Romikune Akane

Hai mai sbagliato la strada e pensato invece di aver intrapreso quella giusta? Hai mai pensato.. che quella giusta fosse l’oscurità? O forse hai pensato come gli altri che la luce fosse la scelta migliore. Non curandoti dei dettagli più importanti. Hai mai notato quanto è deridente la luce nei confronti dell’oscurità? Io l’ho notato. Ed è da qui che ha inizio la mia storia. Mi domandavo quando avrei potuto raccontare la mia vera storia. Non quella che raccontano gli altri. Per una volta, la storia di una persona che ha scelto l’oscurità, verrà raccontata dal punto di vista giusto. Avete mai notato quanta falsità c’è nella luce? Ah.. ma cosa sto a chiedervelo. Voi siete solo e soltano nella luce. Ora penserete male di me. Logico. Ma questo non mi importa. La mia narrazione inizia comunque.
Circa 20 anni or sono. Da quella notte. Già era tutto buio, ho visto una cometa passare nel cielo. Poi mi sono chiesto. E ora dove finisce? L’oscurità l’avrà inghiottita? Ed è qui che sono giunto alla mia conclusione. Tutto inizia e finisce con il buio. Ho vagato; sono stato deriso, picchiato, rifiutato da coloro che mi ritenevano un peso.
Solo grazie al mio aspetto potevo garantirmi delle conoscenze. Alla fine però sono stato abbandonato. Da tutti, dal mondo. Dall’umanità. Proprio per questo motivo ho viaggiato, e sono arrivato tra gli elfi. Loro erano diversi. Mi accolsero benevolmente. Era strano ricevere tutta quella riconoscenza, ma anche donarla non era da meno. Crebbi, mi innamorai sul serio. Una giovane elfa dagli occhi angelici ed I capelli biondi come il grano. Una dolcezza infinita. Un sorriso ed una voce squillante, ma dolce allo stesso tempo. Innamorato, persi completamente il controllo di me stesso, diventando ciò che sono ora. Agli occhi degli elfi – ma anche dell’umanità intera credo – sono considerato un mostro.
Salii al potere per qualche anno e trascinai il regno elfico nel caos. Ogni giorno vedevo sempre di più i giovani elfi assomigliarmi.
Fu proprio in quel periodo che nacque la mia prima figlia. Non fu frutto del caso, se la mia giovane età era tanto ottusa da farmela rifiutare. Non la volevo. Soprattutto, con quelle orecchie. I suoi occhi assomigliavano in tutto e per tutto ai miei. Il suo volto riprendeva i lineamenti angelici della madre. Era perfetta, se non per quelle deformità. Sarebbe stata una buona erede al mio trono. Se solo l’avessi potuta allevare.
E qui si ritorna ad una notte. La stessa notte in cui nacque Chacedy. I pianti erano insopportabili, per tutta la notte c’era stato un fracasso insopportabile. La situazione mi sfuggì di mano. Dopo aver sentito quell baccano, strappai la luce alle tenebre. Tutto buio e freddo. Quasi nessuna via d’uscita. Dovevo ucciderla. Subentrai nella stanza e c’era mia moglie che farneticava cose senza senso ad un piccolo sgorbio che non l’avrebbe neppure capita con una laurea. “Quante sciocchezze. Shika”. Avevo il coltello dalla parte del manico. La crudeltà mi assorbì del tutto. Uccisi quell’angelo. Mi si era messa contro. E io non esigo che nessuno mi metta nuovamente i bastoni tra le ruote. BASTA.
Ero pazzo, completamente impazzito. Presi la bambina e la osservai per l’ultima volta. Vedendo quegli occhi mi ricredetti. Forse, per quelle orecchie avrei potuto fare qualcosa. D’altronde non era l’unica. A me mancava un orecchio. Dannati bulletti. Il mio egoismo era più forte di me. Decisi di farla finita. Ma un cane, abbaiando subentrò nella stanza e decise di aggredirmi. Lasciai cadere Chacedy a terra ed evitai le zanne della bestia. In una nube mi ritirai in quel che sono ora. Questo laboratorio, che altro che bianco e verde non ha. E’ qui che ho dato al mondo la mia seconda figlia. “Maledizione.”
Un’altra notte passò ed ebbi un incubo. Una ragazza, mi avrebbe ucciso di li a poco. Mi sentivo minacciato, quindi decisi di fare un esperimento su molte persone. Nessuna di quelle sopravvisse. Tranne la mia piccola Aoki. Questo è quel che fai di Numero 5 e Chacedy sorellastre. Ho deciso di sfruttare quella bambina ai miei scopi. Mi difenderà dalla morte.

E invece mi sbaglio. “Cazzo, non posso permettere che corra questo rischio.” Aoki fu la seconda persona che mi cercò di tirare fuori dalla luce. Ed era la terza che pagava per il mio egoismo. Ma questo non mi importava, io ero il padre di una genetica geniale. Io dovevo vivere. Sentivo che Aoki non ce l’avrebbe fatta contro Chacedy. Quindi mi trasformai nel giovane che ero un tempo. “Arrivo Aoki.” Forse questa era la decisione che comprometteva la mia esistenza ma, di certo, non avrei voluto che le mie figlie pagassero con la vita.
Quel che ho scritto siete sicuri che sia vero? Dovete sapere che sono bravo a mentire sui sentimenti.
Aoki è un esperimento mandato al macello, avrà solo il modo di stare li ed aspettare un’eventuale morte. Se non interferirà, non morirà.
In realtà poteva essere malvagio, egoista. Ma era tutto odio per quello che gli avevano fatto. Nessuno gli avrebbe impedito di uccidere Chacedy. Nessuno gli avrebbe impedito di vivere. Ma cosa gli avevano fatto quelle persone per essere odiate a tal punto da dover essere uccise?