Reita Nagai è gentilmente pregato di recarsi in Presidenza.

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  1. Tsukamoto Arashi
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    « Arashi Tsukamoto »


    Arashi si trovava ancora una volta tra le guglie affilate delle torri della Heiwa. Proprio come a inizio anno.
    Stava cercando una persona anche questa volta, ma questi era tutt'altro che il suo collega.
    Si trattava invece di Reita 'la talpa' Nagai, uno studente che, a dir suo, si voleva iscrivere all'Accademia, ma non aveva ricevuto alcuno stemma. Inoltre, la sua anima si mostrava sfocata e oscura alla Percezione di Arashi, aggiungendo a ciò il fatto che l'aveva attaccata non appena si erano incontrati la prima volta e il casino che aveva creato in Foresta durante la missione, si può facilmente arrivare alla conclusione che costui era un tipo tutt'altro che raccomandabile e privo di sospetti.
    Arashi aveva dunque avvisato quanto prima possibile Zenko, per poi mettersi alla ricerca del sospettato. L'appuntamento era in Presidenza poco dopo l'ora di pranzo.
    La cosa migliore da fare era portare Reita davanti al Preside e lasciare a lui la decisione: se davvero si fosse trattato solo di un nuovo studente, avrebbe ricevuto lo stemma, in caso contrario Burst lo avrebbe sistemato seduta stante.
    Certo, a dirsi così pareva semplice, ma cercare una particolare chioma in mezzo a molte altre di varie forme e colori non era certo impresa facile.
    Con Zenko aveva fatto la voce grossa, come se avesse tutte le soluzioni in mano. "Basta solo cercare lo studente senza stemma" gli aveva detto, ma la cosa si rivelava più facile a dirsi che a farsi.
    Il sole era alto, dovevano essere sicuramente le undici o poco più, quando le venne un'idea.
    L'ora di pranzo si avvicinava e Reita non sembrava una di quelle persone pronte ad abboffarsi subito. Il cortile si sarebbe svuotato e tutti gli studenti affamati si sarebbero raccolti nei locali della Mensa.
    A quel punto cercare sarebbe stato molto più semplice. Non le restava che.. aspettare.
    Si poggiò delicatamente su un tetto abbastanza basso, gli occhi ora rivolti al cielo ora al sottostante cortile, che, come previsto, andava svuotandosi.
    Arrivata l'ora del pranzo c'erano pochi studenti a gruppetti lì: le persone che volevano mangiare all'aperto, che si spostavano verso i
    Giardini, coloro che erano troppo presi dallo studio per pensare a nutrirsi e infine quelli che, semplicemente, non avevano fame.
    Arashi saltò giù dal tetto atterrando in piedi. Volare non le sarebbe più servito, e se anche fosse non aveva più forze sufficienti e la testa fasciata cominciava a dolerle parecchio.
    A passi lenti ma decisi sfilò tra i gruppetti, facendo ben attenzione a non avvicinarsi troppo: sapeva bene quanto la sua presenza inquietasse gli studenti, un po' per la sua autorità un po' per il suo aspetto da spettro.
    E infine lo trovò, sotto a un albero al limitare del Giardino, che sonnecchiava allegramente (o così pareva), solo come sempre.
    Era lui, non si poteva sbagliare. Aveva gli stessi vestiti dell'ultima volta che si erano visti, e ovviamente non aveva lo stemma. Mentre dormiva pareva indifeso e innocente, a momenti le faceva tenerezza...
    Si avvicinò guardinga al ragazzo sdraiato: "Nagai Reita... Devi venire con me", gli disse semplicemente, assicurandosi di farsi sentire bene.

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    Edited by Tsukamoto Arashi - 29/11/2012, 21:08
     
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    « Яeita Nagai »

    Era da ore che combatteva col pensiero di appisolarsi sotto le gentili ombre di quelle foglie. L'aria fredda di fine giornata gli pizzicava ogni parte del corpo scoperta, ma ciò non gli provocava alcun tipo di fastidio. Anzi, sembrava quasi piacergli! Cosa alquanto strana. Fatto sta che.. Aveva ben altro da fare che stare lì a dormire sugli allori, come ad esempio procurarsi un bello stemma per essere ufficialmente iscritto a quell'Accademia. Provò fino a qualche ora prima con le buone, cercando di attaccar bottone per lo più con studentesse sbadate, ma non riuscì ad ottenere nulla. Avrebbe potuto fare un bel casino e prendersi ciò che gli serviva con la forza, ma dopo l'episodio in Giardino di qualche tempo fa, ha decisamente evitato di ripeterlo. Si tirò su, sbadigliando e sgranchendosi ogni singolo osso della sua spina dorsale.
    Uno shock.
    Fece appena in tempo a controllare i muscoli facciali per rimanere composto nel RIvederla. Non era possibile.
    Pensava di essere uscito a seminarla, ma ecco che questa si RIpresenta a distanza di poche ore.
    Era forse stato maledetto? Scosse la testa, elegantemente, passando una mano tra i capelli argentei e in una posizione figa si limitò a dire, scandendo bene le parole, a quella fastidiosa Pulce:

    « Che vuoi ancora da me? »

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  3. Tsukamoto Arashi
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    « Arashi Tsukamoto »


    Trasalì scoprendo che in realtà era in dormiveglia, ma si ricompose praticamente subito.
    Lo fissava dall'alto mentre si tirava su a sedere osservando quanto oggettivamente fosse bello. Forse quanto Zenko, forse persino di più. Aveva un che di elfico, magari il viso fine o il taglio degli occhi, che lo rendeva terribilmente affascinante.
    Ma non ci sarebbe cascata. Aveva avuto modo di conoscere ben pochi ragazzi così, e il 100% di loro non faceva che usare il proprio bell'aspetto per scopi a dir poco moralmente riprovevoli, inoltre come già specificato Reita non le aveva affatto fatto una buona impressione.
    Tuttavia doveva rimanere calma, e cercare di portarselo dietro senza che facesse storie: era ferita e senza nemmeno un briciolo di energia, tralasciando il fatto che Reita era più forte di lei sia fisicamente che in termini di potere, non sarebbe mai riuscita a sostenere un altro duello con lui. E stavolta non se la sarebbe cavata con un breve soggiorno in Infermeria.
    Doveva dunque mettergliela giù in modo che lui non avesse nemmeno il sospetto che ci fosse l'eventualità che il Preside lo buttasse fuori dalla fortezza a calci, cosa che Arashi sperava vivamente, piuttosto il contrario. Doveva fargli aver la sensazione che tutto stesse andando secondo i suoi, sicuramente loschi, piani.
    "Dopo la Missione in Foresta ho chiesto un colloquio con il Preside, per discutere della tua ammissione all'Accademia. Come sai, per ricevere lo Stemma ed essere ufficialmente considerati studenti della Heiwa, bisogna che il preside si assicuri dell'idoneità del richiedente... Detto terra terra, se vuoi iscriverti ed evitare di essere espulso da qui, devi seguirmi." gli disse distogliendo lo sguardo. Sapeva che se lo avesse guardato troppo a lungo sarebbe rimasta lì, con una faccia da beota, a fissarlo come una bimba innamorata, ed era l'ultima cosa che voleva.

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    « Яeita Nagai »

    Reita era sicuro che gli avrebbe dato addosso e senza dare troppa importanza alla sua presenza si preparò una bella frase per togliersela dai piedi. La fissò per qualche secondo. Stranamente Arashi non gli urlò contro come sempre, tutt'altro, gli si rivolse gentile, quasi con rispetto. Forse quella Missione in Foresta l'aveva scombussolata più del dovuto e tutt'ora non si era ancora ripresa completamente. Ancora più strano, Reita, vedendola così, quasi fragile, ai suoi occhi demoniaci gli faceva un effetto sconosciuto. D'altro canto egli era perfettamente cosciente che tutto fosse, probabilmente, solo una messa in scena per farsi ascoltare e a quanto pare, c'era riuscita.

    Va bene andiamo.

    Disse afferrandola per un braccio, tirandosela dietro, con passo deciso. Dopotutto aveva bisogno di quello Stemma a tutti i costi. A barriera attivata, chiunque non lo avesse sarebbe stato letteralmente lanciato via dall'Accademia. O almeno era quello che aveva sentito in giro. Beh, gli serviva, punto.

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  5. Tsukamoto Arashi
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    « Arashi Tsukamoto »


    Con i suoi soliti modi molto gentili e delicati, Reita l'afferrò per un braccio dopo averle bofonchiato qualcosa, e prese a trascinarsela dietro senza nemmeno curarsi di due cose abbastanza rilevanti: punto primo, lei era ferita, sballottarla così come se fosse un micio non era esattamente la cosa più consona in quel momento, punto secondo, lui non aveva la minima idea di come fosse fatta l'Accademia, quindi non sapeva dove trovare l'Ufficio dove dovevano andare.
    Come farglielo capire senza innervosirsi rischiando di mandare tutto all'aria e sprecando energie inutili?
    "E-ehi, Nagai, sai dove dobbiamo andare?"
    Questa semplice domanda, se la logica di quel ragazzo funzionava in modo normale (cosa assolutamente NON certa), avrebbe dovuto innescare un meccanismo in lui: alla fine il ribelle avrebbe capito che, non sapendo minimamente dove si trovasse il Preside, si sarebbe dovuto rassegnare all'idea di farsi guidare dalla giovane Caposezione per gli intricati corridoi dell'Accademia.
    Certo, questi erano i piani, ma come ben si sa non sempre sono perfetti. Forse, inaspettatamente, Reita conosceva il modo di arrivare alla meta. O forse li avrebbe fatti perdere in quel dedalo di fortezza, allungando drasticamente i tempi e facendoli arrivare in ritardo.

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    « Яeita Nagai »

    « Ovvio che no »

    Rispose cauto, entrando dentro l'edificio. Quel posto era veramente grande, quasi immenso e da quanto aveva capito, tutti i corridoi conducevano all'atrio principale, per cui bene o male si sarebbe tornati sempre al punto di partenza. Avrebbe voluto sfidarsi e cercare la Presidenza da solo, ma la malandata compagna non glielo avrebbe mentalmente permesso. Purtroppo, Reita, non era così sprovvisto di sentimenti come sembrava. Si era accorto che la Pulce non se la passava bene. Chissà perchè una ragazza simili era stata scelta per adempire al difficile compito di Capo Sezione. Chiunque l'abbia deciso, avrebbe dovuto pensarci meglio.

    « Dai, guidami tu »

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  7. Tsukamoto Arashi
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    « Arashi Tsukamoto »


    Che diamine voleva dire "Ovviamente no"?! Che motivo c'era di trascinarla in quel modo a passo sicuro e di pavoneggiarsi tanto se nemmeno sapeva dove andare?
    Ecco, era esattamente quell'atteggiamento presuntuoso che Arashi non riusciva a sopportare, e chissà come mai i più che si comportavano in quel modo erano bei ragazzi. Come lui.
    La sua mano ossuta dalle dita lunghe le serrava il polso fin quasi farle male, il ragazzo sembrava in un primo momento aver liquidato la domanda che gli era stata posta senza pensarci troppo; Arashi stava già disperando e rassegnandosi all'idea di esser portata quasi al guinzaglio, quando quello, giunto all'atrio, si fermò di colpo.
    "Dai, guidami tu"
    A quelle parole Arashi esultò interiormente ringraziando qualunque divinità avesse suscitato in quel demonio un po' di pietà per lei.
    Non amava farsi vedere fragile e ferita, anzi proprio lo odiava, e forse l'unico motivo per cui le poche volte che si ammalava se ne stava rinchiusa in camera sua permettendo solo ai suoi amici roditori di vederla era quello, e non certo perché non sforzarsi favoriva la guarigione. Visto il suo senso del dovere, avrebbe lavorato come una schiava anche con 40 di febbre, se non ci fossero state altre persone a vederla in quello stato.
    Questo perché fin da piccola era stata una creatura molto fragile, come si può benissimo intuire dall'aspetto, e in quanto tale le erano sempre state riservate delle attenzioni, sia da Burst che da Zenko, che col tempo erano diventate persino opprimenti. Non sopportava l'idea che qualcuno la ritenesse troppo delicata: per questo motivo aveva lottato per avere da Burst il permesso di iscriversi all'Accademia come studentessa e ce l'aveva messa tutta per ottenere l'incarico di Caposezione della LS, anche se quest'ultima impresa le era riuscita grazie a una considerevole dose di fortuna.
    Divagazioni a parte, finalmente quel Nagai si decise a lasciare la presa sul polso della giovane, che così, camminando quanto più in fretta possibile, si mise prima di fianco e poi davanti a lui. In quel momento Arashi si rese conto che, anche con l'aiuto degli stivaletti dell'uniforme, arrivava a stento alla spalla del ragazzo, e per l'ennesima volta desiderò essere più alta, avere un aspetto più adulto. Ma non c'era tempo per i complessi, la pausa pranzo stava per finire e conseguentemente l'ora dell'appuntamento si avvicinava.
    "Per di qua" gli disse poi senza voltarsi a guardarlo e senza curarsi di esser seguita, cominciando ad avviarsi per il più stretto e nascosto dei corridoi.

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    « Яeita Nagai »

    Il demone la seguiva come un cane senza spiccicare parola. Aveva appena scoperto che ciò gli piaceva, così, senza motivo. Passo dopo passo, Reita memorizzava ogni singolo corridoio che si apriva davanti a loro. Nella sua mente si stava lentamente formando una piantina dell'intero istituto. Aveva fatto bene, a seguirla. Già. Dal rallentamento della Capo Sezione, aveva capito che c'erano quasi. Il corridoio in cui stavano camminando era più largo degli altri e conduceva ad un enorme portone ricco di decorazioni antiche. Doveva per forza essere quella,
    la Presidenza.
    Non sapeva cosa aspettarsi. Se un'espulsione su due piedi o almeno una briciola di stemma sulla fiducia. Non potè far altro che deglutire al pensiero. Non scherziamo.

    E' qui?

    Disse calmo. Era un po' agitato, mentalmente, ma fisicamente stava bene.

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  9. Tsukamoto Arashi
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    « Arashi Tsukamoto »


    Inaspettatamente Reita Nagai sembrava esserci cascato in pieno... la seguiva ubbidiente e ancora non l'aveva attaccata né fisicamente né verbalmente: infatti per l'intero percorso nessuno dei due proferì parola e l'unico rumore che si sentiva per i corridoi semideserti era quello dei loro passi sul pavimento lucido.
    "Tanto meglio così", pensò lei, "Speriamo si abitui al clima della scuola... e all'idea di essere subordinato a me.". Questo pensiero le diede uno strano senso di onnipotenza, finora sconosciuto, che in parte controbilanciò la malinconia di poco prima.
    "Sì, è qui" gli rispose fissando le antiche pareti con aria assorta.
    Si voltò verso di lui con uno scatto improvviso, fissandolo dritto negli occhi, stavolta.
    Se davvero fossero diventati compagni di classe, e se lui fosse entrato a far parte della Luminous, Arashi avrebbe dovuto imparare per prima cosa a sostenerne lo sguardo e a dimostrare la sua superiorità, almeno nominale, su di lui.
    Anche se il problema non si sarebbe presentato in caso quel demonio fosse finito in mezzo agli Umani, tanto valeva cominciare da subito a far capire come stavano le cose, o l'atteggiamento ribelle e scontroso di Nagai avrebbe finito per soverchiare l'ordine e portare all'anarchia.
    "Dobbiamo aspettare Zenko." gli disse poi, uscendo dal torpore e ponendo fine a quei pensieri catastrofici.
    Alzandosi in volo a mezzo metro circa da terra, si sedette a gambe incrociata sospesa per aria, in posizione d'attesa.

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    « Яeita Nagai »

    L'idea di dover aspettare proprio quel tizio non gli andava giù. Avevano già aspettato abbastanza. 10 minuti per un Caposezione sono già troppi, e poi Reita non aveva voglia di confrontarsi con quella volpe. Altro motivo per andarsene.

    Forza, ti vedrai col tuo bello dopo.

    Disse, scorbuticamente ad Arashi, afferrandola per una caviglia e tirandosela dietro.
    Ancora qualche passo verso la Presidenza e non ci sarebbero state più scuse per andarsene.
    Sospirò e fregandosene altamente dei lamenti che quella ragazza poteva produrre, varcò il Portone senza nemmeno bussare.

    Sono Reita

    Urlò.

    e ho bisogno di uno stemma.

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  11. Tsukamoto Arashi
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    « Arashi Tsukamoto »


    L'attesa si protraeva e, anche se non c'erano orologi nei paraggi, Arashi avrebbe potuto giurare di aver sentito uno snervante ticchettio di lancette provenire da qualche parte.
    Nella sua testa stava già formulandosi l'idea di andar da sola in Presidenza, e di fare in seguito una bel discorso sulla puntualità al suo collega volpino, quando Reita, come in preda a qualche raptus, perse la pazienza e, col suo solito tono arrogante, "Forza, ti vedrai col tuo bello dopo.", le disse.
    Senza neanche darle il tempo di ribattere, l'afferrò per una caviglia provocandone l'inevitabile perdita di equilibrio. Fortuna vuole che, grazie ai suoi riflessi, la ragazza riuscì a evitare di battere la testa, rimanendo sospesa come sdraiata in aria. Certo, la posizione non era delle più eleganti, e pensate a che spettacolo doveva offrire visto che, ricordiamolo, la gonna dell'uniforme non era delle più lunghe e pesanti, ma almeno non aveva provocato altri danni alla testa: una fasciatura bastava e avanzava.
    Inutili furono gli imbarazzati lamenti di quello scricciolo di Arashi, che invano gli urlava con voce più acuta che mai:
    "METTIMI GIU'!!! MI SI VEDE TUTTO!!", ormai la figuraccia era fatta.

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    burst-1

    « Burst il Preside »


    Nel silenzio del suo studio, Burst fissava assorto e pensieroso al di là delle enormi vetrate. Dall'alto, vedeva tutti come minuscoli puntini, l'enorme Arena appariva come un cerchio color del marmo con uno più piccolo marrone al suo fianco: il Campo d'Addestramento.
    L'ora di pranzo stava finendo e ciò era segnalato dal fatto che l'immenso Giardino e il Cortile della Heiwa si stavano riempiendo rapidamente. Tutti studenti che approfittavano degli ultimi minuti della pausa pranzo per far due chiacchiere o una passeggiata prima di tornare a lezione.
    Al di là del Cancello e delle mura, l'immensa e sterminata Foresta Nera, luogo a lui più che familiare ma comunque intriso di mistero. Luogo dove i due che considerava come figli e molti altri studenti sotto la sua protezione avevano rischiato seriamente di perdere la vita.
    Solitamente, la vista dall'alto del suo studio gli dava un placido senso di tranquillità, poter vedere quasi ogni angolo della sua Accademia lo faceva sentire come se tutto fosse sotto controllo.
    Ma non quel pomeriggio. Non dopo quello che era successo durante l'ultima Missione, tutt'al più che doveva essere solo un semplice addestramento alle vere Missioni.
    Burst non faceva capo a nessuno se non a se stesso, ma era proprio lui ad imporsi come obbiettivo la salvaguardia dei suoi studenti. Una cosa del genere non doveva mai più ripetersi.
    Cominciò a misurare l'ampio Ufficio a grandi passi con fare nervoso: mai nessuno aveva avuto occasione di vederlo così agitato, inoltre dalla sua espressione imperscrutabile non traspariva nulla che lasciasse intendere che cosa lo inquietava tanto.
    La calma del suo studio arroccato, scandita solamente dal rumore felpato dei suoi passi su una curata moquette rossa, venne violentemente interrotta dallo spalancarsi del portone e dalle urla di due persone; una era una voce sconosciuta, che con un tono totalmente irriverente urlò: "Sono Reita. E ho bisogno di uno stemma", l'altra invece era una voce più che nota alle orecchie da lupo del Dirigente, era Arashi che chiedeva di esser lasciata in pace.
    Fu proprio la voce di quest'ultima a far scattare i sensi di Burst: nel momento in cui il ragazzo che si era presentato come Reita aveva fatto irruzione, egli stava girato di spalle rispetto al Portone, con aria impassibile.
    Si voltò di scatto verso i due.
    La scena che gli si presentò davanti aveva un che di comico, ma Burst, come si può intuire, non è esattamente un tipo dallo spiccato senso dell'umorismo: Arashi era stata letteralmente trascinata dentro, afferrata per una caviglia, ancora in volo, in una posa indecente, mentre quel Reita...
    "!!!"
    Quasi sobbalzò per la sorpresa a vedere quel viso. Che Burst sapesse già di lui?
    "Mettila. Subito. Giù." gli intimò, quasi gettandogli addosso fulmini con gli occhi. Non gli diede il tempo di obbedire, si mosse così velocemente che quasi sembrava si fosse teletrasportato: in un attimo fu da lui, gli prese la mano che stringeva la caviglia della Caposezione e lo costrinse, non si sa come, a mollare spontaneamente la presa.
    "ADESSO possiamo discutere con calma, da persone civili." gli disse poi, raddolcendo un po' il tono e lo sguardo "Prego, accomodatevi." e si diresse verso la sua scrivania, invitando i due ad entrare.

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    « Яeita Nagai »

    Tsk.

    La velocità di quel lupo l'aveva completamente disarmato, lasciandolo paralizzato come un principiante. Ma d'altra parte, Reita, avrebbe dovuto esserne consapevole. Quello davanti a lui era l'intoccabile Preside dell'Accademia più prestigiosa di Genkaku. Eppure perchè il suo viso gli pareva così famigliare? Perchè averlo di fronte gli faceva ribollire il sangue nelle vene? Non appena l'ebbe visto in volto, qualcosa dentro di Reita si mosse per qualche attimo, sparendo nello stesso tempo in cui si era formato. Nonostante quella sensazione di ribrezzo non dava segno di abbandonarlo,il demone ignorò completamente la cosa e decise di affrontarlo.

    Bene, se si vuole parlare da persone civili, allora, sono qui unicamente per uno stemma...

    Sospirò a braccia incrociate, pensando all'ultima frase detta. Non si ricordava nemmeno più perchè ne aveva bisogno uno, di stemma, a dirla tutta. Non gli interessava minimamente essere uno studente di quella scuola, n'è tanto meno viverci. E allora perchè si trovava lì? Semplice, aveva qualcosa da fare, da scoprire. E se avere un inutile stemma sul petto poteva permetterglielo, allora l'avrebbe fatto. E visto che l'atteggiamento del Preside si faceva interessante, optò per qualcosa di ancora più eccitante.

    ... e posso benissimo guadagnarmelo.

    Concluse.

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  13. Tsukamoto Arashi
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    « Arashi Tsukamoto »


    Seguendo l'invito di Burst, Arashi, finalmente libera, varcò la soglia e si accomodò nello studio. Era davvero molto tempo che non vedeva quell'Ufficio, esattamente da quando era andata lì per chiedere al suo tutore il permesso di frequentare l'Accademia da studentessa.
    Nulla sembrava cambiato, eppure qualcosa di insolito c'era: una certa strana aria di tensione che sembrava provenire proprio dal Preside. Arashi non era mai stata in grado di vedere l'anima del Preside, che si curava di schermarla a dovere, ma l'aumento di potere dell'ultima Missione aveva reso il suo sesto senso più acuto.
    Non ci fece troppo caso, tuttavia, attribuendo la causa della tensione al piccolo diverbio avuto poco prima con il 'neo studente'.
    Voltandosi verso di lui lo trovò sorpreso, quasi attonito. "Finalmente qualcuno è riuscito a toglierti dalla faccia quell'espressione beffarda" pensò soddisfatta.
    Burst era davvero potente, l'essere più forte che Arashi avesse mai visto. Forse, guardandolo, Reita avrebbe capito con chi aveva a che fare e si sarebbe dato una regolata. Se voleva davvero iscriversi, era con lui che doveva fare i conti.
    E in effetti sembrava avere assunto un altro atteggiamento, quando espose, con tono più rispettoso, la sua richiesta.
    Ma fu quello che aggiunse in seguito a incuriosirla davvero: Reita aveva qualcosa da 'offrire' in cambio dello stemma.
    Per un momento Arashi temette che Reita avesse intenzione di sfidare a duello Burst. Ma nessuno sarebbe così folle vero..? Vero..?!

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    burst-1

    « Burst il Preside »


    Non appena Arashi fu fuori pericolo, tornò al suo atteggiamento calmo, pacato, freddo e distaccato.
    Stando in piedi dietro la scrivania, le braccia conserte, l'unico occhio buono fisso su Reita, ascoltò attentamente cos'aveva da dire.
    "Di cosa si tratta, sentiamo."
    Doveva ammettere che quella sua uscita l'aveva incuriosito e non poco. Anche se il suo tono lasciava intendere che se l'aspettava, in verità la cosa lo sorprese abbastanza.
    Che volesse duellare? Non che gli sarebbe dispiaciuto, ma a giudicare dal suo aspetto Reita non doveva essere arrivato nemmeno alla metà del suo sviluppo. Inoltre pareva smagrito, debole e stanco, come se avesse vissuto per lungo tempo una vita da bestia selvaggia.
    Se dunque si fosse arrivati alle mani, anche se arrivare a ciò per un semplice stemma era una cosa inaudita e a dir poco esagerata, Burst si sarebbe dovuto contenere all'inverosimile per dare all'ipotetico avversario almeno il 5% di possibilità di vittoria. Altrimenti che gusto ci sarebbe stato?
    Arashi, constatò infine con rammarico, portava ancora la fasciatura alla testa. Fortunatamente sembrava stare bene, ma si vedeva che non era al massimo della forza.
    "Maledetto me quando ho deciso di permetterle di frequentare questa scuola."

    ★ Lv. 10★ Info★ Mezzo-Lupo (I)


    Ti chiedo scusa sia per il ritardo sia per la brevità dei post, come sai sono "presa" da altro in questo periodo
     
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    « Яeita Nagai »

    La situazione si stava facendo veramente pesante. Reita non avrebbe avuto nessun problema a sfidarsi con quel lupo. La vittoria sarebbe stata sicuramente sua, ma solo ad un paio di condizioni: una estrema e l'altra per maggior parte sconosciuta. Era proprio questo a frenarlo, la spesa in gioco era troppo alta. E d'altro canto, aveva giurato a s'è stesso di non far ricorso alle "Condizioni" mai più, se non contro la persona che stava disperatamente cercando da quando il suo essere umano fu profanato.

    Quello che stai pensando, è da stupidi.

    Disse facendo una smorfia.

    Non ho nessuna intenzione di duellare con te, e mi meraviglia il fatto che voi abbiate pensato ad uno scontro completamente impari tra un livello 10 ed uno di livello 3.

    Camminò verso la finestra, con aria superiore e guardò giù. Aveva recitato egregiamente il copione. Non poteva, di certo, farsi mettere i piedi in testa da lui. Questo gli costò una grande forza di autocontrollo, perchè, conoscendolo, ne aveva ben poca e si sarebbe fiondato subito sull'avversario facendo una strage.

    Voglio unicamente quello stemma e sarò pronto a guadagnarmelo in qualunque modo.

    ★ Lv. 3★Link Scheda★ Unknown


    Edited by Yazenkø - 2/1/2013, 23:56
     
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  15. Tsukamoto Arashi
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    Burst il Preside

    La sua espressione mutò da curiosa a perplessa, mentre seguiva con lo sguardo il 'candidato' di quella mattina. Quella giornata non sarebbe stata poi così noiosa.
    Normalmente l'assegnazione degli stemmi per coloro che non si erano iscritti all'inizio dell'anno non era una procedura da poco tempo: bisognava far richiesta per tempo, così da ottenere un appuntamento per un colloquio e cose simili...
    Ma non aveva intenzione di far aspettare il giovane Reita, Burst sapeva già cosa fare di quello scalmanato ragazzino.
    "Hai detto di tutto eh...? D'accordo, allora dovrai sostenere una prova forse difficile quanto duellare con me. Torna nella tua stanza, sempre che te ne sia già stata assegnata una. Discuterò i dettagli della tua prova di ammissone con Arashi, che provvederà a comunicarteli per tempo."
    Sarebbe stato interessante, oh, se lo sarebbe stato.
    Reita aveva trovato pane per i suoi denti.

     
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16 replies since 4/8/2012, 08:53   162 views
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