Il Regno di Genkaku GDR

Votes taken by nimirya`

  1. .
    No no, non compromette la coppia FrauxTeito, tranquilla *AA* o almeno, non vedo pericolo ò-ò altrimenti la odierei a morte xDD invece è tanto cariiiina ** (ce l'ho anche come avatar xDD)
    Oddio che cariiiini *AAA*
  2. .
    Oh, la musica *A* Io ascolto qualsiasi genere, al contrario di molti che hanno pregiudizi stupidi (del tipo: "Non ascolti metal?! Allora sei un ignorante" e così via). Per me la Musica è...non lo so *_* ho sempre bisogno di essa, durante la giornata. Mi aiuta a pensare e a riflettere, mi aiuta quando penso di non farcela più, mi fa sentire bene. Direi che è la mia vita. O, meglio, fa da sottofondo alla mia esistenza. Senza non sarebbe lo stesso, ne sono sicura D:
    Aww, non mi dilungo in discorsi filosofici, non ne sono capace, ma la Musica è tutto. Fine u.u
  3. .
    【 NEVAEH FLAHERTY 】

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    ID Card


    » Nome: Nevaeh. Nome che visto scritto spaventa un po', ma comunque dolce alla pronuncia. Peccato, però, che nessuno la chiami mai per intero, ricorrendo spesso a diversi soprannomi.
    » Cognome: Flaherty.
    » Soprannome: Ne ha avuti tanti, e mi sento in dovere di citare quelli più ricorrenti, quali Nev, Nav, Neh, Ve. In molti si sono divertiti a spezzettarle il nome in mille sillabe, arrivando infine a chiamarla semplicemente con la lettera "N". Al che Nevaeh si è sempre chiesta come mai odiassero tutti il suo nome, tanto da ridurlo così.
    » Sesso: Femminuccia. Non si vede?
    » Età: 17 anni.
    » Classe: Luminous Star.
    » Livello: 1.
    » Punti Esperienza: 9
    » Gruppo sanguigno: AB+
    » Razza: Ibrida. La madre era una Shinigami, il padre un comune umano.
    » Segni particolari: Sul proprio corpo non ha nulla di particolare, non ha nessuna cicatrice, né voglie, né tatuaggi, niente di niente; nemmeno un singolo neo. Ciò può valere come particolarità?
    » Abilità Innate:Ombre: riesce ad amalgamare la sua persona con le ombre che la circondano, diventanto ella stessa un'ombra, risultando così invisibile ad occhi estranei. Purtroppo, questa abilità funziona solo ed esclusivamente di notte o in luoghi molto poco soggetti alla luce solare e/o artificiale. Durante l'utilizzo di questa abilità, sarà in grado di spostarsi, ma non di attaccare.
    » Poteri:Maledizione: praticamente è come se lanciasse a sé stessa una sorta di maledizione, da cui però trae un certo vantaggio. Questa le permette, infatti, di incrementare le proprie abilità quali potenza, destrezza, ma ad un prezzo -non a caso si chiama Maledizione-: gli attacchi che riceverà le causeranno il doppio del danno, di conseguenza proverà maggiore dolore e si stancherà in fretta. Il rischio più grande è quello di rimanerci secca, ma essendo un potere che attiva lei, e che quindi non è automatico, può benissimo decidere di non usarlo. In caso decidesse di farlo, invece, per tutta la durata della maledizione, un piccolo marchio, che consisterà in un pentacolo, le comprarirà esattamente sopra l'ombelico. Questo simbolo servirà proprio a capire di quanto la sua potenza sta aumentando, infatti, ogni qual volta che Nev riceverà danno fisico, si formeranno delle piccole fiammelle sulle punte della stella; quando raggiunge, quindi, le cinque fiammelle, significa che il suo potere non può più aumentare.
    Criocinesi: capacità di generare e controllare il ghiaccio. Assorbendo l'umidità circostante, ella può creare e dare qualsiasi forma al ghiaccio, ma qualsiasi essa sia, non avrà mai dimensioni troppo elevate, raggiungendo al massimo il mezzo metro. Questo potere le da anche la possibilità di congelare un corpo, assorbendone il calore; con gli esseri viventi, però, non funziona, a meno che non ne voglia raffreddare una piccola parte, come le dita o la fronte.
    » Armi: Come ogni shinigami che si rispetti -e non ricordatele che lo è solo per metà!- ha anch'ella un'arma tutta sua, la cosiddetta "falce della morte", che nel suo caso è una vera e propria falce, tutta nera, grande almeno due volte lei, con tre crani attaccati all'estremità.
    CHARACTERIAL DESCRIPTION
    «Finisci di esistere, per darmi modo di iniziare a sorridere» [cit.]

    Totalmente ed irrimediabilmente incapace di comunicare in alcun modo le proprie emozioni: presenterà sul viso la solita e, a lungo andare, irritante espressione priva di qualsivoglia sentimento. Oh no, davvero, lei ci prova con tutta sé stessa! Ma quando prova a sorridere o anche solo ad alzare un sopracciglio, le articolazioni del viso cominciano a scricchiolare, risultando inquietante, più di quanto già non appaia. Per non parlare dell'espressione! Da horror. Fidatevi, meglio che rimanga normale.
    È un a ragazza rispettosa e coerente: tratta tutti allo stesso modo, che si trovi davanti ad un barbone o ad un Re o a chicchessia. Non ama particolarmente parlare, come non ama la compagnia di altri, ma è un'ottima ascoltatrice, e quando vuole, sa fornire ottimi consigli. Se ne ha voglia. Particolarmente prigra, detesta fare qualsiasi attività motoria che implichi l'affaticarsi: lo stesso camminare, molte volte, le da noia. Ama invece sdraiarsi, ovunque ella si trovi, e osservare il cielo, le nuvole, le stelle. E non importa se piove o nevica, non si muoverà mai dalla sua posizione, continuando a guardare quell'infinita distesa dai vari colori. Predilige luoghi comodi, ma se dovesse trovarsi davanti ad un meraviglioso panorama, le andrebbe bene persino sedersi sopra alle spine. Ma comunque, sì, adora dormire. Svogliata ai massimi livelli, ma se trova qualcosa o qualcuno per cui combattere e andare avanti, per cui vale la pena darsi da fare insomma, tira fuori una grinta e competitività a lei quasi estranea.
    A volte pare avere fin troppa calma, persino nelle situazioni più assurde, che potrebbero mettere a repentaglio la sua vita. Il fatto è che trova totalmente inutile preoccuparsi di qualcosa che ormai sta già accadendo e a cui puoi solo trovare rimedio, senza dover piangerci sopra. C'è però da considerare anche che quasi mai trova soluzioni decenti a queste ipotetiche situazioni problematiche: non si capisce se sia tarda lei, o semplicemente non ne abbia voglia. Insomma, è totalmente inutile su questo fronte!
    Ogni tanto, che sia interpellata o meno, si lascia scappare delle ovvietà disarmanti, fatto assai curioso, ma che a volte lascia non poco interdetti. Ci si aspetta una certa serietà, da una ragazza austera e composta come lei, no? E invece no, Nev dirà frasi come "Oggi fa caldo" con naturalezza, mentre intorno a lei vi saranno persone che a momenti si scioglieranno a causa delle temperature elevate.
    Non lo mostra apertamente, ma dentro di sé prova una grande senso di inferiorità, dovuto soprattutto al fatto di non essere una Shinigami completa, ma solo per metà. Si trova inadeguata, e ciò, nei momenti di debolezza, le causa una grande depressione, che la porta a commettere atti ben poco buoni. Basta una parola, o anche un gesto, che le ricordi il suo non essere all'altezza, e dentro di lei potrebbe scattare un meccanismo in grado di farle perdere la testa per un lasso di tempo indeterminato, nel quale arriverebbe persino a commettere atti violenti. Ed è proprio in questi momenti che la sua calma va in pezzi, mostrando un lato di sé del tutto nuovo e, forse, un po' spaventoso, soprattutto per lei stessa. Ciò le ha sempre portato alcuni problemi, sia a livello fisico che mentale, come la mancanza di sonno, causata dagli incubi terribili che ogni notte le facevano e che, tutt'ora, le fanno visita. Ma nessuno sospetterebbe mai di un esserino così pacato, vero?


    PHYSICAL DESCRIPTION
    Carnagione estremamente pallida, costituzione gracile, sguardo attento ma vuoto. Queste, sono le prime cose che chiunque nota a prima vista. I capelli neri, lisci e lunghi sino a metà schiena, le incorniciano il volto ovale, facendo grande contrasto con la pelle cadaverica; risultano molto morbidi e difficilmente si annodano. La frangia imperfetta le ricade sopra gli occhi di un colore misto fra il blu e il grigio metallico, totalmente inespressivi, che mettono in soggezione chiunque ella osservi. Vi potrete semplicemente scorgere serietà e calma, tranne in quei momenti dove il suo autocontrollo va a farsi una passeggiata: assumeranno delle sfumature decisamente più minacciose, accentuate soprattutto dalle occhiaie ben visibili. Decisamente delicata, il sole le da un fastidio immondo, infatti preferisce di gran lunga rintanarsi in luoghi chiusi e oscuri. Alta sul metro e settanta, magra al punto dal sembrare una persona perennemente malata e denutrita, è quasi totalmente priva di seno. Leggera come una piuma, riesce grazie a questo ad essere molto agile ed elegante nei movimenti; e a discapito delle apparenze, ha una buona forza fisica -altrimenti non riuscirebbe nemmeno a sollevare la sua falce!-. Non cura molto l'aspetto fisico: porta lo stesso identico taglio di capelli da una vita, per non parlare dei vestiti! è così...monocromatica e monotematica. Praticamente ha venti vestiti tutti uguali, che si differenziano solo per i colori, scuri, che cambiano giusto di qualche tonalità. Sembra avere un amore smodato per le cravatte, per il resto, odia qualsiasi elemento decorativo, quali spille, fermagli, per non parlare dei fiocchi! Sembra, infatti, che debba sempre andare a lavoro piuttosto che uscire o andare a scuola; insomma, non ha un minimo di stile. E, se ve lo stavate chiedendo, sì: che faccia freddo, che faccia caldo, metterà sempre il solito completo, facendo finta di non patire il freddo. Ma nonostante questo, però, ha un suo fascino. Fascino che perde quando apre bocca: il tono di voce con cui parla risulta vuoto, e alla lunga fastidioso, ma cerca sempre di colorarlo, magari dandogli un po' di espressione. Inutile dire che fallisce miseramente nel suo intento.
    » Photobook: Uno; Due.
    » Personaggio originale: Death Scythe by Black Rock Shooter (Original)

    BACKGROUND
    Teneva la bimba fra le braccia: cercava di farla giocare in tutti i modi, ma Nev sembrava non reagire. Possibile che a sei anni fosse già così apatica, passatemi il termine? La donna, esasperata, la mise a sedere di fronte a sé. «Nevaeh, ascoltami bene.» disse, muovendo il dito indice. «Ti racconterò una meravigliosa storia.» disse poi, mettendosi comoda. La scena pareva tratta da uno di quei quadri dove si vedeva la nonna, seduta su una sedia a dondolo, intenta a ricamare, e il nipotino che, attendo, pendeva dalle sue labbra. Ma tornando alla realtà. «Sai, si dice che una Strega di questa città, di Eilnor, avesse creato, tempo fa, una chiave, chiamata appunto Chiave di Eilnor. La Strega si chiamava Judith.» La madre sembrò aver ottenuto, almeno per metà, l'attenzione della piccola. Così continuò, cercando di metterci sentimento. «Questa chiave aveva dei poteri meravigliosi! Prima fra tutti, la lunga vita, ovvero la possibilità di invecchiare moooolto lentamente.» spiegò, visto che si trovava di fronte ad una bimba di sei anni. «E poi, grazie ad essa, si aveva la possibilità di aiutare gli altri, avere accesso alla mente altrui, rivivendone il passato....» Nevaeh sembrò come rapita dalle parole della sua mamma. E lei, soddisfatta del suo lavoro, se ne partì fiera. Così continuò a raccontare, aggiungendoci qualche elemento mistico, eroi dai nomi assurdi...
    Peccato che, poi, nei giorni a seguire, se ne pentì amaramente, poiché la figlia cominciò a stressarla ogni volta che le era possibile farlo, cercando di sapere sempre di più. Mentre cucinava, mentre lavava...Non aveva mai un attimo di tregua! Si ritrovava fra le gambe quell'esserino pronto a sottoporla ad un interrogatorio. E andò così avanti per almeno un anno! Così prese una decisione: la avrebbe letto dei libri riguardanti l'argomento; probabilmente ne aveva conservato qualcuno, nella biblioteca di casa. Pensò bene di iniziare da quelli per infanti, con tante figure, tante rime baciate e tanta, tanta fantasia. All'ibrida piacevano ugualmente, anche se non trovava mai le rispose che cercava. E riprese a farle domande su domande: voleva sapere ogni cosa riguardante quell'oggetto, anche la più insignificante. Secondo la donna, aveva sviluppato un interesse fin troppo alto per quella leggenda. E, se inizialmente l'aveva preso come un gioco, vista l'età, più passavano gli anni, più si rendeva conto di quanto quella chiave potesse rivelarsi essenziale per la sua esistenza. Perché si sentiva inferiore e inutile, in quanto Shinigami per metà; e lei voleva essere esattamente come la madre.

    ***


    Viveva in una cittadella tranquilla, chiamata Eilnor, e con lei vi abitavano i genitori. Da lontano parevano un quadretto adorabile! Certo che, se non fosse stato per l'innaturale calma della figlia, il continuo nervosismo della madre manifestato attraverso il gesticolare, e il perenne sorriso ebete del padre, sarebbero stati la famiglia perfetta. Ma più si faceva la loro conoscenza, più si cercava di evitarli; guarda caso avevano pochissimi amici, e i più provenivano da città confinanti e decisamente più lontante. Non avendo nessuno con cui trascorrere le giornate, decise di recarsi, ogni tanto, in biblioteca, per cercare qualcosa, qualsiasi cosa riguardante quella chiave che tanto l'aveva affascinata: peccato non trovasse praticamente mai del materiale, che puntualmente veniva sempre preso da non sapeva chi, che riusciva ad averlo prima di lei. Ma un giorno, fortuitamente, riuscì a trovare anche lei alcune informazioni, riguardanti il luogo dove si trovava la casa della strega Judith, la creatrice della chiave. Corse fuori dalla biblioteca, recandovisi alla velocità della luce. Ma una volta arrivata, sembrò non essere la sola: era presente un'altra ragazza. Bussarono entrambe alla porta, speranzose come non mai. Ma ad aprirle vi fu solo un vecchia pazza circondata da più di quattrocento gatti assolutamente disinformata riguardo streghe e chiavi. Ci rimasero male; deluse, ritornarono da dove erano venute.
    Qualche giorno dopo, recatasi ancora in biblioteca alla ricerca di altre informazioni, incontrò nuovamente quella ragazza; decisero di fare delle ricerche insieme: sembravano avere lo stesso identico obbiettivo, e nonostante questo si aiutarono molto. Pareva alquanto incoerente, eh? Ma cosa importava: avevano fatto una scoperta straordinaria! Fra tutte quelle leggende, vi trovarono citata "Genkaku". Fecero, allora, delle piccole ricerche su quel posto, e scoprirono che vi era presente un'accademia. Ovvamente ebbero entrambe la stessa idea: si sarebbero iscritte lì! Ma prima, avrebbero dobuto convincere i propri genitori.
    Nev stressò non poco i suoi. Ma loro continuavano a resistere, poiché combattutti: da una parte, ne erano felici, dall'altra preoccupati. Felici perché non era più da sola, e sembrava desideriosa di portare avanti un'amicizia, l'unica avuta in tutta la sua vita. Preoccupati, invece, perché la figlia era, sostanzialmente, instabile, e avrebbe potuto dare non pochi problemi. Ci pensarono a lungo, molto a lungo.

    ***


    Non succedeva spesso; quasi mai, forse. Ma quella sera, Nevaeh ebbe una delle sue crisi. Erano quasi pittoresche: lanciava bicchieri, inveiva contro i genitori che cercavano invano di calmarla, e ripeteva cose assolutamente sconnesse fra di loro e prive di senso, apparentemente.
    Si rifugiava in cucina: le mattonelle rosee decorate con qualche fiore sparso qua e là parevano assolutamente estranee alla scena che vi si svolgeva. Un essere acromatico, bianco e nero, rabbioso e psichicamente instabile; oh, chi non vorrebbe una figlia così? «Nev, ti prego...calmati...Non è successo nulla.» il padre, con le mani in avanti, cercava di avvicinarsi; camminava lentamente, come a volerle trasmettere un po' della sua tranquillità. «Zitto. Sparisci.» rispose lapidaria. Loquace come non mai, una piccola scintilla di follia le attraversò gli occhi, e cominciò a lanciare alcuni oggetti che si ritrovò sotto le mani. Il padre cercò di schivarne quanti più possibili, ma finì inevitabilmente ferito. Allora si allontanò; corse in suo aiuto la moglie. «Figliola, calmati.» questa volta ci provò lei. Almeno, se anche si fosse ferita, non avrebbe corso alcun rischio. «Vai via. Va via! Non voglio cadere! Vai via!» La donna scosse la testa: non capiva, non capiva la figlia. «Cadere? Ma dove?» provò così a ragionarci. «L'altra metà non è sicura. Non posso andarci!» Nev si chinò e rannicchiò su se stessa, tappandosi le orecchie con le mani. «La voce, è colpa sua. Non la raggiungerò mai.» usò un tono decisamente più pacato, questa volta. La madre sembrò alquanto preoccupata, e fu quasi sul punto di piangere: era sicura che quel "raggiungerò" non fosse riferito alla voce.
    Pochi secondi dopo, l'ibrido si addormentò, nella stessa posizione raggomitolata di prima. la Shinigami fece un sospiro di sollievo e chiese al marito di portarla in camera, mentre lei avrebbe sistemato quel fracasso. Tornando a guardare lo spettacolo lasciato dalla figlia, si grattò il capo: l'aveva combitata grossa! Ma non l'avrebbe punita, non sarebbe servito a nulla. Cominciò a raccogliere i vari cocci, ad asciugare il pavimento e provare a sistemare le ammaccature presenti su alcuni mobili: no, nemmeno un miracolo l'avrebbe fatta tornare normale, quella stanza.

    ***


    "Per quanto tempo, ancora, bramerai la completezza? Lo sai, non raggiungerai mai la perfezione. Morirai così, e nella tua inutile e fragile esistenza non avrai concluso alcunché. Fa male, eh? La verità. Fa molto male. E stupidamente cerchi ancora una via di fuga?"
    Una figura femminila correva in mezzo al nulla, inseguita da una voce. Aveva una meta? Una destinazione? Aveva un perché? Perché, frettolosamente, cercava di scappare? E da cosa? Dalla realtà? Perché? Per paura, chissà. O forse perché quella voce aveva dannatamente ragione. Ma non doveva, non poteva assolutamente darle retta! Altrimenti si sarebbe guardata indientro, e tutta la fatica fatta fino a quel momento, non sarebbe valsa a nulla.
    "Dove corri?"
    Ancora quella voce. Era così fastidiosa. Così irritante. Così...così...seccante. Non trovava altri modi per descriverla.
    «TACI!» provò, allora, ad urlare. Ma ormai col fiato corto, gli occhi appannati, forse dal sudore, forse da qualcos'altro, non vedeva più la strada, e la sua voce andava piano piano esaurendosi; possibile che avesse solo immaginato di aver appena parlato. Vedeva solo l'immensità del vuoto.
    "Dove vai?"
    Le girava la testa: quella voce, LA VOCE! Le rimbombava per tutta la scatola cranica! Persino l'insistente rumore dei suoi passi era, ormai, un flebile rumore, sovrastato da quell'entità che, con fare irrisorio, non faceva altro che prenderla in giro, dicendole in modo velato che avrebbe dovuto arrestare la sua corsa.
    "L'eternità, per te, non esiste."
    Inciampò una, due, tre volte. Ma si rialzò sempre. Insicura; insicura e perseguitata! Sentiva che qualcuno non la voleva lasciare in pace. Inciampò ancora, e questa volta non vide appigli; non vide terreno su cui addossarsi. Vide solo il nero più buio e profondo, pronto ad abbracciarla e a non lasciarla mai più camminare fra il mondo dei vivi.
    "Cadrai, e ti farai male."
    Un urlo.

    Si svegliò di soprassalto, aprendo gli occhi di scatto. La prima cosa che fece, fu guardare prima verso destra, poi a sinistra: tutto regolare. Era ancora a casa sua, nel suo letto. Grondava di sudore, e aveva il fiato corto. Giusto, giusto: un incubo, solo un misero incubo. Non doveva aver paura! Ascoltò il silenzio, avendo paura che quella maledetta voce, la voce della coscienza probabilmente, tornasse e non la lasciasse in pace. Stropicciandosi gli occhi, si mise a sedere. Sospirò leggermente: non era assolutamente possibile! Quegli incubi e quelle ansie le invadevano persino le sue memorire infatili. Era assurdo, semplicemente assurdo. E non poteva assolutamente continuare così, o la sua fragile psiche non avrebbe retto ancora per molto, e presto o tardi i genitori della ragazza avrebbero dovuto mandarla al manicomio.
    Scese dal letto, ma non fece in tempo a muovere un solo passo, che si sentì chiamare a gran voce.
    «Nev! Nev, vieni qui!» Sua madre pareva molto insistente! Che fosse una cosa importante? Inutile domandarselo, l'avrebbe scoperto solo raggiungendo l'ubicazione della donna. Percorse, così, quei pochi metri che le separavano, arrivando dalla madre: seduta su una poltroncina, intenta a fissare il verdeggiante paesaggio, sembrò come presa da mille pensieri. Pensieri che dovette interrompere, poiché Nevaeh era appena arrivata. «Bene, eccoti.» disse, sorridendole. La fece accomodare di fronte a lei, poi iniziò a parlare. «Ricordi la tua proposta, quella di andare a Genkaku?» iniziò a parlare, gesticolando con le mani. Mania che l'ibrido trovava alquanto fastidiosa, ma resistette alla tentazione di saltarle addosso e farla smettere. Annuì, comunque, dopo pochi secondi «Ecco. Ci abbiamo pensato su molto: siamo contenti che tu abbia trovato un'amica, e siamo contenti che tu voglia seguirla» annuì. Ma quando arrivava al punto!? «Quindi...Ti iscriverò alla Heiwa Academy.» disse infine, buttando giù un sospiro, come se avesse fatto uno sforzo immane. In risposta, la figlia chiuse gli occhi, li riaprì, abbracciò velocemente la madre, e corse in camera sua a fare i bagagli.
    La madre odiava, quando la figlia non comunicava verbalmente. Ma sapeva riconoscere i suoi stati d'animo, ed era lieta di poter vedere chiaramente la "felicità", se vogliamo osare chiamarla così, della sua bambina.

    EQUIPMENT
    Denaro: 5000 GNK
    • Porta con sé un enorme quantitativo di appunti, libri e scartoffie vari, tanto che un giorno di questi finirà annegata.
    • Una piccola catenina d'argento, decisamente semplice, legata attorno al collo. Ma è improbabile riuscire a vedergliela, poiché la tiene sempre sotto i vestiti.


    MEDALS & ABILITY
    MEDAGLIE E ABILITA' CONQUISTATE

    © Il Regno di Genkaku


    Chiedo scusa per il ritardo, ci ho messo un sacco xD


    Edited by reverse` - 16/7/2012, 16:42
3 replies since 28/7/2007
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