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Role chiusa: Arrianne, Dolphinus, Kalawathi e Arashi

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  1. Tsukamoto Arashi
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    ~Arashi Tsukamoto

    Arashi guardava dritto davanti a sé, senza curarsi degli altri: era tornata in quella sua sorta di dimensione parallela o mondo dei sogni, anche perché dopotutto aveva molto da pensare! Zenko andava avvertito, anche se il cosa lo minacciasse lo aveva in gran parte (leggasi : totalmente) dimenticato.
    Intorno a lei stavano succedendo parecchie cose: intanto, chi camminando chi saltellando, erano arrivati quasi a destinazione: ciò si notava soprattutto dall’aumento delle persone attorno a loro e chi meglio di Arashi, che percepiva ogni minima vibrazione d’anima, poteva avvertire tale cambiamento?
    C’erano anime di tutti i tipi, com’era normale ogni anno, che il ‘sesto senso’ di Arashi percepiva come le sue orecchie percepivano le diverse voci. Tutte insieme a formare un’unica grande vibrazione, ma ognuna ben distinta all’interno di essa.
    Arashi non era infastidita da quel silenzioso rumore solo perché ormai ci aveva fatto l’abitudine, tuttavia il suo mondo di pensieri si dissolveva istantaneamente: una sorta di autodifesa istintiva, poiché Burst, che da quando l’aveva presa in custodia l’aveva istruita su ogni cosa dell’Accademia, l’aveva più volte avvertita che c’erano allievi molto più potenti di lei, che sarebbero stati in grado di entrarle nella mente e carpire qualunque informazione contenuta in essa, se lei non fosse stata abbastanza avveduta da troncare il flusso di pensieri in presenza di una folla.
    Non appena fu scesa dalle nuvole, Arashi venne richiamata dalla voce femminile di una tra gli studenti che stava accompagnando, che le chiese informazioni riguardo a chi aveva una ‘dieta’ particolare.
    ”Un vampiro… siamo a posto.” pensò, a metà tra il seccato e il timoroso, ma sapeva come comportarsi anche in casi come quello. Erano ormai praticamente arrivati al palco, così, abbassando il capo rivolta verso la ragazza dai capelli d’oro e al pazzo furioso, «Chiedo scusa se non posso accompagnarvi esattamente fino a destinazione, ma ho un paio di questioni da risolvere in modo abbastanza urgente. Chiedo umilmente venia, ma dovrete raggiungere il luogo da soli.» E con ciò si inchinò e indicò il palcoscenico davanti a loro. Tutte quelle cerimonie erano anche abbastanza inutili, dal momento che mancavano una manciata di metri all’arrivo, tuttavia quella sorta di deformazione professionale che faceva di lei una sorta di ‘bambina burocrate’ non le consentiva di agire diversamente.
    Fermò la ragazza dai setosi capelli corvini afferrandole una manica con le estremità delle dita: nonostante avesse una mano minuscola la presa era insolitamente forte. La prese così in disparte, allontanandosi dagli altri due di un bel pezzo, in modo che solo la sua interlocutrice sentisse cose che in fin dei conti riguardavano solo lei e pochi altri.
    «Per quanto riguarda la domanda che mi hai fatto prima,» esordì, sottovoce «Devi andare tu personalmente dal Preside, da sola, e parlarne con lui. È lui che stabilisce le regole su ciò.»
    Parlava con tono dolce, a bassa voce (non che il suo normale volume di voce fosse dei più alti…), con aria del tutto pacata. Si sentiva strana, tuttavia, alla presenza di un vampiro. Non ne aveva mai conosciuti in modo tanto ravvicinato né le era mai capitato di parlare da solo a solo con uno di loro… il solo sapere di cosa si nutrivano provocava in lei un certo disgusto. A lei non piaceva affatto il sangue.
    Inoltre, quella bambina, alta all’incirca quanto lei, le inspirava in qualche modo malvagità, come se scatenasse qualcosa di lei che lei stessa non conosceva.
    Dando un’occhiata poco prima, mentre la stava portando in disparte, aveva chiaramente visto un’anima vampiresca… ma aveva un che di… oscuro. Le si fece più vicino, arrivandole a sussurrarle all’orecchio: «A meno che tu non voglia assaggiare il mio…»
    La stava chiaramente provocando, un sorriso insieme diabolico e infantile le si allargò in viso, ma poco prima che qualcuno potesse notarlo o che lei potesse muovere un muscolo, si discostò.
    «Mi affido al tuo buonsenso. Non appena avrò fissato il tuo colloquio col Preside verrò a chiamarti… a presto…»
    S’inchinò, si voltò, e camminò allontanandosi. Era tornata ‘normale’ … quel suo insolito sbalzo d’umore aveva fatto addensare le nubi, soprattutto la ‘sua’ nuvoletta, che era tornata a formarsi, nerissima, sulla sua testa.

     
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    Sapphire

    Alzò gli occhi al cielo, cercando di non commentare in modo sarcastico. Quello era davvero, davvero strano, e non sembrava neanche avere senso dell'umorismo. Sarebbe stato inutile mandare frecciatine, non le avrebbe capite. Sospirò e passò la valigia all'altra mano, sgranchendosi le dita di quella dove l'aveva tenuta poco prima.
    «Di norma non dovrebbe schifare l'idea?» chiese al ragazzo, per poi spostare lo sguardo su Aoki, percependo un cambio d'emozioni. Sorpresa, poi una punta di terrore quando Clive aveva commentato, dicendo che gli sarebbe piaciuto provarlo. Ridacchiò, capendo il motivo di quella reazione più che normale
    «Il sangue è sangue, che sia naturale o artificiale non fa differenza» le parole le uscirono dalle labbra con un tono vagamente divertito e cattivo, passando nella fase subito precedente al cambio di personalità. Riusciva a controllarsi solo in quel modo, procedendo per gradi senza cambiare in un colpo solo, era già noioso per lei che era abituata figuriamoci per chi non sapeva di quel suo piccolo "difetto". Raggiunsero il palco prima che potesse dire altro, ritrovandosi immersa in una folla composta di ragazzi di qualunque tipo ma tutti in forma umana. Provavano tutti inquietudine ed euforia, ansia e eccitazione. Provò una fitta alla testa per la confusione che causavano, e non solo per quanto riguardava il tono di voce. Prima che potesse indietreggiare e correre via per trovare un po' di pace Arashi disse qualcosa e la prese in disparte, trascinandola via. Strabuzzò gli occhi e sentì le guance scaldarsi per quell'improvvisa attenzione. Disse qualcosa riguardo al preside, poi fece una strana proposta che suonava come una presa in giro. Sorrise appena, scoprendo i denti.
    «Non sarebbe carino vedere qualcuno svenire in mezzo ad una tale confusione, quindi declino l'offerta..» mormorò, gesticolando «per questa volta.» finì, poco prima che lei potesse allontanarsi. Cercò con lo sguardo i due ragazzi, scoprendo d'esser finita lontano dal palco. Sospirò, facendosi largo tra gli studenti per uscire da quella situazione claustrofobica. Con un ultimo sforzo raggiunse un lato del cortile poco affollato tirò un sospiro di sollievo, appoggiando la valigia per terra, tenendo invece il violino stretto contro la spalla. Rumori, troppi rumori. Le emozioni erano così caotiche e urlavano i propri nomi ad un volume assordante, la quantità di persone intorno a lei provavano quasi tutte la stessa cosa, così da far amplificare quelle voci, trasformandole in un urlo continuo e acuto. Si portò le mani sulle orecchie e premette forte in palmi su di esse, inutilmente. Quel tipo di voci non potevano esser fermate semplicemente impedendo che i suoi la raggiungessero.




    Edited by Arrianne - 22/9/2011, 19:07
     
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    Clive Addams
    Schifare l'idea di bere sangue? Mha, questa non era proprio cosa da Clive, era così evidente che non avessero ancora compreso la vena di follia che percorreva il suo essere, giudicandolo magari solo qualcuno con bisogno di attenzioni che poi si sarebbe rivelato un tenero cucciolone, era ovvio.
    Almeno questo pensava il mezzodemone mentre se la ridacchiava tra se e se in reazione a quella domanda per poi decidersi finalmente a rispondere, gesticolando con le braccia rendendo ben evidenti i lunghi lembi della camicia costrittiva, come se già di per se quelli offrissero una risposta più che evidente.
    Bhe, in effetti avrebbero dovuto costituire una risposta più che evidente ad ogni stranezza comportamentale del ragazzo.
    «Me l'avevano messa per un motivo, sai?»
    La voce era scossa da risa, questa volta però erano diverse rispetto a quelle che avevano animato le prime che aveva rivolto alla ragazzina, non erano una parodia di qualcosa, erano risate più sguaiate e sincere per quanto sempre percorse da una leggera vena di malattia mentale.
    Il cammino giunse al suo termine poco dopo, un luogo molto aperto anche se pieno di persone in piedi pronte ad ascoltare il discorso di qualcuno, fantastico tenendo a mente quanto il mezzodemone fosse avvezzo ai discorsi di gente di cui non conosceva nemmeno il nome.
    Parlava il preside? Bene, non gli importava un fico secco, quello che gli interessava era sapere del sangue umano! Da quando se ne era parlato non vedeva l'ora di assaggiarne una goccia, anche solo di sentirne l'odore, tutto quello che stava vivendo in quei momenti gli pareva futile.
    Gli tornò il malumore, soprattutto perché la ragazzina dai capelli argentei, subito dopo essersi scusata per "un mare di stupidaggini" si dileguò portandosi dietro l'oramai palese vampira.
    Non fece in tempo a notare la loro scomparsa e quindi a seguirle per via di un'affermazione fatta poco prima dalla biondina.
    "Tekai al miele."
    Che cosa fossero queste tekai lui proprio non lo sapeva ma del miele conosceva benissimo il sapore e, nonostante fosse certo che si trattasse di un grande errore, non poté che fare a meno di immaginarsi una bella mela pelata grondante il nettare delle api.
    Gli venne improvvisamente fame, cosa che lo riportò alla realtà costringendolo a notare quanto già detto.
    Senza perdere un secondo, curioso come un gatto a cui é stato fatto vedere qualcosa che non conosce, si drizzò sulle punte per poter sovrastare in altezza quante più persone possibili e, sfruttando la sua abilità da assassino provetto, cercò indizzi un po' ovunque attorno a loro sulla posizione delle sue due "prede" ma nulla.
    Il fatto che fossero anche bassine rendeva tutto molto più difficile, si morse l'interno della guancia.
    Abbassò lo sguardo ritrovando l'ultima della sua compagnia di femminucce rimastagli accanto, combattuto sul da farsi.
    Erano rimasti "soli" in quella folla, era un'ottima occasione per mettere in scena uno di quei teatrini che tanto gli riuscivao bene per spaventare la gente oppure proporre un'alleanza alla giovane compagna per ritrovare la terza?
    Piacere contro curiosità dunque.
    Rimase li imbambolato a fissarla per un po', estraniato dal mondo, con una strana luce a metà strada tra l'indecisione e l'impazienza.
    Chissà, forse gli aveva anche detto qualcosa ma, questo, il "buon" Clive non verrà mai a saperlo.
    Alla fine decise che la sua nuova ossessione del bere sangue sarebbe valso la rinuncia allo spaventare la sua temporanea alleata, così tornò nel mondo di noi tutti comuni mortali.
    «Sono cusioso di sapere com'é andata a finire la storia del sangue.»
    La voce era distante, come se con la mente avesse già iniziato a muoversi tra la folla alla ricerca di risposte, ma stranamente lucida per qualcuno come lui.
    «Hai voglia di aiutarmi a trovare la nostra cara, acida, sanguisuga?»
    Protese una mano verso di lei a voler suggellare un patto tra uomini, alcune cose le prendeva davvero seriamente il nostro buon neo-alunno.
    Un vero e proprio peccato che quelle lunghe maniche intralciassero ancora le sue mani e che la controparte di quel patto fosse poco più che una bambina, sarebbe stata una scena veramente epica in altre circostanze.

     
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  4. Kalawathi
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    senzaolo1ci

    Aoki

    Rumore! Troppo rumore.. credo che questo renderà poco facile la mia narrazione.
    Ao era rimasta abbastanza offesa, perchè in quel gruppetto si sentiva un po' ignorata - ma diciamola tutta, si era offesa perchè nessuno aveva fatto domande riguardo le Tekai. Probabilmente tutti sapevano che cosa fossero.
    Le orecchie della nostra piccola stavano per esplodere. Già le rimbombavano le orecchie sentendo parlare tra loro due umani normalmente, ma aveva imparato a farci l'abitudine in quel piccolo arco di tempo in cui aveva parlato con il gruppetto, figuriamoci con tutta quella folla. Erano troppo vicini ad un gruppo molto esteso di studenti ed oltre a sentirsi quasi spaesata, Aoki si sentiva come un pipistrello a capodanno. Riusciva a sentire ogni parola che pronunciasse ogni singolo studente ed percepiva anche l'esatta posizione da cui questo proveniva.
    Intanto le due ragazze si erano portate in disparte e avevano lasciato Clive e Aoki da soli. Eeeeggià, i nostri due piccioni erano rimasti da soli soletti.
    Il ragazzo poco prima aveva detto qualcosa riguardo la maschera, la nostra ragazza però non aveva capito se dovesse essere stata una spiritosaggine oppure una frase seria. In poche parole non aveva capito nulla, come al solito.
    Restò in ascolto cercando di arrivare alle voci di Arashi e Zàppire per capire di cosa stessero parlando. Clive intanto era imbambolato a fissarla per chissà quale motivo. Qualche istante dopo, ecco che il ragazzo fece un'altra affermazione, non che fosse qualcosa di importante, almeno non per Aoki, ma le distolse completamente l'attenzione da quel tremendo rumore. Si girò di scatto verso Clive guardandolo con lo sguardo spaesato e terrorizzato di un gatto bagnato che ha perso la strada di casa.
    Sono cusioso di sapere com'é andata a finire la storia del sangue. - disse il ragazzo con la maschera. Uffaa.. ancora con questa storia. Non vorrei che a questo fratellino venga in mente anche a lui di mangiarmi.. In fondo c'è qualcosa in lui di strano, molto strano. Ma non mi terrorizza affatto.
    Hai voglia di aiutarmi a trovare la nostra cara, acida, sanguisuga? il ragazzo parlò ancora una volta porgendo la mano coperta dalle maniche alla piccola Ao.
    E ora che fa.. cosa significa questo segno.. e perchè chiama Zàppire: acida sanguisuga? E cos'è una sanguisuga.. sarà meglio rispondere di si così almeno mi allontano da questo rumore.. mi sta venendo il mal di testa! pensò. Certo, andiamo pure, non dovrebbe essere andata tanto lontano. Magari potremmo chiamarla ad alta voce, e, nel caso rispondesse, potrei capire immediatamente dove si trova.
    Aoki cominciava a mostrare segni di cambiamento, sia intellettivo, sia psicologico. Non che questo fosse appena visibile, anzi le persone normali non cambiano così, nè tantomeno gli elfi. Ma questa è un'altra storia.


     
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    Sapphire

    Il rumore continuava ad essere troppo forte perché lei potesse sopportarlo o anche solo isolarne una parte, in qualche modo, e cominciava a non sentirsi più le gambe per la stanchezza che quell'inutile tentativo di resistenza le causava. Ecco perché non aveva mai amato trovarsi in mezzo a tante persone da quando era stata trasformata, ecco perché cercava lei stessa di allontanare gli altri. Troppe emozioni, uguale, rumore insopportabile e rischio di svenimento. Le era già successo una volta all'uscita dell'ospedale, nel parcheggio. Era stata sostenuta da un passante prima che potesse cadere e sbattere la testa. Si impose la calma, staccando le mani dalle orecchie, cercando di concentrarsi solo su una persona, una con un'emozione diversa dalle altre.
    Impazienza, noia, ancora noia, eccitazione.. oh, una leggera tristezza. Voleva trovare il ragazzo di prima, quello arrabbiato. L'avrebbe distratta e assorbita nella sua rabbia, così che dovesse pensare solo al modo di calmarsi e non sentisse quel frastuono. Ma il raggio d'azione del suo potere era troppo limitato per una così grande quantità di persone. Riprese la borsa e facendo un respiro profondo per calmarsi cominciò a camminare, spintonando per farsi spazio tra gli studenti. Ricevette a sua volta degli spintoni o delle occhiate irritate, quando, per un attimo di distrazione, andò a sbattere contro qualcosa e cadde a terra.
    «Ehi, che ne diresti di guardarti un po' attorno..» cominciò, rendendosi conto d'esser finita contro il pazzo di prima, che era di fianco alla biondina. Strabuzzò gli occhi e abbassò lo sguardo, incrociando quello della bambina. Era stata nuovamente sgarbata, si diede sonoramente dell'idiota.
    Qualcuno richiamò l'attenzione dei presenti con voce autoritaria, facendole volgere la testa verso il palco. Si alzò e, imbarazzata, fece un cenno con il capo ai due suoi compagni di scuola.


     
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    Clive Addams
    La biondina aveva accettato a quello che lui sembrava di buon grado la sua richiesta d'aiuto nella ricerca della giovane vampira, l'unico difetto in quell'allenaza tra pari però era il fatto che lei non l'avesse suggellato stringendogli la mano.
    Una grave mancanza che però non venne affatto notata dal giovane, completamente immerso nella ricerca di colei che poteva svelare il dubbio che insediatoglisi nella mente.
    «Sempre che lei ti risponda, biondina.»
    La frase si riferiva ovviamente alla parte della spiegazione data da Aoki secondo la quale le sue orecchie avrebbero individuato la voce della vampira, qualora avesse parlato.
    Non voleva essere scettico sulle sue abilità uditive quanto sul fatto che la bruna sentisse il loro richiamo, oltre che ingombrare spazio la folla faceva anche un discreto rumore.
    Erano entrambi dei problemoni insormontabili, almeno lo erano senza ricorrere alla morte di alcuni per far calare il gelo nelle vene degli altri.
    Clive sbuffò.
    Insomma, che cosa costava loro spostarsi in modo da lasciare libero il passaggio a chi ne avesse avuto bisogno?
    La virilità o la femminilità, a seconda dei casi, erano le risposte più ovvie dato quanto fossero restii a compiere tale gesto di buona educazione.
    Ad ogni modo, mentre procedeva più a tentoni che seguendo quello che era un vero e proprio piano, si ritrovò a riflettere su qualcosa che probabilmente avrebbe dovuto tenere in considerazione prima : la sua compagna di ricerca era bassa almeno quanto la sua "preda".
    Con tutta probabilità ella aveva la vista completamente ostruita dalle spalle e teste degli altri presenti, uno svantaggio decisamente non da poco se consideriamo lo scopo della loro missione.
    Fortunatamente recuperava con quelle orecchie da pipistrello che si ritrovava, sempre che quanto da lei detto fosse vero.
    Il filo di pensieri seguente, che riguardava quanto fosse stato ingenuo a non notare prima la debolezza della biondina venne interrotto quasi immediatamente.
    Uno dei soliti passanti gli aveva appena sbattuto contro, un gesto assai maleducato! Fece per riprendere l'inutile pezzo di carne che l'aveva così sbadatamente urtato quando riconobbe i lunghi capelli corvini dell'oggetto della loro ricerca.
    «Trovata!», urlò più a se stesso che a Aoki.
    Ancora a terra per lo scontro, Sapphire gli disse qualcosa con lo stesso tono acido della prima volta che si erano incontrati ottenendo come reazione un aggrottamento della fronte e gli si sarebbe visto unire le labbra in un unico punto, il più lontano possibile dalla propria bocca, se non avesse avuto la museruola.
    Gli sarebbe piaciuto rispondere a tono e l'avrebbe fatto non fosse stato per il richiamo di quello che immaginava essere il preside che si apprestava ad iniziare quel noiosissimo discorso che tutti sembravamo bramare.
    La risposta pertanto non fu altro che un celato sorriso a 32 denti, intuibile tuttavia dall'espressione del viso, che lasciava a sottointendere un "Noi due abbiamo qualcosa di cui parlare, dopo."
    Fatto ciò si voltò in direzione del preside ed attese pazientemente la fine del suo discorso, pensando per lo più ad altro.
    Solamente quando fu libero di andarsene in seguito alla fine del comizio pensò che ufficialmente, ora, era un membro dell'Heiwa e che con ciò aveva inizio il suo lavoro.
    Doveva trovare William.
    Prima però c'era da risolvere la questione del sangue.
     
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  7. Kalawathi
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    Anna-shaman-king-16835742-600-715

    Aoki
    "Dunque.. prima era venuta in questo punto con Arashi, percui non sarà andata tanto distante da qui." Si guardò intorno e vide una stradina che portava all'interno del castello. Naturalmente cercò di avanzare in quella direzione, ma venne fermata da ciò che stava accadendo dietro di lei. Non molto distante, il nostro Clive aveva anticipato Aoki, incrociando la mangia sangue prima di lei. Erano entrambe a terra, tutti e due con viso imbronciato. Ah.. non mi posso girare un secondo che questi due combinano qualcosa. Entrambi si ammonirono con tono alquanto sgarbato e poi si rialzarono all'udire le parole del preside che attirava l'attenzione della massa studentesca che si protendeva per decine e decine di metri. Cessò così il baccano. Il ragazzo mascherato sussurrò qualcosa a Sapphire, l'affermazione arrivò chiaramente alle orecchie di Aoki, la quale si chiese cosa ci fosse di tanto importante di cui parlare. D'altronde si erano appena conosciuti! Cosa avevano già da creare sotterfugi? Non è che ho fatto qualcosa di male..? Chiaramente, ora sotto il discorso del preside non poteva distrarre l'attenzione dei suoi due compagni, quindi preferì tenere tutto per se, nella speranza che prima di andare via avrebbe potuto parlare ancora un po'.
    Il discorso del preside non fu lungo, ma fu ben chiaro. In breve tempo terminò ed i capisezione iniziarono a chiamare gli studenti per illustrare la scuola. Non c'era tempo per parlare con Clive e Sapphire, quindi seguì Arashi senza neppure poter salutare i suoi due amici (?). Li avrebbe rivisti più tardi? Oppure non li avrebbe più rivisti? Chi lo sa, lo scopriremo più avanti.


     
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  8. Tsukamoto Arashi
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    Role chiusa! Ecco le vostre valutazioni.
     
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