Il Regno di Genkaku GDR

Posts written by rune_starvel

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    « Argan Della Torre »

    Si tirò un attimo la coda e infine la lasciò andare, facendola muovere appena nell'aria e lasciando che il leggero vento gli scompigliasse un poco il pelo e si stiracchiò ancora una volta: aveva proprio bisogno di farsi una dormita. Prese a camminare davanti a Spam, come a volergli fare strada, e portò le braccia conserte dietro alla testa sbadigliando ancora un paio di volte ma andando verso l'entrata dell'accademia; si soffermò un attimo nell'udire che il ragazzo conosceva già la struttura al suo interno, dato che vi "viveva" da quando era nato: allora erano a cavallo, anche perchè lo stesso rosso non conosceva del tutto la scuola, infondo non era arrivato da tanto. Avrebbe fatto quindi una figura imbarazzante e le lacune sarebbero uscite allo scoperto facilmente; la sua stanza? Al momento non gli veniva alla mente, così prese a pensarci sopra fermandosi a pochi metri dall'ingresso e dopo poco gli s'accese la famosa lampadina nel capo...
    <<sto nella 109. Credo siano vicine, quindi possiamo beccarci facilmente!>>
    Rispose sorridendo a Spam. Era incredibile però: quella strana creatura aveva un compagno di stanza? Chissà come faceva a giostrarsi con la sua abilità di tramutarsi in ogni cosa volesse, sicuramente non reagiva come aveva fatto egli stesso, ovvero farsi venire un infarto in età giovanile, magari era un tipo che non si sorprendeva di niente, oppure uno simile a Spam stesso: insomma una bella curiosità non c'era che dire. Argan riprese a camminare e infine entrò nell'accademia, v'era un pò di via vai ma neanche tanto, sicuramente era un'orario vivibile, solo che lui aveva un sonno talmente forte che pareva ciondolasse in piedi...
    <<tu basta che mi fai un fischio e io arriverò. Ho un'ottimo udito, sai?>>
    Si volse verso il suo nuovo amico e gli sorrise divertito. Con un colpetto di tosse fece sparire la coda prima che qualcun'altro potesse accorgersene e fermarsi a fare domande idiote e poi prese a correre verso la zona dei dormitori maschili...
    <<ci vediamo Spam! A presto!>>
    Esclamò alzando la mano destra e salutandolo, per poi sparire nel nulla...

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    « Argan Della Torre »

    Argan prese a stiracchiarsi a lungo, facendo allungare un pò i muscoli e scricchiolare qualche osso qua e là e infine prese a grattarsi dietro la schiena, portando il braccio destro in avanti e poi indietro alla spalla stessa e aiutandosi con la sinistra poggiata sul gomito. Più passava il tempo e più aveva la sensazione d'essersi fatto come amico qualcuno che andava oltre ogni immaginazione o logica, ma tanto anche lui si poteva considerare fuori dall'ordinario; non tutti riuscivano ben a capire cosa passasse per la testa al rosso e alcuni suoi comportamenti erano buffi o presi per stranezze: lui ormai vi aveva fatto l'abitudine, conosceva la sua discendenza e non la incolpava o cercava di starne lontano, anzi gli piaceva essere se stesso. Intanto prese ad ascoltare ciò che Spam disse e sorrise nel venire a conoscenza che i suoi modi goffi presenti o futuri non davano alcun problema ed erano ben accetti. Arrivarono altri discorsi, altre parole e il giovane Della Torre restò un attimo perplesso, ma alla fine non se ne fece tanto un dilemma e sorrise...
    <<io non cerco la perfezione. Io mi vado più che bene così. Ma stai certo che ti aiuterò in ciò che vuoi, almeno nel possibile delle mie conoscenze. Spero siano più vaste di quelle che penso d'avere. Vabbè si vedrà...>>
    Argan non si faceva problemi, era il tempo a parlare e plasmare gli eventi, lui si sarebbe adattato o avrebbe studiato un'astuzia o un modo per stare al gioco. Fece uno sbadiglio portandosi una mano alla bocca e si stiracchiò di nuovo con la schiena; si sentiva lievemente stanco: tutte quelle emozioni assieme non erano di certo un bene. D'un tratto il ragazzo dai grandi occhi riprese la sua forma e Argan ebbe di nuovo una specie di colpo: ma fu più un lungo brivido gelato improvviso ed ecco che gli sbucò la coda da lupo dietro, questa rimase ritta come un palo. Il rosso si volse e la vide e si portò una mano al viso e scosse la testa sospirando...
    <<non riuscirò mai a farci l'abitudine...temo>>
    Disse tra il divertito e lo sconsolato. La trasformazione di Spam lo metteva sempre un pò in difficoltà, ma non era nulla di preoccupante. Il suo nuovo amico propose di festeggiare e domandò cosa si potesse fare...
    <<yawn sinceramente avrei sonno. Se vuoi ti faccio fare un tour della scuola? A proposito, tu che stanza hai?>>
    Domandò il rosso prima sbadigliando e tirandosi lievemente la coda...

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    « Argan Della Torre »

    Perchè mai era andato a porre una domanda che dalla risposta, parve molto ovvia? Dato che il ragazzo di fronte a lui non era contento della sua forma attuale, pareva difficile andar a ponderare la possibilità di rispecchiarsi in una lastra di vetro che rigettava la sua immagine d'essenza gli piacesse? Esattamente no! Argan aveva errato alla grande e sicuramente fatto la figura dell'idiota patentato: mille punti a suo sfavore e altri mille alla stupidità di cui non era del tutto sconosciuto. Il rosso si grattò un attimo la testa, cercando di seguir il discorso di Spam e di non andare a perdersi nella confusione: bisognava però dire che non era facile star dietro a quella specie di creatura camaleontica e alla sua mente decisamente complicata, ma il giovane Della Torre non demordette. Restò un poco in silenzio e prese a camminare su e giù per un punto fisso...
    <<riflettere, non è mica facile sai? Sono sconosciuto al tuo vero essere, quindi ho fatto un tentativo. Ovviamente è andato a vuoto e mi spiace averti deluso nell'averti paragonato a me. Ma per i miei occhi parrebbe tu sia mia coetaneo, non lo è? Non fa nulla. In amicizia l'età non colta molto. Tu che ne pensi?>>
    Domandò fermandosi davanti al castano dai grandi occhi. Se allora non aveva la sua stessa età, cosa poteva nascondere? Era più grande? Più piccolo? Non avente un età precisa? Forse essendo un replicante era immortale: se fosse verità, avrebbe sbagliato anche nel pensiero. Accidenti se ne stava facendo d'errori madornali. Di nuovo Spam gli rivolse la parola e venne fuori ch'egli era nato solo da un anno appena e il rosso sbiancò un attimo. Eccolo là: prossimo infarto precoce in arrivo. Calma un attimo! Il castano era appena un neonato? E in dodici mesi aveva già sviluppato tale forma e mente? Decisamente sbalorditivo se non anche assurdo. Ma alla fine perchè restare sorpreso più di tanto? In quel mondo s'era capace di tutto, quindi quale ostacolo poteva non dare luogo ad una cosa del genere? Replicante, camaleonte, demone, qualunque cosa fosse Spam non importava ad Argan, dato che gli sorrise...
    <<allora se riassumo ogni cosa detta da te, posso solo dirti questo. Al mondo non vi è una forma perfetta, o una formula che possa crearla come tu voglia. Questo pianeta è ben vasto e data la tua poca presenza qui, avrai molto tempo per scoprire, scovare e studiare ciò che più brami. Se mai vorrai, ti aiuterò. Di certo non sarò bravo, ma andrò per tentativi; ne avrai la pazienza?>>
    Domandò il rosso con aria tranquilla e bonaria. Doveva ammetterlo, quel nuovo conoscente gli stava sempre più simpatico e sicuramente non si sarebbe mai annoiato in sua presenza. Certo avrebbe dovuto far attenzione ai suoi discorsi ma, come già detto in precedenza: era figlio di Dalhia, quindi la piccola vena di follia che gli scorreva in corpo, poteva ben essere utile...

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    « Argan Della Torre »

    Finalmente parve che il rosso avesse individuato ciò che assillava quello strano individuo: in pratica egli cercava una base perfetta a cui tornare ogni qual volta si tramutava in altro a suo piacimento. Forse era veramente un replicante, e doveva ammettere che era il primo cui ne faceva la conoscenza e addirittura osservarlo dal vivo, dinnanzi a se e chiacchierarci. Spam domandò ancora una volta e chiese quanti anni gli attribuiva: Argan si soffermò un pò a ponderare e si portò una mano sul mento e cominciò a girargli intorno; possibile che egli non sapesse neppure in che anno fosse venuto al mondo? Forse non era un replicante di quelli ereditari, nel senso non nato da un uomo e una donna? Che fosse uno di quegli esperimenti cui si tanto vociferava a bassa voce? Leggende? Storielle dell'orrore? Un passatempo per farsi vedere forti dinnanzi alla ragazze? Chi poteva saperlo? A ben vedere, quel tipo dai grandi occhi era tutto un enigma...
    <<potresti avere su per giù la mia età. Io ho diciasette anni, quindi potrebbe essere fattibile anche per te, infondo un pò ci somigliamo nell'altezza e nei tratti del viso. Sai ancora non del tutto ben definiti. D'accordo che tu puoi prendere ogni forma voglia, ma credo che tu non sia immortale, almeno penso: cioè saprai invecchiare in modo naturale, o mi sbaglio? Massì, penso proprio che siamo coetanei...>>
    Disse Argan cercando d'esaminare ben bene Spam. Non era per niente facile, eppure la sua mente riusciva a tenere i discorsi che si stavano andando a far sin in quel momento e a parte gli spaventi provocati, prima dallo sguardo fuori del normale, e infine la capacità di tramutarsi, sentiva di riuscire a capire quel ragazzo. Come se avesse davanti sua madre, come se tutto fosse normale, nell'anormalità che scorreva nel sangue del rosso. Infondo era figlio di Dahlia, no? Quindi con lui tutto era possibile: mentalmente, fisicamente e folle. Il replicante parlò ancora, ma stavolta fu il giovane Della Torre a voler porre una domanda, dopo tutto gli spettava no?
    <<posso azzardarmi a farti una domanda io Spam? Nella tua vita, lunga o corta che sia: ti sei mai osservato in uno specchio? Sai quella superficie piatta fatta di vetro che riproduce noi stessi al suo interno? Se in caso tu l'abbia fatto e quindi visto, cosa hai provato? Non ti sei trovato bene in ciò che sei ora?>>
    Si accorse di non aver fatto una sola domanda, ma ben di più. Eppure sentiva di volergli chiedere ciò. Come se la risposta potesse trovarsi nella semplicità più assoluta. Ma sicuramente avrebbe potuto avere risposte contrarie, se Spam continuava a cercare una forma perfetta, di certo quello che era al momento non era di suo gradimento. Argan sorrise e strinse la mano al castano...
    <<scusa, magari t'ho confuso, ma sai com'è: sono un pò pazzo, ma che resti un segreto, d'accordo? Comunque certo, amici!>>
    Ed ecco che il rosso s'era andato a fare un amico a dir poco fuori dal comune, come lui infondo...

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    Edited by rune_starvel - 21/9/2015, 00:05
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    « Argan Della Torre »

    Aveva come la sensazione di aver parlato a vuoto, o almeno risolto solo in parte i dubbi di quello sconosciuto; anzi a dure la verità Argan stesso si sentiva un pò confuso per tutto ciò che gli era stato domandato e a cui ha cercato di dare delle risposte, che a momenti lo mandavano in difficoltà. Come il ragazzo dai grandi occhi prese a parlare, i dubbi del rosso vennero fondati e si ritrovò abbastanza spiazzato e con un bel problema nel poter andare avanti e sostenere ancora quella strana conversazione; bisognava mantenere la calma e usare la testa, cercando di capire dove volesse andare a parare Spam. Finalmente si era presentato anche lui...un momento: ma Spam era un nome? Forse era straniero o forse no, chi poteva saperlo? Argan si sentiva come in balia di una di quelle situazioni che ogni tanto sua madre andava a creare, uno di quei momenti in cui il fuori dal comune si mostrava in tutta la sua bellezza e presenza, quindi se ci si pensava bene su, si poteva arrivare a concludere qualcosa...
    <<bhè ecco...non ricordo di aver trovato qualcosa che abbia suscitato in me i sentimenti che mi hai descritto. In pratica da quando sono nato, ho una percezione un pò diversa dal comune. Quindi per me la perfezione è ancora ben lontana dal comprenderla veramente...>>
    Rispose sinceramente il giovane Della Torre. Ma prima che potesse fare, dire o pensare ancora qualcosa, il suo cuore fece una capriola all'indietro e il fiato gli si mozzò in gola. Spam si stava tramutando dinnanzi ai suoi occhi: era divenuto carta nel vero senso della parola, poi prese a mutare, come una di quelle creazioni cartacee colorate e dalle tante forme, prendendo le sembianze del rosso stesso. Un replicante? Aveva sul serio davanti qualcuno in grado di prendere ogni tipo di forma? Un brivido freddo gli percorse la schiena, ma accese come una lampadina...
    <<aspetta, forse ho capito, in caso di errore mi correggi. In pratica staresti cercando una forma base? Ovvero una tua propria personalità?!>>
    Domandò Argan portando le mani sui fianchi e cercando d'inquadrare la situazione. Sperava di aver capito ciò che gli era stato nuovamente domandato. Doveva ammettere che da quando gli si era parato dinnanzi quell'individuo, la possibilità d'un infarto era da tenere in considerazione: con quel suo tramutarsi gli aveva fatto prendere un secondo spavento niente male...

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    « Argan Della Torre »

    In cosa, o meglio in chi era andato a incappare? Occhi grandi e spaventosi a parte, il suo discorso, che riprese ancora una volta, sulla forma perfetta non lo capì ancora una volta. Cercare la perfezione nelle cose? Bella ricerca da fare, di certo si poteva passare il tempo in quel modo, ma poi perchè? Lo strano ragazzo continuò a parlare e Argan si ritrovò a dover intuire ciò che andava dicendo, o almeno trovare una qualche spiegazione d'aiuto per tutte quelle parole sulla perfezione: ma un momento, tale considerazione su oggetti o non poteva esistere davvero? Il rosso si grattò dietro la nuca e cercò di seguire il fluente discorso del ragazzo che aveva di fronte e appena esso smise di parlare, dopo avergli chiesto di nuovo una mano in quel cercare la perfezione in ogni cosa, o almeno in lui stesso, prese a pensarci su. Non sapeva come chi si chiamava, da dove fosse sbucato e cosa accidenti andava cercando. Ma il giovane Della Torre non si perse d'animo e si spremette le meningi in cerca d'una soluzione: al mondo ve ne era di gente strana in circolazione; sicuramente se sua madre fosse stata al posto suo, quel tizio lo avrebbe preso subito a simpatia o creduto di trovare un'empatia. Trovare una forma perfetta? E come? Restò a lungo in silenzio e infine...
    <<a mio parere credo non esista alcuna forma perfetta. Anzi, siamo tutti imperfetti in ciò che siamo. Se fossimo fatti senza alcun errore, non ci sarebbe alcuna differenza tra di noi e saremmo tutti uguali: il che sarebbe una noia, credimi. Tu vedi qualcosa attorno a noi di perfetto, o almeno che ne dia una percezione minima? Forse è tutta parvenza, non trovi?>>
    Perfetto anche lui stava conversando in modo strano. Ma era vero, almeno per Argan: la forma perfetta non esisteva, o forse non era ancora stata trovata in quel vasto mondo in cui vivevano, ma forse era meglio così. La perfezione non portava sempre del buono, anzi si diveniva negativi neln sprecarsi a trovarla o donarla a forza agli altri. L'ibrido dagli occhi rossi, prese a girare intorno allo sconosciuto e l'osservò ben bene: cosa aveva che non andava? A parte quei grandi occhi che lo intimorivano un bel pò e gli davano la sensazione certa d'esser scrutato da cima a fondo, dentro e fuori. Si fermò dinnanzi a lui e inclinò lievemente il capo di lato...
    <<posso essere sincero? A parte lo sguardo che ti denuda l'animo, sei perfetto. Forse ciò che cerchi davvero è quella soddisfazione interiore del sentirti completo e perfetto al mondo, ma quella del corpo non esiste. Nasciamo tutti con delle imperfezioni, e sono quelle che ci rendono perfetti, ecco si: l'imperfetto da il perfetto. Quindi a mio pensiero, sei perfetto come me e tutto ciò che ci circonda>>
    Argan sorrise sincero e amichevolmente. Si grattò ancora una volta dietro la nuca e cercò di sembrare tranquillo...
    <<scusami se non mi sono presentato...io sono Argan, e tu?>>
    Domandò semplicemente il ragazzo...

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    « Argan Della Torre »

    Se ne stava tranquillamente seduto sulla panchina, con gli occhi chiusi assaporando quella pace lenta estiva e respirava a pieni polmoni l'aria che portava odori d'alberi ed erba, quando sentì una voce rivolgergli la parola e quando Argan aprì gli occhi e si volse per capine la provenienza, il cuore gli si fermò d'un battito e infine fece un salto all'indietro atterrando di sedere sul manto erboso: accidenti che botta. Il rosso era stato largamente spaventato, non dalla presenza sconosciuta o dal suo strano discorso, ma dai due grandi occhi con le pupille assai piccole e inquietanti; in cosa accidenti era incappato? Non aveva mai visto prima uno sguardo simili e la cosa lo aveva preso in contropiede e lo intimoriva non poco. Restò per qualche minuto seduto, cercando di riordinare le idee e calmarsi, fatto ciò, almeno in parte, si alzò in piede e si battè i vestiti togliendosi un pò di polvere e ciuffi d'erba e infine si rivolse a colui che gli aveva parlato...
    <<scusami, mi hai spaventato: mi hai colto di sorpresa. Co...comunque cosa staresti cercando? La forma perfetta? Potresti spiegarti meglio?>>
    Domandò Argan ancora con il cuore a mille. Certo che quel ragazzo era davvero strano, cioè gli occhi erano fuori dalla norma, ma forse era un appartenente a qualche razza demoniaca sconosciuta, in effetti aveva un pò l'aria di qualcosa lontanamente umano. Il rosso cercò di fare mente locale se avesse mai letto o sentito parlare di un qualche demone dai grandi occhi, ma proprio non gli sovveniva nulla a riguardo. Bisognava dire che il mondo riservava delle belle sorprese. Ma ancora non riusciva a capire lo strano discorso che gli era stato fatto e la domanda rivolta...

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    « Argan Della Torre »

    Argan si chiedeva come facesse suo nonno a scrivergli certe cose: era arrivato all'accademia da appena un mese e ancora non conosceva quasi nessuno, ad eccezione del suo coinquilino di stanza al dormitorio, quindi come poteva solo lontanamente pensare che potesse già fare conquiste tra le ragazze? Ma ormai era abituato a certi "consigli" da parte del vecchiaccio, e quindi gli entravano da un orecchio e gli uscivano subito dall'altro, in quel caso li leggeva ma li cestinava alla svelta, come avrebbe fatto con la lettera che reggeva tra le mani: gli era arrivata quella mattina stessa e il solo leggere il mittente, aveva messo il rosso in visibile imbarazzo. Decise così di prendere la strada del giardino dell'accademia, per prendere una boccata d'aria e evitare il più possibile d'esser visto in quelle condizioni, date dalle parole scritte dal nonno sul come approcciarsi alle ragazze, corteggiarle in modo discutibile e infine andare dritto al sodo e tante grazie; a suo dire la vita andava vissuta in tanti modi, e abbandonarsi a certi piaceri in gioventù era la priorità. Decisamente Argan non era tipo da seguire certe tracce, soprattutto quelle che trattavano quel parente da parte della madre, che ogni due per te lo mandava senza tanti rigiri di parole a quel paese. Dopo un pò arrivò finalmente nell'immenso giardino verdeggiante, l'aria era fresca e invogliava a godersela il più possibile, così il giovane ibrido andò a sedersi ad una panchina, che si trovava sotto un grande albero, che pareva antico ma forte, la sua folta fronda dava un'ombra estesa in larghezza e si poteva sentirne il profumo fresco e selvatico. Argan andò avanti a leggere quella strampalata lettera, ma dopo pochi secondi poggiò la schiena allo schienale e aprì le braccia...
    <<aaahhh!!! Come si fanno a scrivere simili cose?! Nonno sei il solito porco!>>
    Lo disse con voce tra l'esasperato e il divertito. Chiuse gli occhi e si rilassò in quella pace d'estate...

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    « Argan Della Torre »

    Ogni minuto che passava, Argan trovava il suo nuovo compagno di stanza più simpatico e sentiva che poteva fidarsi, infondo poi lui non era così sprovveduto come poteva darne la parvenza, se Genji si fosse rivelato un problema avrebbe saputo cosa fare al momento opportuno. Ma doveva ammettere che quel giovane dai capelli neri sprizzava vivacità da tutti i pori e con i suoi modi di fare risultava interessante e con cui magari capirsi nel corso del tempo che avrebbero trascorso assieme. Argan restò sorpreso dal fatto che Genji non rimase spaventato o lo avesse preso a male parole per l'azione compiuta poc'anzi con la sua katana rossa, anzi parve addirittura impressionato e rimirò l'oggetto con vivo interesse e curiosità: addirittura disse di aver letto il libro che il rosso gli aveva mostrato...
    <<davvero? E come ti sembra? Dal titolo presumo che siano per la maggior parte baggianate, dico bene? Se non fosse una lettura bizzarra, non sarebbe un regalo di mia madre dopotutto...>>
    Mentre discuteva di ciò, mise via il tomo sulla sua scrivania, ma continuò ad impugnare la katana rossa e si bloccò quando venne invitato a dimostrare le sue competenze in campo combattivo all'istante. Argan si volse e lanciò un'occhiata dubbiosa al nuovo conoscente: diceva sul serio? Voleva battersi subito? Era la prima volta che gli capitava un'idea del genere, però non gli dispiaceva affatto, e si ritrovò a sorridere in modo solare e divertito. Divenire amici tramite un duello dimostrativo del saper praticare l'arte della spada? Perchè no?! Un modo davvero insolito ma affascinante, la cosa lo attirava molto, e se non fosse stata fuori dal comune non avrebbe incontrato i suoi gusti personali. Insomma un filo di follia scorreva anche a lui nelle vene, cosa ci si poteva aspettare dal figlio di Dhalia?! Il rosso si grattò ancora una volta dietro la nuca...
    <<vedo che hai preso subito la palla al balzo, allora non è poi un'idea così bislacca come temevo. Di solito a questo mio proposito scappano tutti o mi allontanano...d'accordo andiamo!>>
    Esclamò contento il ragazzo dagli occhi rubino e infilò la lama della sua spada nel fodero di colore rosso elaborato e infine seguì il compagno fuori dalla porta della stanza. In effetti era una buona giornata di sole, perchè non sfruttarla? Ma prima che potesse aggiungere qualcosa, sentì qualcosa, o meglio vide un'ombra davanti a Genji, cui quest'ultimo andò a sbattere contro...
    <<ehi! Tutto bene? Vi siete fatti male?!>>
    Domandò Argan muovendosi verso i due che si erano "incidentati" per sbaglio...

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  10. .

    « Argan Della Torre »

    Argan osservò le varie valige e le tante cose che il suo nuovo compagno di stanza si era portato appresso e si domandò se lo spazio che aveva lasciato fosse davvero sufficiente; quando era arrivato lui si era porarto dietro soltanto una valigia, un borsone, uno zaino e la sua katana rossa e aveva cercato di riporre quasi tutto dentro all'armadio in modo da sembrare quasi un tetris; l'arma aveva nascosta sotto il letto, dato che si sentiva più sicuro e più pratico nell'averla in immediata disposizione per qualsiasi avvenimento: difesa o attacco che sarebbe stato. Il rosso guardò Genji cercare di sistemare la sua roba e rimase interessato alla stecca di ferro che gli venne mostrata e fu compiaciuto di sapere che il suo nuovo conoscente fosse un combattente di spada...
    <<spadaccino? Io ho una katana: magari possiamo allenarci assieme se ti va!>>
    Sperava accettasse, almeno si sarebbero aiutati a vicenda e magari consigliati su come migliorare nei movimenti o sentire un pensiero diverso dal proprio su come agire in campo. Argan si mosse veloce e con il piede destro estrasse la sua katana di colore rosso, la alzò con uno scatto di punta e l'afferrò veloce in mano con grande agilità e manualità. Guardò Genji con fare serio e fece uscire lentamente la lama dal suo fodero e infine la puntò a pochi centimetri dal viso del ragazzo dai capelli scuri e i grandi occhi scuri, ma la distolse subito facendo una piccola risata...
    <<scusami, un vizio di famiglia...>>
    Con la mano sinistra libera si grattò dietro la nuca un pò imbarazzato e portando con la destra la punta della katana verso il basso e voltandola dalla parte non tagliente: forse aveva esagerato un bel pò e di sicuro la figura non era stata di certo delle migliori. Cercando di non fare altri danni, ripose la katana nel suo fodero e la mise sulla sua scrivania accanto al libro, che nel frattempo aveva notato aver attirato l'attenzione del compagno di stanza...
    <<ehm...questo è uno dei tanti strani libri che mia madre di spedisce spesso. Almeno stavolta non mi ha mandato un trattato sul cavolfiore. Sai...ha...un pò dei gusti strani...>>
    Allungò il tomo portante il titolo "101 leggende sulle spade corte" e si grattò di nuovo dietro la nuca facendo una faccia ancora più imbarazzata; di sicuro con quel libro la figura del bislacco era completa. Sorrise in modo solare quando udì Genji ringraziargli per aver aperto la porta e prestatogli aiuto...
    <<ma figurati, per gli amici questo e altro. Si cioè...ti va...ti va di essere amici? Non sono espertissimo in questo campo, quindi...si...ti va la cosa?>>
    No decisamente nel fare amicizia non era forte, forse era stato troppo precipitoso: ma gli era uscito naturale. Infondo trovava il ragazzo simpatico e avendolo come compagno di stanza sarebbe stata una cosa ovvia e buona da fare...

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    « Argan Della Torre »

    Sorrise nel venire a sapere che quel ragazzo sarebbe stato il suo compagno di stanza, e da una prima occhiata sembrava un tipo abbastanza simpatico e leggermente imbranato, ma nulla di sbagliato in tale atteggiamento, anzi lo capiva bene. Argan rimase allegramente sorpreso dai tanti bagagli e persino da un'armatura che il nuovo conoscente si stava portando appresso, e senza dire nulla afferrò un paio di borse cercando di alleggerirgli il carico...
    <<caspita ha un sacco di cose eh?! Piacere io sono Argan Della Torre. Dai ti do una mano molto volentieri!>>
    Non gli pesava affatto essere d'aiuto e poi cominciava a capire pian piano che Genji gli piaceva e di sicuro vi sarebbe andato d'accordo. Il nuovo arrivato domandò se fosse possibile farsi aprire la porta e Argan non se lo fece ripetere due volte e con una mano meno impegnata andò a frugare in una tasca dei pantaloni e dopo aver afferrato le chiavi, le inserì nella toppa e apri con alcuni scatti decisi: la loro porta aveva un leggero handicap e bisognava usare un poco di forza nella serratura: ovviamente se non vi fosse stata una pecca, non sarebbe stata la stanza di Argan. Entrò prima il ragazzo dai capelli rossi e fece spazio al nuovo amico...
    <<ecco qua! Appoggia pure i bagagli dove vuoi. Il tuo letto è a sinistra e l'armadio è piuttosto libero, spero ci stia tutta la tua roba: se ci sono problemi dimmelo ok?>>
    Usò un tono gentile e sorrise in modo solare. Fatto ciò Argan andò a posare le borse che aveva sfilato a Genji e infine mise il suo libro sulla scrivania che si era scelto e attese di aiutare in qualche modo il suo compagno...

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  12. .

    « Argan Della Torre »

    Due giorni riuscì ad avere le chiavi della stanza del dormitorio e così vi portò subito i suoi bagagli e la sua spada e si sistemò in modo da non portare via troppo posto a colui che sarebbe arrivato come suo compagno; solo che restare da solo in quella grande camera era davvero un pò triste e noioso: sperava che la persona con cui avrebbe condiviso lo spazio assegnato non possedesse un carattere chiuso e dall'offesa facile, o addirittura qualcuno di troppo chiassoso: ci pensava già sua mamma a rendergli la giornata o addirittura le nottate vivaci chiamandolo alle ore più strane. Mentre era intento a leggere un libro che non riusciva molto ad attirare la sua attenzione e quindi lo stava annoiando come non mai, decise di andare a farsi un giro e passare per la segreteria a controllare se fosse arrivata posta e così uscì chiudendo la porta a chiave. Ed eccoci al momento giusto. Argan stava tornando con in mano un pacchetto postale aperto e stava studiando un nuovo libro che la madre gli aveva spedito: "101 leggende sulle spade corte". Ma perchè quella donna si ostinava a mandargli certi tomi, e soprattutto dove mai riusciva a trovarli? Ormai aveva letto di quei libri d'ogni genere e stramberia che non sapeva più quale fosse il più brutto da usare come zeppa sostitutiva di qualche mobile zoppo. Sospirò rassegnato e quando arrivò davanti alla sua porta incontrò un ragazzo sconosciuto...
    <<oh ciao...ehm ti sei perso oppure sei il mio compagno di stanza?>>
    Chiese al ragazzo dai capelli scuri che portava valige e quanto altro che faceva presumere un qualche arrivo o trasferimento...

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    Grazie cara ^^
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    Per me va benissimo ^^
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    Scheda completata, grazie di avermi aiutato ^^
36 replies since 5/11/2009
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