco nessuno." pensò, guardandoli in faccia uno ad uno, scorgendovi varie sfumature ed emozioni. Poco male, li avrebbe conosciuti più avanti, anche se, senza Marion, si sentiva...come dire, sola. Ma scosse leggermente il capo, decisa a non pensarci. Piuttosto, le venne in mente che non aveva mai partecipato a questo tipo di missioni. Non aveva la minima idea di che cosa sarebbe potuto accaderle, da lì in avanti.

     
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    Come suo solito, aprì quasi di scatto gli occhi un secondo prima della sveglia, e rivolse repentinamente lo sguardo verso il letto della sua compagna di stanza. La trovò ancora profondamente addormentata, in una posizione fetale abbastanza comune negli esseri umani o quasi. Con un movimento veloce disattivò l'allarme e si tirò la coperta sul naso.
    Non aveva avuto tempo di pensare molto alla missione di quel giorno, a dir la verità non aveva avuto voglia di pensare affatto, non quando sul comodino l'aspettava una bottiglietta da un litro di sangue confezionato e freddo. Ma non poteva fare la schizzinosa quel giorno: rigirandosi nel letto si disse che, semmai avesse sentito il bisogno di cibarsi, avrebbe attaccato un animale. Tanto per scaricare l'adrenalina. Fissò il soffitto per qualche secondo, la mente totalmente vuota, prima di sfilarsi le coperte di dosso e incamminarsi verso il bagno. Qualche minuto dopo era pronta, la felpa larga e nera ricadeva pesantemente sui jeans comodi infilati in alti anfibi scuri, i capelli raccolti in una spessa treccia laterale. Si guardò allo specchio e non poté non pensare a quanto fosse dannatamente minuta, quei vestiti la facevano sembrare ancora più piccola. Ma, ancora una volta, non poteva fare la schizzinosa. Sarebbe stato difficile muoversi in una gonna e in una camicia, e quelli erano gli unici vestiti comodi che aveva nell'armadio.
    Bevve in un sorso il contenuto della bottiglietta e storse il naso, mentre afferrava la falce e si chiudeva la porta alle spalle.

    [...]

    Il discorso del prof come al solito aveva colpito nel segno, provocando un certo scalpore nel cuore degli studenti. Poteva sentire l'ansia inquinare l'aria come fumo, e prima che potesse immergersi in quel vapore soporifero, Zenko la chiamò e le consegnò uno zainetto con i viveri - bottigliette di plasma dall'aspetto triste. Sospirò e, guardandosi attorno, notò con estremo piacere che il suo gruppo era al completo, e questo voleva dire che erano prossimi alla partenza. Si infilò lo zaino in spalla e strinse l'asta della falce, tenendola perpendicolare al terreno, la lama inferiore che graffiava la terra.


    Sapphire Emiko Ojima 夜 • Vampire • ♀
     
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    zenkσ
    Zenko, nonostante non fosse propriamente felice, notò con piacere che al sentire del proprio nome, ogni studente avanzava ad uno ad uno verso di lui ordinatamente, senza far storie, per ricevere ciò che al volpino era stato chiesto di consegnare. Nulla di eclatante, erano dei semplici zainetti contenenti l'occorrente per sopravvivere decentemente almeno 3/4 giorni, ma la settimana era lunga nella Foresta e il lavoro che li aspettava era tutt'altro che leggero. Zenko fece un cenno al gruppo: era ora si mettersi in marcia. Si mise lo zainetto sulle spalle e come perfetto capobranco aprì la strada agli altri componenti del gruppo, girandosi di tanto in tanto per assicurarsi che tutti lo stessero seguendo. Si stavano dirigendo verso ovest e prima di addentrarsi in quel postaccio, il volpino lanciò una rapida occhiata alla sua lontana collega, ancora mano nella mano con quello strano tizio... Che rabbia! Avrebbe voluto abbandonare tutto e tornare indietro per chiedere spiegazioni, ma ovviamente la situazione lo impossibilitava a farlo. Scosse la testa, liberandosi dell'orribile immagine che la sua mente stava creando. Ci avrebbe pensato dopo, ecco la soluzione. La strada davanti a loro si faceva sempre più stretta e intricata: radici, rovi ed erbacce rendevano difficile il passaggio, alberi difficilmente distinguibili dagli altri disturbavano parecchio l'orientazione e man mano che si avanzava l'oscurità prendeva il sopravvento nonostante fosse piena mattina. E per fortuna che era mattina, i demoni di quel loco preferivano riposarsi durante le ore di sole, il problema sarebbe arrivato quando quest'ultimo fosse calato, ma Zenko sapeva già cosa fare. La notte prima si era preparato tutto.

    Bene ragazzi, come prima cosa dobbiamo trovare un posto dove sistemarci. Ovviamente sono da evitare posti con scarsa luminosità e difficili da raggiungere, pertanto dobbiamo cercare una radura in cui sia possibile effettuare senza alcun problema l'installazione delle nostre tende.

    Si fermò e si girò verso i ragazzi. La sua coda si muoveva serpentina.

    Starete pensando che una cosa del genere è impossibile all'interno di un labirinto come questo e invece vi sbagliate. Esiste un trucco, se così si può chiamare, di origine elfica, tramandato da elfo ad elfo, che consiste nell'ascoltare il vento e verificarne la provenienza. La maggior parte dei casi, una folata di vento arriva da luoghi aperti, come prati, campi e radure, proprio dove siamo diretti noi.

    Mosse il naso e successivamente le orecchie, rimanendo immobile per qualche secondo. Allungò poi il braccio destro indicando un punto imprecisato verso la loro sinistra.

    Per di qua.
     
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  8. Chacedy
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    dragonicaumutedisland16

    Chacedy Okiwata


    In breve tempo il gruppo si era formato ed erano partiti per la "fantastica avventura". Tutti i membri avevano regalato un sorriso alla nostra elfa che cordialmente aveva ricambiato con un suo. In quel momento Chacedy si sentiva fondamentale, importante. La cosa la faceva rimanere calma e rilassata, anche se il silenzio durante il viaggio aveva un non so che di inquietante. Dopo un bel po' di strada si fermarono e Zenko iniziò a parlare dando qualche dritta al gruppetto. Gli occhi di Chacedy brillarono non appena questa udì le parole del volpino riguardo un trucco elfico che lei conosceva benissimo, com'è giusto che sia. Sorriso a trentadue denti sul suo viso ed un espressione come ipnotizzata successivamente. L'elfa ora era intenta a fissare nuovamente il movimento ondulatorio della coda di Zenko. Dannazione, tute le volte. Tornò in sé quando ripartirono nuovamente, al che lei decise di fare una domanda. Semplice ma non scontata.
    Amh.. perchè non fare una "base" su un albero? Risulta meglio nascosta che in un campo.
    La sua innocente proposta era buona, anche se, però, c'era da dire che nel gruppo c'erano persone delle varie stature e abilità e non per tutti sarebbe stato facile raggiungere la cima di un albero.






    scusate il mini post ma non avevo la più pallida idea di cosa scrivere XD nei prossimi andrà meglio u.u
     
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  9. .Jace
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    Jace

    Erano partiti, alla fine..pensava in un gruppo più numeroso, ma a quanto pare si doveva accontentare. Si mise a camminare assieme agli altri ragazzi, dopo aver dedicato agli ultimi un rapido cenno di saluto. Non si era scelto nessuna postazione strategica..camminare nel mezzo del gruppetto gli andava benissimo, così come lo stare sulle proprie, almeno per il primo tratto di strada.
    Spiava, di tanto in tanto, gli altri membri, come a cogliere qualche tratto in più del loro aspetto fisico. Sembrava, comunque, soprattutto incuriosito dal lupo di Vesper, che pareva seguire la ragazza ovunque andava. E così era per le altre componenti del gruppetto, anche se loro non avevano un lupo da compagnia e, forse, la cosa gli sembrava un pelo più normale.
    Socchiuse appena gli occhi, alla luce del giorno, cercando di concentrarsi sulle sfumature diverse degli odori dei compagni di viaggio: non si sa mai, nella vita, quello che può servire. Voleva essere certo di riuscire a riconoscerli anche ad occhi chiusi, in caso di bisogno.
    Cercò di escludere dalla sua mente gli odori del percorso, via via che si inoltravano attraverso la foresta, provando a cercare solo profumi diversi, “anomali” per quell’ambiente naturale, senza ovviamente avvicinarsi troppo ai suoi compagni. Questa deve essere quella in fondo si disse solo, scoccando una vaga occhiata a Chadey, sentendo l’odore di lei meno intenso, di quando gli era passata accanto, per sistemarsi nelle retrovie. Tirò, poi, gli altri ad indovinare: il capogruppo aveva un odore vagamente selvatico, a parere del licantropo, con quella coda e quelle orecchie che, sicuramente, contribuivano alla cosa. idem per la domatrice, che si trascinava appresso l’odore del suo lupo, facilmente identificabile. Rimanevano solo le altre due compagne: Nevaeh non sembrava attrarre particolarmente la sua attenzione non sa di quasi niente si era sussurrato, mentre aveva trovato l’odore della vampira un po’ sgradevole, poco adatto ai gusti delicati del suo olfatto. Almeno, però, si era fatto una vaga idea della gente con cui stava viaggiando.
    Si affrettò a modulare il passo con quello del gruppo, per non restare né troppo indietro, né troppo avanti rispetto agli altri, mentre ancora osservava con curiosità il lupo di Vesper…e decise giusto di rivolgerle appena una domanda stentata, per far passare un poco il tempo del cammino Scusa se te lo domando, ma… comincò a dire verso Vesper Ti segue ovunque ? da..quanto? chiese, il tono più curioso che formale, nella voce Sembra non sia molto propenso a staccarsi da te. concluse, gettando una occhiata al lupo nero, mentre proseguiva il suo cammino. chissà se sanno distinguere cosa sono, quei due.. si disse, spiando di nuovo la domatrice e il suo lupo, chiedendosi si effettivamente erano in grado di distinguere il suo "essere diverso" o se lo avessero scambiato per un semplice umano passeggero.

    A quanto pareva, comunque, il primo passo era piantare la tenda della loro piccola compagnia da qualche parte. Il suggerimento di Zenko gli parve abbastanza buono: cercare una radura in cui piantare una tenda, seguendo gli odori diversi proviamo… Chadey aveva già posto la domanda cruciale: perché non su un albero? Non sarebbe stato più sicuro? In effetti… disse solamente, prima di seguire le indicazioni del capogruppo. Si mise, nuovamente, attento, inspirando profondamente per inalare maggiori quantità di aria e riuscire, così, a distinguere i diversi odori che la foresta offriva.
    Non ci mise molto ad identificare una corrente di aria più fresca e vivida, con dei profumi diversi, di erba più fresca e qualche fiore di campo. Si, da qualche parte doveva esserci la radura che il capogruppo cercava…non disse niente, comunque, constatando sicurezza nella voce di Zenko, nell’indicare la direzione da prendere. Beh, dovrebbe essere di lì…speriamo solo di non mancarla la direzione gli sembrava giusta, ma non era certissimo che sarebbero riusciti ad intercettare lo spiazzo altrettanto facilmente.
    Si sistemò meglio lo zaino sulle spalle e riprese a camminare assieme al gruppo, diretto verso la zona in cui aveva, a sua volta, sentito la presenza della radura



     
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  10. » A n a t h e a
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    Vesper Darklight - Domatrice Umana


    Al segnale del Capogruppo, il ragazzo biondo con coda e orecchie da volpe, Nero scattò subito in piedi, pronto a mettersi in marcia ed il suo entusiasmo invase di nuovo la testa di Vesper, che emise un impercettibile lamento, socchiudendo un poco gli occhi azzurri. La piccola comitiva cominciò ad incamminarsi nella foresta e la Domatrice avvertì i sensi della maggior parte di loro concentrati nel cercare qualsiasi tipo di minaccia o, in alternativa, un segno positivo. Dal canto suo, Vesper si affidava all'olfatto del lupo, che, per il momento, invaso dalla curiosità, vagava tra i membri del gruppo. "I due ragazzi hanno un buon odore, sono simili a me... Le tre ragazze hanno un profumo strano" pensò Nero mentre avanzava al fianco della padrona, tenendo lo sguardo fisso sulla coda di ZENKO che oscillava e scodinzolando a sua volta. La ragazza gettò un rapido sguardo all'insegna di JACE, che la stava guardando anch'egli, ma distolse subito gli occhi "E così, anche questo ragazzo... Meglio per te, ti sei trovato degli amici". Un sommesso brontolio indicava che il lupo era parecchio divertito; aumentando di poco il passo di marcia, trotterellò al fianco del ragazzo biondo che conduceva il gruppo e da lì si mise in avanguardia. Un breve sorrisetto comparve sul volto pallido della sua Domatrice, che rimase indietro, sempre al fianco di JACE, procedendo in silenzio.
    Dopo qualche istante, proprio il ragazzo che le camminava vicino le rivolse la parola, facendola quasi sobbalzare. Nero avvertì che era lui ad essere l'oggetto della discussione e, dall'avanguardia del gruppo, si riportò al fianco della padrona, talmente vicino a lei che la sua coda strusciava continuamente il fianco della ragazza. « Sì, è sempre con me... E' il mio Compagno da parecchio tempo, ormai. Io sono una Domatrice » chissà se il ragazzo ne aveva mai conosciuto uno, dal suo tono curioso sembrava di no. « Si chiama Nero, io invece sono Vesper... Ah, a proposito, dice che hai un buon odore, simile al suo » la ragazza concluse la frase abbassando di un poco il tono di voce, come a voler mantenere un segreto importante. "Chiedigli come si chiama" abbaiò il lupo e la Domatrice ripetè subito la domanda al ragazzo, specificando che era Nero a voler sapere il suo nome. "Sembra simpatico, forse potremmo..." i pensieri del lupo vennero interrotti prima dal Capogruppo e poi dalla ragazza che procedeva in fondo al gruppo, CHACEDY. Domatrice e padrona rallentarono il passo, fino a fermarsi ad ascoltare la conversazione che stava per avvenire. L'idea di trovare un posto sicuro e facilmente difendibile per accamparsi sembrava buona, ma a Vesper non sembrò altrettanto buona quella di costruire una base in cima ad un albero. Come avrebbe fatto Nero ad arrivarci? "Io rimarrò a fare la guardia ai piedi dell'albero, tu..." Vesper non lasciò nemmeno il tempo al lupo di terminare i suoi pensieri e decretò decisa "Io starò con te". Non diede una risposta alla ragazza in fondo al gruppo e si limitò ad alzare le spalle, mentre riprendeva a camminare lentamente, aspettando di sapere quale fosse il parere degli altri. Nel caso si fosse deciso per la via del rifugio sull'albero, avrebbe fatto sapere come la pensava. La mano sinistra bendata corse instintivamente sulla testa di Nero, che si appoggiò subito all'altezza del suo fianco, lasciandosi accarezzare. Proseguirono ancora nella direzione indicata da ZENKO e, probabilmente, di lì a poco, sarebbero sbucati in una zona aperta.

     
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    Nevaeh Flaherty ♠
    Ecco che, al cenno di Zenko, incominciarono tutti ad incamminarsi, Nev compresa. Non prese un posto preciso, poco prima dell'ultima sarebbe stato più che perfetto. E non potè fare a meno, durante la camminata, di osservare i suoi "compagni d'avventura". Il volpino lo aveva già conosciuto, e non c'era molto da dire. Tutti gli altri erano...particolari, e modo loro. Ma la svogliatezza, una delle sue caratteristiche più accentuate, le impedì di osservarli meglio. Oh no, non era disinteresse: era pigrizia. La stessa pigrizia che, in quel momento, le fece pensare cose come "Non ne ho assolutamente voglia" o "Perché non sdraiamo qui?" e così via. Avrebbe volentieri evitato quell'escursione e, no, non per paura come in molti avrebbero potuto pensare, ma perché ciò l'affaticava troppo per i suoi gusti. Ma era giusto che anche lei vi partecipasse, o sarebbe rimasta a marcire in quel maledetto letto!
    Si fermarono, ascoltando le dritte che Zenko stava loro dando. Il trucchetto di origine elfica le era sconosciuto: se lo appuntò, forse in un futuro nemmeno tanto prossimo le sarebbe potuto servire. Una volta ripreso a camminare, udì la domanda di Chacedy, riguardo all'accamparsi su un albero. Pensò subito che come idea era buona, ma scomoda. Creare un base su un albero...prima avrebbero dovuto trovare l'albero giusto. Ma non disse nulla, a lei andava bene tutto. Anche alloggiare sotto terra, perché no.
    La direzione indicata, verso sinistra, avrebbero seguito quella. Non vi distingueva nulla, con gli occhi. L'olfatto non l'aiutava di certo, il suo essere mezza shinigami non aveva niente a che vedere con quel senso. E, spostando lo sguardo sulla sua falce, si chiese perché non avesse scelto un'arma più comoda. Le falci in genere erano comode, ma quella era alta molto più di lei. Non era, quindi, un fatto di peso, ma di altezza.
    Dal momento che, fino a quando non sarebbero arrivati a destinazione, non aveva nulla da fare -perché, lo sapeva, sarebbe rimasta esclusa dal gruppo, mentre gli altri avrebbero fatto facilmente amicizia- decise di vincere la neghittosità e cominciare di nuovo a fissare i vari componenti. E sì, fissare era il termine più che corretto. Parevano così comuni, ma sicuramente riservavano chissà quante sorprese ed abilità. Sarebbero stati molto interessanti da osservare, almeno finché non avrebbero raggiunto il luogo aperto di cui Zenko parlava prima.

     
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    Si erano già addentrati nella foresta mantenendo un andamento sostenuto ma giusto e ciò era dimostrato dal fatto che non sentiva ancora le gambe e la schiena affaticate dal peso dello zaino. Sapphire teneva gli occhi socchiusi, la mente assente, il rumore delle emozioni dei suoi compagni le ronzava nelle orecchie e le mandava impulsi elettrici al cervello, mentre cercava di mettere un piede davanti all'altro per continuare a camminare e di non falciare niente.
    O nessuno.
    Non aveva voglia di perdere la testa già il primo giorno.
    Si era appostata vicino alla ragazza dai capelli chiari, la falce nella mano sinistra, lontana dagli altri ragazzi. Zenko li fece fermare e cominciò a parlare, spiegando brevemente il loro primo compito e, a quel punto, la ragazza vicino a lei propose un'alternativa che fece subito storcere il naso alla vampira; un accampamento su un albero.
    Non che avesse nulla contro gli alberi, sia mai, ma le bastò rivolgere una veloce occhiata alla sua falce e a quella della sua compagna di viaggio per odiare ancor più l'idea. Infine guardò il lupo, e questo la convinse ad azzardare una controbattuta.
    Si schiarì la voce, cercando di attirare l'attenzione, mantenendo un tono di voce pacato: «Penso non sia comodo accamparsi su un albero in caso di attacco, almeno per me. Una falce richiede uno spazio non indifferente per esser utilizzata e sicuramente una radura è il posto ideale per maneggiarla. Anche se naturalmente restando sollevati da terra la possibilità che si incorra in pericoli è minore» d'altro canto, non credo che la prova di sopravvivenza consista solo nel "mangia il meno possibile per sette giorni e continua a camminare, chi non è ingordo o lavativo vince", aggiunse tra sé e sé, punzecchiando il terreno con la lama inferiore. Si guardò attorno per cercare sguardi truci. Riusciva a sentire ciò che provavano, ma non aveva avvertito ancora niente di preoccupante o interessante, quindi sollevò piano gli angoli della bocca in un sorriso timido di scusa, nel caso in cui ne avesse avuto bisogno.

    Sapphire Emiko Ojima 夜 • Vampire • ♀
     
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    Genkaku RPG

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    zenkσ
    Passo dopo passo l'aria 'pulita' che aveva precedentemente respirato si faceva sempre più vicina, segno evidente che la radura non era poi così lontana. D'altro canto il sole era quasi completamente alzato e la mattinata stava per finire: da lì a poco avrebbero dovuto trovarsi una sistemazione, altrimenti il tempo non sarebbe bastato per preparare tutto l'occorrente per passare la notte 'il meglio possibile'. Un debole rametto si spezzò sotto al piede destro di Zenko, emettendo un fastidioso rumore che riecheggiò nel silenzio più totale. Per fortuna sua, Chacedy, l'elfa, parlandogli evitò al ragazzo di cadere vittima dell'imbarazzo. La ascoltò, ricomponendosi, riflettendo sulla sua idea di accamparsi su un albero. Non era male, ma ovviamente non tutti ci potevano arrivare facilmente, per non parlare della difficoltà di elevare le barriere di protezione... Subito un'altra ragazza, accompagnata da una grandissima ascia, espresse il suo pensiero al riguardo, che concordava appieno con quella del volpino.

    Sarebbe un ottima idea, se non fosse che praticamente tutti gli alberi della foresta siano dimora dei demoni. A differenza delle piante, difficilmente gli spazi aperti sono abitati. Certo, siamo più vulnerabili, ma abbiamo il tempo necessario per contrattaccare avendo a disposizione una completa e ampia veduta della zona circostante.

    Si rivolse all'elfa e all'altra ragazza proprio come un'autorità. Zenko non era solito comportarsi così, ma evidentemente quella non era una situazione da sottovalutare. Dopotutto bisognava sopravvivere, non c'era da scherzare. Proseguì notando con la coda dell'occhio, compiaciuto, che alcuni ragazzi stavano parlando tra di loro. Avrebbe voluto aggiungersi, per fare conoscenza o semplicemente per parlare del più e del meno, ma questo ormai non gli era più possibile da molto tempo. L'essere Capo-Classe era una figura molto importante, se si sarebbe comportato da un pupillo qualunque chi mai l'avrebbe rispettato? Nel frattempo qualcosa si era avvicinato a lui.. a quanto pare era un lupo, probabilmente il pet di una domatrice. Quest'ultimo era visibilmente incuriosito dal volpino, e a differenza dei cani, che odiava, Zenko riservava molto più rispetto ai lupi, ritenendoli più intelligenti. Fatto sta che erano due generi completamente diversi. Gli rivolse un breve sorriso, e subito questi scattò tornando dalla sua padrona.

    Peccato, l'unica fonte di conversazione disponibile se nè già andata... Uff

    Sbuffò. Finalmente erano arrivati. Una vastissima distesa erbosa si apriva davanti ai loro occhi e gli splendidi raggi del sole rendevano quel posto ancora più magico. Una lieve brezza spostò di poco i ciuffi biondi del volpino, che prontamente si risistemò con la giusta calma. Sorrise. Il suo intuito non lo deludeva mai; dopotutto era una volpe!

    Per vostra gioia, eccoci a destinazione. Ci accamperemo dunque qui, ma prima dobbiamo dividerci per bene i ruoli. C'è qualcuno particolarmente abile con l'uso delle rune magiche? Ci serviranno per innalzare una barriera protettiva. Qualcuno poi si deve occupare del montaggio delle tende, di raccogliere la legna per il fuoco e soprattutto di trovare qualcosa per il pranzo e per la cena. Non possiamo usufruire subito del contenuto degli zainetti, bisogna comportarsi come se non avessimo nulla. Quelli li useremo solamente come ultimatum.

    Scodinzolò, sentendosi importante.
     
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  14. Chacedy
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    dragonicaumutedisland16

    Chacedy Okiwata


    La proposta venne subitamente falciata e rifiutata, come d'altronde si aspettava. Le reazioni furono delle più varie; chi la fulminò con lo sguardo, chi la guardò inorridita o stizzita ed - i più generosi - le rivolsero il proprio parere pacificamente. Sbuffò mentalmente all'idea che su quelle creature che tanto amava vivessero i demoni e continuò a seguire gli altri non vedendo l'ora di arrivare alla radura che tanto declamava il volpino. Così rimase nuovamente dietro al gruppo, solitaria, compatendo Zenko che come lei non aveva alcuna persona con cui parlare. Un po' le faceva pena quell'espressione che aveva dipinta sul volto ma d'altro canto non poteva avvicinarsi; sarebbe potuta passare per la lecchina del capo sezione e la cosa non le andava molto a genio.
    [...]
    Finalmente dopo poco tempo ecco che giunsero a destinazione. Si fermarono e l'elfa ebbe il tempo di guardarsi attorno e studiare ciò che li circondava. Fin dalla tenera età era stata infatti educata a vivere all'aperto senza problemi. Arrivò dunque la domanda fondamentale pronunciata dalle parole del volpino. Questi iniziava ad elencare i ruoli che occorrevano, mentre ancora Chacedy si guardava attorno scrutando i piccoli sentieri che finivano dentro fitte e buie foreste. Intravide qualcosa nel cielo che non poteva ovviamente esser altro che un uccello. Assottigliò gli occhi cercando di migliorare la vista e focalizzarla sul volatile per riconoscere di cosa potesse trattarsi e riuscì ad ipotizzare che si trattasse di una civetta o simili. Quindi di conseguenza nella foresta vivevano di certo lepri, cervi et similia. Sorrise soddisfatta e poi prese la parola.
    Per il cibo posso pensarci io. Essendo di natura elfica sono abituata alla caccia. E poi mi intendo pure abbastanza di erbe e funghi quindi non dovreste rischiare di rimanere avvelenati.
    Esclamò emergendo con la sua mini statura dal gruppo di persone. Sventolava la mano per attirare l'attenzione a sé. Si sentiva troppo piccola lì in mezzo.
    Vi farò vedere io il potere di noi piccoli..
    Pensò osservando tutti i compagni di squadra prevenendo un qualsiasi pensiero di ognuno di quelli riguardo la sua statura.
    Per l'attrezzatura da caccia non ci sono problemi, ho tutto il necessario.
    Concluse puntandosi il pollice della mano destra contro.





     
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  15. .Jace
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    Jace Light

    Dopo il cammino, erano finalmente giunti nella radura designata. Aveva seguito il suo fiuto tutto il tempo, il ragazzo, cercando di continuare a seguire la traccia di aria fresca, come indicato dal capo gruppo. E, alla fine, erano riusciti a sbucare nella radura.
    L’idea di accamparsi su un albero, evidentemente, non era delle migliori, visto come Zenko aveva spiegato della presenza dei demoni e di come la ragazza dall’odore sgradevole aveva accantonato l’idea, adducendo motivazioni varie circa un possibile combattimento. E lui, dunque, aveva cominciato a guardarsi attorno nervosamente, ad ogni passo. Per fortuna, la radura non era lontana.
    Durante il cammino, Jace pensò bene di sfruttare il tempo chiacchierando del più e del meno..o, quanto meno, di rispondere educatamente alla conversazione intrapresa con Vesper
    <capisco..una Domatrice? Oh, ora capisco perché ti segue ovunque. Di per sé, mi sembra uno spirito abbastanza libero> disse solo verso di lei, osservando Nero trotterellare qui e là. Ancora qualche passo di cammino, prima di riprendere a parlare <piacere di conoscervi, io sono Jace..> mormorò, non senza una punta di evidente imbarazzo. Il lupo gli aveva detto che gradiva il suo odore? O qualcosa di simile? Si ritrovò a sorridere, appena divertito da quella constatazione. In effetti, non stentava a crederlo. A sua volta, trovava affine l’odore del lupo e della domatrice, così come quello del caposquadra. Quello delle altre ragazze, invece continuava ad essergli, per lo più, indifferente.
    Decise di continuare a camminare al fianco di Vesper, sorridendo appena alla sua affermazione sull’odore <immagino sia un complimento. Puoi riferigli, per favore, che anche io trovo gradevole la sua presenza?> le rispose, con aria decisamente soddisfatta; non sapeva se il lupo poteva capire il suo dire o riusciva a intendere solo quello della propria domatrice. Scrollò appena le spalle, prima di continuare a dire <credo sia perché..sono …beh…un Licantropo> confessò appena alla domatrice, arrossendo un poco. Non ne aveva mai parlato con qualcuno di estraneo..anzi, aveva sempre evitato l’argomento, tranne con i suoi famigliari, ma solo perché era costretto a dirlo. Si vergognava, probabilmente, di quello che era. Nessuno aveva mai avuto grandi aspettative su di lui, ragione per cui si era tenuto quel segreto e chiusa la faccenda. Però, quella era, in fondo, una scuola per persone strane, persone come lui. Che male c’era, dunque, a confidare a qualcuno quello che era?

    Infine, giunsero alla radura. Al momento, il suo unico desiderio era quello di riposare un po’ e poi pensare al da farsi…peccato che il capoclasse fosse molto più attivo del previsto. A quanto pare l’impresa era appena cominciata. Dividersi i ruoli? Splendido, dunque…
    <emh, io non so tracciare rune di alcun tipo> confessò appena, prima di aggiungere <per il resto, posso andare a cacciare o dar una mano a raccogliere la legna. Mi è indifferente, ma non fatemi tracciare rune!> disse frettolosamente, prima di squadrare gli altri del gruppo. Oh, vi era già una volontaria per la caccia? Beh, tanto meglio. <Se vuoi..posso venire con te…altrimenti ti informo che preferisco di gran lunga la carne, a funghi, radici e verdure. Non è che non li mangio..ma non mi soddisfano poi molto > disse verso Chacedy, rifilandole un leggero sorriso. <In ogni caso, escluse le rune, mi adatto a qualunque altro compito> terminò di dire…avrebbe atteso le decisioni degli altri e, poi, sarebbe partito spedito a compiere quanto gli era stato affidato. Purchè non si trattasse di disegnar rune.



     
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45 replies since 12/3/2012, 21:02   811 views
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